Intesa sui corridoi umanitari, ma Putin non si ferma – Il riassunto della giornata
“Non ritornerò mai indietro rispetto alla mia dichiarazione che Russia e Ucraina sono un unico popolo“. Mentre l’esercito di Mosca continua a bombardare a tappeto, stringendo l’assedio da Chernihiv a nord a Mariupol a sud, Vladimir Putin torna a parlare e rivendica la sua guerra. Un’offensiva che, secondo il presidente francese Emmanuel Macron, che ha parlato con il leader del Cremlino, mira a “prendere il controllo di tutta l’Ucraina”. Intanto, dal secondo round di negoziati nella foresta di Brest arriva l’annuncio di corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili, garantiti da un cessate il fuoco temporaneo nelle aree interessate.
Un primo, timido segnale di apertura dopo 8 giorni di conflitto. I colloqui riprenderanno all’inizio della prossima settimana, sempre in una zona segreta in Bielorussia. Ma intanto la situazione sul terreno è destinata a farsi ancora più pesante, con la minaccia di una battaglia navale campale a Odessa, insieme al martellamento dei missili sulle città. Preoccupano in particolare gli scontri vicino alle centrali nucleari: i russi sparano a Enerhodar, dove si trova la più grande centrale d’Europa.
Mentre l’Europa si prepara ad accogliere i rifugiati, Usa e Regno Unito annunciano nuove sanzioni agli oligarchi, e anche la Moldavia cerca un ancoraggio a Occidente presentando ufficialmente la sua candidatura all’adesione all’Ue. Ma è sulla difesa di Kiev, ha insistito Zelensky, che si gioca il futuro del continente. “Se l’Ucraina cade – ha avvertito – la Russia si prenderà i Paesi baltici e l’Europa orientale. Se noi dovessimo scomparire, sarà il turno della Lettonia, della Lituania, dell’Estonia. Fino al muro di Berlino, credetemi”.