Una madre nevrotica e iperapprensiva, tutta attacchi di emicrania a letto con bandana in testa e Rai Radio 3 in loop; padre ipocondriaco, germofobico che arriva ad avvolgerla nello Scottex per non farla sudare e a passarla con l’alcol per non farle fare la doccia, Verika e/o Oca è la refrattaria, annoiata, ironica protagonista di un romanzo saga familiare sia intimo che nazionalpopolare, camera, cucina, tinello, Roma, Berlino, Puglia, narrata con verve artificiosamente ironica e puntellata di iperboli tristemente comiche. Una culla di malcontento che ben rispecchia la bolla di vuoto cosmico in cui si ritrovano tanti quarantenni in fuga dalla realtà. Caustico e vivacemente ego riferito. Probabilità di vittoria: spiace, ma anche le proprie scuderie sanno essere maschiliste, quindi 5%.

Incipit: Mio fratello muore tante volte al mese. È mia madre a chiamarmi per avvertirmi della dipartita. – Tuo fratello non mi risponde al telefono – dice in un sibilo. Per lei il telefono certifica la nostra permanenza sulla Terra, in caso di mancata risposta non esistono altre spiegazioni che una cessata attività vitale.

Che significato ha Niente di vero per lei?

C’è una raccolta di saggi di Ursula K. Le Guin che si intitola “I sogni si spiegano da soli”. Vale per i sogni, e pure per i titoli.

Perché scrive?

Se avessi una risposta a questa domanda, non scriverei

Chi vincerà lo Strega 2022?

“Non io”

Veronica Raimo ha 44 anni ed è sorella dello scrittore Christian. Al quarto romanzo, traduce testi inglesi in italiano e nel 2012 ha scritto la sceneggiatura di Bella addormentata di Marco Bellocchio, assieme allo stesso regista e a Stefano Rulli. Ama Celine e Philip Roth.

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