L’Agenzia internazionale dell’energia (struttura emanazione dell’ Ocse che storicamente monitora l’industria di gas e petrolio) lancia un nuovo allarme. Di questo passo gli obiettivi di contenimento dell’aumento della temperatura globale non saranno raggiunti. Si andrà quindi oltre quel + 1,5° (rispetto ai valori pre-industriali) indicato dagli Accordi di Parigi come soglia di aumento della temperatura media globale da non superare per salvaguardare il pianeta. Anche se pienamente attuati i piani al momento predisposti dai governi non saranno sufficienti, nota l’Aie. In particolare l’Agenzia ha stimato che gli impegni già annunciati dai governi coprano meno di un quinto delle emissioni che il mondo dovrebbe ridurre entro il 2030 se volesse davvero raggiungere la neutralità climatica 2050 (obiettivo esplicitato dall’Unione europea)
“Per raggiungere i traguardi indicati gli investimenti in progetti ed infrastrutture rinnovabili dovrebbero triplicare nei prossimi 10 anni” ha detto Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Aie. La preoccupazione di Birol è rafforzata dalle recenti decisioni di alcuni paesi (Cina ed India in particolare) di aumentare produzione e utilizzo di carbone (il più inquinante dei fossili) per far fronte alla crisi energetica in corso. Già in passato l’Aie aveva sottolineato in un rapporto come l’unico modo per cercare di fosse azzerare immediatamente gli investimenti nelle fonti fossili dirottando tutte le risorse verso le rinnovabili. Il rapporto ha anche rimarcato le grandi opportunità economiche connaturate al processo di transizione verde con un giro d’affari legato allo sviluppo di fonti alternativa da almeno mille miliardi di dollari e la creazione di 13 milioni di persone che andrebbero a compensare, almeno in parte, la perdita di posti nel comparto gas-petrolio-carbone.