La buona notizia è che il traguardo sembra essere ancora raggiungibile. La cattiva è che serve un’azione immediata, vigorosa e costosa. E’ il messaggio di fondo contenuto nel lungo e dettagliato rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) “Net zero by 2050”, dedicato alla transizione verso una generazione di energia sostenibile, che dovrebbe portare il pianeta ad azzerare le emissioni nette di Co2 entro il 2050. E’ l’unico modo per contenere entro gli 1,5 gradi l’aumento della temperatura media globale rispetto ai livelli pre industriali.

Il rapporto indica 400 tappe fondamentali per raggiungere l’obiettivo. Tra queste la necessità di abbandonare già da ora qualsiasi investimento in combustibili fossili (petrolio e gas) così come nelle centrali elettriche alimentate a carbone, oltre al completo stop, entro il 2035, delle auto a benzina e/o diesel. Il fotovoltaico dovrebbe diventare la prima fonte di energia coprendo un quinto della domanda totale. Il resto sarà prodotto da eolico, idroelettrico, geotermiche fatta salva una piccola quota di generazione dal nucleare. “E’ una sfida colossale, forse la più grande mai affrontata dall’umanità. Ma le nostre analisi ci dicono anche che è fattibile”, afferma Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia. Imponente anche lo sforzo economico richiesto. Gli investimenti in energie rinnovabili nel mondo dovrebbero più che raddoppiare dagli attuali 2mila miliardi di dollari (1660 miliardi di euro) a 5mila miliardi (4160 miliardi di euro).

Come evidenziato da alcuni osservatori il rapporto segna una svolta radicale rispetto ai precedenti orientamenti dell’Agenzia che è sempre stata piuttosto “morbida” in relazioni alle fonti fossili. Peraltro un recente rapporto della stessa Iea aveva messo in luce come il consumo di petrolio sia destinato a crescere nei prossimi anni, superando la soglia dei 100 milioni di barili consumati ogni giorno già nel 2023.

Il rapporto evidenzia anche le ricadute occupazionali di questa enorme mole di investimenti. La creazione di nuovi posti di lavoro potrebbe raggiungere i 30 milioni di unità: 14 milioni direttamente nuove attività e investimenti nelle fonti di energia pulita e ingegneria, ulteriori 16 milioni in altri vari settori, dall’industria manifatturiera (dagli elettrodomestici alle vetture e alle batterie elettriche) all’efficienza energetica degli edifici. Secondo un’analisi congiunta con il Fondo monetario internazionale, l’incremento degli investimenti aggiungerà 0,4 punti percentuali all’anno alla crescita del Pil globale

Molto, sottolinea il rapporto, dipenderà dalle scelte dei consumatori, dalle auto elettriche, all’efficientamento energetico degli edifici, all’installazione di pompe di calore. Il percorso a tappe che viene delineato tiene conto anche dei progressi attesi nelle tecnologie che dovrebbero consentire un incremento delle efficienza di pannelli solari, batterie, etc oltre ad una riduzione del fabbisogno di elettricità dell’8% da qui al 2050.

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