Scuole diverse, stessi problemi. Adattare le aule alle nuove disposizioni Covid, trovare edifici esterni per contenere gli studenti in esubero e applicare la DAD a rotazione. Il viaggio a tappe del Fatto.it nelle scuole d’Italia prosegue con le scuole in Campania, dove i presidi sono alle prese con planimetrie, tramezzi da abbattere per allargare le aule e accordi tutti ancora da stabilire, tramite i comuni di riferimento, per individuare edifici aggiuntivi da utilizzare. “Una corsa contro il tempo – ci dice Lucia Marino, dirigente scolastica dell’IC Angioletti di Torre del Greco, in provincia di Napoli”.

Nel suo comprensorio, ad esempio, sono poco meno di 200 gli esuberi. “I lavori di edilizia leggera – ci spiega la Marino – erano fondamentali per fare posto al maggior numero di studenti, il problema è che per questi lavori, abbiamo utilizzato i fondi che ci erano stati messi a disposizione durante l’emergenza e che, pur prevedendo anche questo genere di intervento strutturale, sarebbe stato meglio poterli impiegare per comprare le mascherine quando finiranno, strumenti utili per la didattica a distanza e tutta una serie di esigenze che potrebbero manifestarsi di volta in volta”.

“Bisognava fare degli accordi con gli enti locali nei mesi scorsi – dice Salvatore Pace, dirigente scolastico del liceo classico Pansini di Napoli – facendo un protocollo con l’Anci per stabilire delle regole, in particolare per gli interventi di edilizia scolastica. Se il Governo mi dà i soldi, e mi dice di fare i lavori, io intanto ho bisogno delle autorizzazioni del Comune di riferimento e se coinvolgi i comuni, che sono gli enti che gestiscono l’edilizia scolastica, gli devi dare almeno il tempo di fare delle ricognizioni e di strutturare degli interventi, inoltre, tra le tante incognite di questa fase – conclude Pace – non è chiaro, qualora arrivassero i banchi monoposto, chi smaltirà quelli biposto che attualmente sono nelle scuole, al momento non abbiamo alcuna comunicazione in merito”.

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