L’incendio del Salario fa il giro del mondo. A dicembre 2018, in sostegno della città di Roma, arrivano le altre provincie del Lazio e diverse regioni d’Italia. La Capitale supera così, in affanno, le feste natalizie. Ma nei sei mesi successivi nulla viene fatto per evitare la crisi annunciata: quella di giugno-luglio. A gennaio 2019 la Città Metropolitana consegna in Regione Lazio le “aree bianche” dove realizzare i nuovi impianti, ma il piano rifiuti ancora non c’è. Dall’altra parte, il Campidoglio prova a prorogare l’area di trasbordo di Ponte Malnome – vicino Malagrotta – e di Saxa Rubra (nei pressi degli studi Rai) ma viene travolto dalle polemiche dei residenti e costretto a desistere. Nel frattempo, i tmb privati – a cominciare da quelli di Cerroni – a disposizione annunciano, tutti insieme, programmi di manutenzione e parziale chiusura dei conferimenti. Eccolo il collo di bottiglia. Dopo Pasqua le strade si riempiono di sacchetti, Ama raccoglie (con le sue difficoltà) ma non sa dove portare l’immondizia, la differenziata va in tilt fa i cittadini scoraggiati e i lavoratori sotto pressione. Il resto è cronaca di questi giorni: Virginia Raggi e Nicola Zingaretti ricominciano a litigare, ma le soluzioni (quelle vere) non arrivano. L’unica, concreta, sul tavolo, è quella di un’eventuale discarica da 700.000 metri cubi a Pian dell’Olmo, estremo nord della città. Una “buca” che tutti dicono di non volere ma che tutti sperano che alla fine si faccia.

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