La Regione Lazio dà il primo via libera alla discarica di Pian dell’Olmo, frazione del Comune di Roma situata all’estremo nord della Capitale, al confine con il comune di Riano, sulla direttrice Flaminia. La titolare della Direzione regionale Politiche Ambientali e Ciclo di Rifiuti, Flaminia Tosini, ha rilevato che la cava per la quale la società lancianese Torre di Procoio srl ha richiesto la Via (valutazione d’impatto ambientale) “non ricade in nessuno dei siti della Rete Europea Natura 2000”. Assenza di vincoli che, insieme al parere sostanzialmente positivo fornito dall’Arpa Lazio, ha permesso agli uffici regionali di dare l’ok alla conferenza dei servizi, con prima seduta convocata per il prossimo 20 giugno. La richiesta di Via era stata inoltrata dal proponente privato “alla luce delle difficoltà della città di Roma nell’ambito dei rifiuti”.

DISCARICA DA 700.000 METRI CUBILa domanda preliminare è stata spedita in Regione il 23 settembre 2018. L’autorizzazione è stata richiesta per 700mila metri cubi, più della metà della capienza del sito di Malagrotta, la storica discarica della Capitale. L’estensione è pari a circa 45mila metri quadri. La cava si trova alle spalle della Riserva Naturale della Marcigliana, in un’ansa del fiume Tevere. L’area – sebbene l’invaso pare non essere esattamente la stessa – era già stata presa fortemente in considerazione a cavallo fra il 2011 e il 2012 e autorizzato “come sito alternativo a Malagrotta” dall’allora prefetto Giuseppe Pecoraro, con l’avallo di Renata Polverini, Nicola Zingaretti e Gianni Alemanno, all’epoca rispettivamente governatrice, presidente della Provincia di Roma e sindaco della Capitale. Il progetto, proposto dal Colari di Manlio Cerroni, non è stato mai realizzato. Questa volta, la società proponente è collegata con il Gruppo Maio, la realtà imprenditoriale più importante in Abruzzo nel settore dello smaltimento rifiuti. Amministratore unico della TdP, è Manuel Turchi ex calciatore di Serie B nella Virtus Lanciano e genero di Franco Maio, dominus del gruppo societario ed ex proprietario dello stesso club rossonero.

LA REGIONE: “ITER TECNICO OBBLIGATORIO” – Se dal Comune di Roma assicurano che “nessuna discarica nel territorio comunale o provinciale verrà mai autorizzata”, in Regione Lazio parlano di “iter di legge”. “La società ha fatto una richiesta di valutazione d’impatto ambientale, gli uffici lavoreranno per capire se ci sono i margini per concedere la via. Dopodiché toccherà ai comuni decidere cosa fare”, spiegano dall’entourage dell’assessore all’Ambiente, Massimiliano Valeriani, ribadendo che “si tratta di un iter tecnico, gestito da tecnici”. In realtà, anche nella bozza di piano rifiuti su cui l’amministrazione guidata da Nicola Zingaretti sta lavorando, è prevista una “discarica di servizio” per la Capitale. “Il Piano non ha la facoltà di risolvere il problema della raccolta, dello spazzamento, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti – ha detto ancora Valeriani in una nota – ma di individuare il fabbisogno degli impianti. Spetta poi ai Comuni realizzarli”.

AMA E IL CONSIGLIERE LANCIANESE – Il senso dell’intervento dell’assessore Valeriani è che la Regione può autorizzare tutti gli impianti che vuole, ma devono essere poi il Comune di Roma e la sua società municipalizzata – dunque Ama spa – a volerla utilizzare. Un percorso obbligato, in realtà, perché il principio dell’economicità (su cui vigila la Corte dei Conti) spingerebbe la società capitolina a servirsi della cava autorizzata in luogo di costi quadruplicati per il conferimento nelle altre regioni. Fra l’altro, uno dei consiglieri del nuovo cda di Ama, in procinto di insediarsi, è Massimo Ranieri, per anni manager della EcoLan proprio di Lanciano. “In realtà non ho ancora accettato il mio incarico ad Ama”, prende le distanze lui, nonostante i comunicati ufficiali del Campidoglio. “Comunque sia non ero a conoscenza di questa iniziativa del gruppo Maio. Me ne occuperò se e quando sarà il momento”.

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