A fare il punto sulla carenza idrica del Paese è stato anche il presidente di Anbi, Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue. “La situazione idrologica – spiega Francesco Vincenzi – si è capovolta nel giro di pochi anni”. Sintomo della gravità della situazione, spiega l’associazione, è il livello dei fiumi del bacino padano come il Po. Stessa cosa vale per gli altri fiumi dell’Emilia Romagna come l’Enza, il Reno e il Secchia, molto al di sotto dei loro livelli di normalità. Anche in Piemonte la Dora Baltea registra una portata di 28 metri cubi al secondo invece di 31,1, mentre il Tanaro è quasi a un terzo della sua portata (57 invece di 124,5 metri cubi al secondo), e dimezzata è la Stura di Lanzo (3 invece di 6,2). Preoccupano inoltre i grandi laghi della Lombardia, tutti ampiamente sotto la media stagionale, con percentuali di riempimento insufficienti a garantire l’utilizzo delle acque per l’agricoltura, ma anche per l’uso civile. Il lago Maggiore è al 28%, il lago di Como è al 7,6%, quello d’Iseo è al 15%, il lago d’Idro è al 13,8%.
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