È chiaro fin dall’inizio, fin dal tentativo di costruirlo questo governo che l’obiettivo dei poteri forti era quello di far di tutto affinché non vedesse la luce. Hanno tentato di sopprimerlo già prima che nascesse, quando si tentava di partorirlo. In realtà, un governo del cambiamento non si voleva nemmeno ipotizzare ed è per questo che fu varata una legge elettorale ignobile che aveva come l’ obiettivo di rendere possibile il proseguo della restaurazione, vale a dire un governo Renzusconi.

Allora, il primo grande risultato di questo governo è quello di essersi messo alle spalle proprio la mesta e lunga stagione del berlusconismo e della sua versione 2.0 rappresentata da Matteo Renzi. Due individui che hanno fallacemente incarnato l’ideale del cambiamento quando, in realtà, erano solo due abili attori di un copione che nel nostro Paese è scritto a partire dal secondo conflitto mondiale da mafie, massonerie, servizi segreti e speculazione internazionale.

Dopo il 4 marzo ogni scelta per il M5s non sarebbe stata facile e in ogni caso sarebbe stata opinabile sia dagli specialisti della macchina del fango sia da coloro che ignorano la complessità dell’azione politica. Non allearsi con nessuno avrebbe fatto salire in cielo la voce di coloro che avrebbero urlato che congelare 11 milioni di voti sarebbe stata l’ennesima prova di immaturità.

Se avessimo costituito un governo con il Pd saremmo stati (giustamente) accusati di esserci coalizzati con i peggiori discendenti della democrazia cristiana di Gava o Pomicino. Alleandoci con la Lega siamo stati tacciati di essere complici dei nazisti del XXI secolo. Tutte menzogne. Il nostro obiettivo è sempre stato e sempre sarà perseguire il benessere di tutti e non di una piccola parte.

Di certo è trasversale il gruppo di coloro che sono pronti a stracciarsi le vesti per tentare di depauperare l’unica nuova e vera forza di cambiamento di questo Paese: il M5s. L’unica forza politica che non ha mai governato questo Paese e che ora lo sta facendo con un partito con cui ha stipulato un contratto che è piaciuto al 94% dei suoi iscritti. Un contratto di certo non perfetto ma in grado di innescare una rivoluzione che può davvero rimettere in moto un Paese fermo da troppo tempo. In pochissimo tempo la rivoluzione già si sta diffondendo in maniera geometrica, l’entusiasmo è lampante.

Abbiamo abolito i vitalizi alla Camera e presto arriveremo al Senato. Con il decreto dignità sono state inoculate un insieme di misure che stanno facendo riprendere il mercato del lavoro nel rispetto dei più deboli, cioè di tutti coloro a cui una sinistra ipocrita aveva strappato i diritti. Aumentando il deficit al 2,4% innescheremo politiche keynesiane in grado di azionare quel moltiplicatore economico di cui il nostro Paese ha un disperato bisogno. Un vero e proprio affronto per quell’UE che si è costituita sui pilastri neoliberisti dove lo Stato è “una bestia da affamare” (David Stockman). Uno Stato utile però a “salvare” quelle banche che hanno truffato i cittadini. Noi quei cittadini truffati li faremo risarcire.

Come ho avuto modo di ricordare nel mio intervento a Bishkek all’Assemblea parlamentare dell’Osce, il fenomeno migratorio deve essere affrontato con umanità ma a livello europeo e noi stiamo lavorando affinché ciò accada smascherando anche le troppe ipocrisie su quello che è divenuto un ripugnante business. Ma le azioni rivoluzionarie che aspettano il Paese sono molteplici e radicali: il reddito di cittadinanza porrà fine alla povertà e sarà un ulteriore utile strumento di politica economica.

Supereremo una legge criminogena come la Fornero, ripubblicizzeremo l’acqua rispettando la volontà di 27 milioni di elettori che al referendum del 2011 espressero chiaramente il loro parere in materia. I corrotti e i corruttori avranno vita molto difficile con il Daspo. Non intraprenderemo guerre giustificandole ipocritamente con termini quali missioni di pace o missioni umanitarie, anzi poco alla volta abbandoneremo tali missioni instaurando rapporti con i Paesi basati sul rispetto reciproco. Porremo fine alla vendita di armi a Paesi come l’Arabia saudita che le sta usando per uccidere i bambini, le donne e gli uomini dello Yemen.

Un consiglio che mi permetto di elargire ai professionisti del dissenso e a tutti coloro che sono pagati per innescare forze centrifughe, è di articolare le proprie critiche sui fatti perché più siamo attaccati ingiustamente e più il desiderio di portare avanti il contratto si rafforza. Una reazione spontanea che vedo appartiene anche ai colleghi della Lega. Se poi tutto il coro trasversale che va da sinistra a destra desidera allinearsi a coloro che hanno lucrato sulle nostre autostrade non tutelando la sicurezza, ai diktat della finanza internazionale che usa lo spauracchio dello spread come una clava, alle lobby degli armamenti e quindi desiderano un ritorno di Renzusconi, lo dica chiaramente. La realtà è che l’unica alternativa a coloro che hanno messo in coma il Paese siamo noi e se quasi il 70% del popolo italiano ci sostiene evidentemente una ragione c’è.

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