Il taglio dei vitalizi alla Camera ha la sua delibera e, se sarà approvata, una data di entrata in vigore: novembre 2018. Il provvedimento che prevede un risparmio di circa 40 milioni è stato presentato all’ufficio di presidenza di Montecitorio dal presidente Roberto Fico. Il calendario fissato dalla presidenza prevede che il testo venga votato nella settimana tra il 9 ed il 13 luglio, mentre gli emendamenti potranno essere presentati entro il 5. La novità fondamentale è che gli assegni saranno ricalcolati tutti sulla base del metodo contributivo. “In questo modo eliminiamo un’ingiustizia”, ha dichiarato Fico. “Questo è un ulteriore passo per il superamento definitivo dei privilegi”. Nel frattempo, al Senato, la questione è bloccata: la presidente Maria Elisabetta Casellati sarà in missione all’estero per l’intera settimana e anche per una questione di numeri lì il percorso pare più accidentato. Proprio la differenza di tempistiche tra le due Camere ha sollevato perplessità e polemiche nelle opposizioni, tanto da lasciare intendere che potrebbe essere un motivo per affossare la riforma. In realtà, fanno trapelare da ambienti M5s, proprio le reticenze di Palazzo Madama hanno spinto il presidente Fico ad accelerare i tempi. Ora resta da vedere come si muoverà la Casellati.

Il risparmio previsto alla Camera è di circa 40 milioni di euro all’anno: il “vitalizio minimo” sarà di 980 euro al mese, e andrà a chi ha fatto una sola legislatura. Il minimo per chi subirà una decurtazione superiore al 50 per cento del vitalizio sarà di 1.470 euro. I vitalizi erogati ad ex deputati dalla Camera sono in tutto 1.405; di questi, 1.338 saranno ricalcolati e dunque abbassati, mentre gli altri 67 non verranno ritoccati: in base alla delibera, quelli percepiti da ex deputati che hanno sulle spalle almeno 4 legislature si fermeranno al valore del 31 ottobre prossimo, alla vigilia dell’applicazione della delibera ove venga approvata. Nel lavoro che ha portato alla stesura della delibera, viene sottolineato, c’è stata una “collaborazione istituzionale con Inps e anche con Istat. A percepire il vitalizio sono oggi circa circa 2.600 ex parlamentari tra Camera e Senato, per una cifra che nel 2016 ha raggiunto i 193 milioni di euro. Superiore l’importo totale negli anni successivi: nel 2017 ha toccando quota 206,28 milioni di euro. Secondo la stima fatta dall’Inps, nel 2018 i vitalizi dovrebbero dovrebbe crescere ancora raggiungendo i 206,94 milioni.

Per i 5 stelle è una “giornata storica”. Il primo a commentare è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, uno degli autori della battaglia contro i vitalizi nella scorsa legislatura. “L’abolizione sarà presentata in ufficio di presidenza, dove sono stati introdotti”, ha detto su Radio Capital. “In una stanza chiusa, li aboliremo con lo stesso metodo con cui sono stati introdotti. Sarà un simbolo per far capire che l’era dei privilegi è finalmente finita”.

Al termine dell’ufficio di presidenza sono intervenute anche le opposizioni. Intanto la vicepresidente della Camera di Forza Italia Mara Carfagna: “Sì al ricalcolo dei vecchi vitalizi per eliminare un privilegio”, ha scritto in un Tweet, “no alla rapina di Stato contro le vecchiette rimaste vedove. I totem si possono abbattere, ma con intelligenza, senza pretendere lo scalpo del (presunto, incolpevole) nemico. Forza Italia è a favore del ricalcolo ed esaminerà con spirito costruttivo la proposta presentata dal presidente Fico, ma ritiene che si possa migliorare anche per evitare che finisca per incappare in rilievi della Corte Costituzionale e si debba poi ricominciare tutto daccapo”. Il vicepresidente della Camera dem Ettore Rosato ha replicato: “Mi pare una delibera molto, molto fragile. Noi siamo sempre stati favorevoli al superamento del sistema dei vitalizi, ma questa delibera è così fragile che sono preoccupato possa resistere davanti al fatto che la vara solo la Camera e non anche il Senato. Noi comunque siamo favorevoli all’obiettivo e ci comporteremo di conseguenza”.

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