Lo hanno raggiunto in campagna mentre era su uno scooter con un amico e lo hanno freddato a colpi di pistola e fucile. Terzo omicidio dall’inizio dell’anno a Vieste, nel Foggiano, dove due clan della mafia garganica continuano a fronteggiarsi per il controllo del territorio e del traffico di stupefacenti in arrivo dall’Albania sulle coste del promontorio, miccia della guerra che lo scorso anno ha lasciato 17 persone sull’asfalto.

La vittima è Giammarco Pecorelli, 22 anni, già noto alle forze dell’ordine e ritenuto vicino al gruppo guidato da Girolamo Perna. Grave la persona che era con lui, il 32enne Cristian Trimigno. L’omicidio è avvenuto in località Mandrione, lungo la statale 89 che conduce verso Peschici. L’indagine è condotta dai carabinieri e attualmente coordinata dalla procura di Foggia.

Pecorelli e Trimigno erano a bordo di uno scooter quando sono stati affiancati da un’auto con a bordo due o tre killer che hanno fatto fuoco con fucile e pistole. Tre colpi hanno raggiunto Pecorelli, morto sul colpo, mentre Trimigno ha tentato una disperata fuga, ma è stato raggiunto all’addome da un proiettile. È stato condotto in elicottero alla Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo dove i sanitari lo hanno sottoposto ad un delicato intervento chirurgico.

Pecorelli è la terza persona a cadere di un agguato da gennaio a oggi. L’ultimo a morire era stato Antonio Fabbiano, 25enne, ammazzato di notte nel centro della città pugliese lo scorso 26 aprile. Alcune settimane prima era stato ucciso Giambattista Notarangelo, cugino dell’ex capoclan Angelo Notarangelo. Proprio l’omicidio di quest’ultimo, nel gennaio 2015, ha aperto la faida di Vieste, che vede fronteggiarsi – secondo le ipotesi investigative – il gruppo guidato da Perna e quello degli ‘scissionisti’ con alla testa il boss Marco Raduano.

L’omicidio avviene quando mancano poche settimane all’apertura della stagione estiva che porta nella località di mare del Gargano decine di migliaia di turisti. Lo scorso anno destò molta preoccupazione l’azione dei sicari in pieno giorno nel centro cittadino contro Omar Trotta, freddato all’interno del suo locale a luglio all’ora di pranzo.

Molta attenzione, secondo quanto risulta a Ilfattoquotidiano.it, viene prestata in queste settimane dagli investigatori poiché sono previsti diversi ritorni in libertà di uomini di calibro delle “batterie” foggiane, finiti in carcere o ai domiciliari con ordini di custodia cautelare per i quali sono ormai prossime le scadenze dei termini.

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