L’ex guardasigilli Nitto Palma? Se continua a spingere per la riforma della giustizia “se lo puliziano”, ovvero lo fanno fuori dalla politica. Così la pensa Totò Riina, sostenitore della proposta di legge con cui l’esponente di Forza Italia vorrebbe introdurre la responsabilità civile per i magistrati.

È il 14 agosto del 2013 e il boss corleonese passeggia nel cortile del carcere di Opera con Alberto Lorusso, l’uomo cimice che con lui ha condiviso per mesi l’ora d’aria. “Se continua così, pure a lui si puliziano” dice Riina dell’attuale presidente della commissione giustizia del Senato, che farebbe quindi la stessa fine di Silvio Berlusconi, in quel momento ai margini del dibattito politico. Ad appassionare il boss è appunto quel ddl di Palma che prevede l’istituzione della responsabilità civile anche per i magistrati: proposta poi bocciata nell’aprile successivo dalla commissione presieduta da Palma.

In quei mesi estivi del 2013, Riina e Lorusso sono accesi sostenitori anche del referendum sulla giustizia promosso dai Radicali e dal Pdl, che prevede sei quesiti: la stessa responsabilità civile per i magistrati, più la separazione delle carriere, lo stop all’abuso di custodia cautelare in carcere, più l’abolizione dei fuori ruolo in magistratura e dell’ergastolo. Un’iniziativa di legge popolare che Riina benedice a più riprese, perché in caso di approvazione farebbe “abbassare la testa tra le gambe” ai magistrati. Anche in quel caso però niente da fare: le firme raccolte per quel referendum saranno alla fine insufficienti. “Questa è una propaganda, una propaganda, questa è giustizia? La giustizia io l’ho fatta, io l’ho fatta la giustizia giusta” è lo sproloquio del capo dei capi versione giurista, registrato dalla Dia il 18 agosto 2013.

E in mancanza di una riforma della giustizia gradita a Cosa Nostra, a Riina non rimarrà che inveire contro Silvio Berlusconi, reo di non aver sufficientemente colpito la magistratura negli anni in cui era al governo. “Berlusconi quando ha tenuto la forza di dominare non ha dominato” lo incalza Lorusso l’8 settembre dell’anno scorso. “A quel tempo – sentenzia Riina – poteva dominare, a quel tempo si doveva giocare le carte! Sempre lo dicevo io, quando questo aveva il 60%: tu puoi fare quello che vuoi, sei il padrone tu, accomodati, comandi tu, non avevi bisogno di nessuno, non aveva bisogno né di questo né di quello. Questa magistratura buttala a mollo”.

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