“Una settimana per immaginare una scuola diversa“. È questo lo slogan lanciato dagli studenti del Liceo Carducci di Milano che, con un post pubblicato il 7 febbraio su Instagram, hanno annunciato di aver occupato l’edificio di via Beroldo, in zona Loreto. I liceali hanno deciso di organizzare “lezioni alternative nelle varie aule, palestre e cortili” con “dibattiti, laboratori di teatro, dialoghi con psicologi e assemblee”. “Noi vogliamo progetti seri – aggiungono – vogliamo parlare di attualità, vogliamo una scuola politica in cui sia possibile confrontarsi sui grandi temi del mondo, i social media, l’ambiente, i diritti di genere”. E concludono: “La nostra sofferenza deve diventare unione“.

E tra le attività organizzate, spiccano soprattutto quelle con figure esterne per trattare temi di attualità. Secondo però quanto raccontano studenti e ospiti, il preside ha vietato l’accesso a chi non è allievo e quindi gli studenti, come spiega il loro rappresentante, “sono usciti dalla scuola e, in più di 400, si sono radunati nel cortile esterno all’edifico per partecipare alle varie attività”. Il 9 febbraio gli studenti hanno invitato, tra gli altri, anche gli attivisti de i Sentinelli di Milano, per parlare di diritti civili e temi di genere. “Abbiamo tenuto il confronto fuori dalla scuola”, ha confermato Luca Paladini, il portavoce dell’associazione, alla redazione de ilfattoquotidiano.it, “a pochi metri dal cancello d’ingresso, in quanto avremmo avuto problemi ad entrare perché ospiti degli studenti che occupavano. Siamo comunque felici che i giovani siano così tanto interessati a temi importanti di attualità. Solo nell’ultimo mese siamo stati invitati già tre volte per parlare nelle scuole di Milano”.

Samuele Carazzina, rappresentante degli studenti e uno degli organizzatori dell’occupazione, spiega alla redazione de ilfattoquotidiano.it che “gli studenti hanno occupato la scuola anche in risposta alla dura azione repressiva che hanno dovuto subire i nostri compagni nelle piazze durante le manifestazioni delle ultime settimane”. “Se andiamo in piazza ci manganellano, quindi occupiamo la scuola per dare voce al nostro disagio”, spiega.

Carazzina chiarisce infatti che gli studenti occupano per far sentire la loro voce sul tema dell’alternanza scuola-lavoro. Un tema che, dopo la morte del 18enne Lorenzo Parelli nel suo ultimo giorno di stage, è al centro un forte dibattito a livello nazionale. I liceali del Carducci incarnano quindi il disagio generale che nelle scorse settimane ha spinto gli studenti ad occupare scuole e scendere in piazza, dopo le cariche della polizia sui ragazzi alle prime manifestazioni, per protestare contro la decisione del ministro Patrizio Bianchi di cambiare le modalità di svolgimento dell’esame di maturità e appunto chiedere l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro. Riguardo all’esame di maturità puntualizza però Carazzina che “non siamo contrari all’introduzione dello scritto. Non possiamo però accettare che una decisione così importante arrivi dal ministero con così poco preavviso. Una decisione che crea problemi agli studenti del quinto anno, in quanto, reduci di due anni di pandemia, non sono ancora nelle condizioni di poter svolgere l’esame”. Gli studenti spiegano inoltre di essere contrari al sistema dell’alternanza scuola-lavoro, vista come “un modo per sfruttarci e farci lavorare gratuitamente” e come “poco utile alla nostra formazione”. Spiega infatti il rappresentante degli studenti: “Siamo per un no totale al curriculum dello studente e al Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) che semplicemente rendono la scuola un ambiente aziendale, quando in realtà l’unico suo scopo dovrebbe essere quello educativo”.

Un altro motivo per il quale gli studenti del liceo meneghino occupano riguarda anche il tema delle problematiche legate alla sfera psicologica: “La scuola non ci dà più tranquillità”. “Tastiamo tutti con mano – spiegano – il sempre più evidente disagio che circola tra i banchi: compagni che smettono di venire a scuola, attacchi di panico, individualismo e competizione dilagante, totale assenza di spazi scolastici dove potersi fermare nel pomeriggio. Eppure questa è la scuola in cui scegliamo di entrare ogni giorno. Perchè la accettiamo passivamente?”. Gli studenti chiedono l’istituzione della figura dello psicologo fisso, una “decisione che deve arrivare dal ministero e che non bisogna lasciare a discrezione di ogni singola realtà, in quanto questo crea disparità tra le varie scuole”. Samuele spiega che nel Liceo Carducci “possiamo usufruire dello psicologo solo per un giorno a settimana e il servizio non è quindi per niente sufficiente”. Continua poi enunciando i risultati di un sondaggio condotto dagli studenti sul tema: “Più di tre studenti su quattro hanno sofferto almeno una volta di attacchi di panico o di ansia per questioni legate alla scuola”. È importante infatti ricordare che, dall’inizio della pandemia, l’incidenza di depressione e ansia fra adolescenti è raddoppiata. Nello specifico, un adolescente su 4, in Italia e nel mondo, ha i sintomi clinici di depressione e uno su 5 segni di un disturbo d’ansia. Una ricerca condotta dalla Fondazione Italia in Salute mostra che un giovane su tre compreso in una fascia d’età tra i 18 e i 25 anni denuncia di soffrire di sintomi depressivi legati all’emergenza Covid-19. Anche per questo gli studenti del Carducci continuano la loro occupazione.

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Alternanza scuola-lavoro, Bianchi dopo le proteste: “Risale a 10 anni fa, è superata”. Sulla maturità: “Studenti non abbiano paura”

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