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Ultimo aggiornamento: 21:14 del 16 Luglio 2019

Paolo Borsellino, gli audio segreti: “Trapani è santuario di mafia. Il fratello di Riina qui non è mai stato pedinato”

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La provincia di Trapani è una zona di grandi latitanti. Il “santuario” di Cosa nostra. Un fatto che oggi è noto visto che l’ultima primula rossa della piovra si chiama Matteo Messina Denaro e viene da Castelvetrano. Ma già trent’anni fa era Paolo Borsellino a esprimersi in questi termini sulla provincia più occidentale della Sicilia davanti alla commissione antimafia. La commissione di Palazzo San Macuto presieduta da Nicola Morra – con la consuenza del pm Roberto Tartaglia – ha infatti deciso di desecretare tutti gli atti raccolti dalla sua istituzione nel 1962. A cominciare dalle audizioni del magistrato assassinato in via d’Amelio il 19 luglio del 1992. Sono sei le volte in cui Borsellino compare davanti all’Antimafia tra il 1984 e il 1991. 

“Perché Bernardo Provenzano e Salvatore Riina hanno uno parenti e l’altro grosse proprietà terriera, a Castelvetrano. Cosa che a Palermo ignoravamo. Perché qui? Perché il fratello di Riina  abita a Mazara del Vallo da circa 20 anni e, per una certa situazione riguardante le forze di polizia, pur sapendo che si recava ogni settimana a Corleone, non era mai stato fatto un pedinamento“, diceva Borsellino, all’epoca procuratore di Marsala, l’11 dicembre del 1986.  “E quindi – aggiungeva – io sospetto – con la mia esperienza e con quello che posso capire – che questa zona sia una specie di santuario delle organizzazioni criminali mafiose di Palermo. Questa è una terra di grandissimi latitanti. A mio parere c’è l’interesse che questa zona abbia poca attenzione da parte delle forze dell’ordine. Non solo per i latitanti ma anche perché è una zona dove esistono gli strumenti finanziari, ma qui confesso di non essere riuscito a cavare un ragno dal buco”.

Non mancano, poi, riferimenti alla massoneria. “A Mazara del vallo operò per un certo periodo una società dal nome tipicamente massonico, la società Stella d’Oriente, il cui factotum era éino Mandalari, certamente massone, amministratore dei beni di Riina, Provenzano, Bagarella… dei Corleonesi”, racconta il magistrato. C’erano magistrati in quella loggia, chiedono i commissari?Borsellino risponde: “Non credo: quello che ho sentito è che qualche magistrato frequentasse il circolo, non però che fosse aderente alla loggia”.

Montaggio di Alberto Marzocchi e Giulia Zaccariello

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