“Loro fanno le vigliaccate e noi dobbiamo continuare a mettere sempre le piantine”. Giuseppe Varamo è uno degli operai della cooperativa di Gioia Tauro “Valle del Marro”, che nei giorni scorsi, ha subito la quarta intimidazione in un anno. Duecento piantine di kiwi sono state estirpate e tagliate in un terreno, confiscato alla cosca Molé, dove già nei mesi scorsi qualcuno aveva manomesso e in parte rubato l’impianto di irrigazione del campo. “Per realizzare questa produzione c’è stato un lungo lavoro di quattro anni – spiega il vicepresidente della cooperativa Antonio Napoli – Nel momento in cui su questo bene è rifiorita la vita, con circa 800 piantine, si sono concentrati gli atti intimidatori. Stiamo dando le ali alla speranza, convincendo i giovani a rimanere in queste terre e a investire nel settore agricolo”. “È chiaro che c’è tanta rabbia e amarezza – continua Napoli – però ci solleva la convinzione che gli sconfitti sono i mafiosi. Sono arrivati tanti messaggi di solidarietà di gente che vuole aiutare la cooperativa a risollevarsi per l’ennesima volta da un danneggiamento simile. La vinceremo questa battaglia. Questa è una terra che è stata violentata e che ha bisogno di credere in se stessa ”. La pensa allo stesso modo Francesco Trimboli, uno dei tirocinanti della cooperativa: “Noi la ’ndrangheta la vogliamo abbattere ripartendo da uno sviluppo sano che può dare frutti all’intera comunità della Piana di Gioia Tauro”.

Articolo Precedente

Voto di scambio, medico condannato a 3 anni: “Fu intermediario tra Antinoro e Cosa nostra”. Ma il politico fu assolto

next
Articolo Successivo

Aemilia, i corsi di formazione per giornalisti tenuti dagli avvocati che vogliono processare la stampa

next