Capire qual è il ruolo dei comuni in un momento di crisi economica. Con questo intento l’associazione nazionale Comuni italiani (Anci) ha elaborato, insieme alla società di ricerca Swg, un’indagine che sarà presentata durante l’assemblea nazionale dell’8 ottobre. Un cittadino su quattro ha difficoltà nell’acquisto di generi alimentari, mentre il 40% dichiara di non riuscire a sostenere le spese mediche. I maggiori problemi per le famiglie arrivano quando bisogna pagare le bollette e le spese per la casa (mutuo, affitto, condominio).

Rispetto al 2009, non solo aumentano quelli che sostengono di sentirsi più poveri, in difficoltà ad arrivare alla fine del mese (63% nel 2011 contro il 57%), ma il 62% degli italiani, in particolare al centro e nelle isole, dice che la propria famiglia nel corso dell’ultimo anno, ha già subito le conseguenze della crisi. Le difficoltà, reali e non, crescono anche nella percezione delle persone: quasi la totalità degli italiani pensa che la crisi sarà ancora lunga e i suoi effetti, duraturi. Quasi nessuno guarda al futuro con serenità: incerto è anche il presente. Solo il 37% degli intervistati afferma che il reddito percepito gli consente di vivere con tranquillità.

Alla domanda su quale sia l’istituzione che spenderebbe meglio le risorse per fronteggiare la crisi, la percentuale che indica il governo nazionale passa dal 30% del 2009 al 19% del 2011. In aumento quelli che indicano i comuni passando dal 22% al 27% con punte del 33% al Nord. In base al sondaggio, comunque, gli intervistati sono consapevoli che la crisi ha ridotto le risorse a disposizione dei Comuni. Per il vicepresidente dell’Anci Graziano Delrio serve un “nuovo patto per la crescita e lo sviluppo, che può passare solo da una ridiscussione dei parametri della manovra”.

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