Crac Popolare di Vicenza, dalla Cassazione nuovo sconto di pena per Zonin e gli altri imputati

Una camera di consiglio durata sette ore ha messo la parola fine sul principale filone giudiziario del crac della Banca popolare di Vicenza, che è costato danni ingentissimi a centinaia di migliaia di risparmiatori. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna nei confronti di Gianni Zonin, il principale accusato, all’epoca presidente del consiglio di amministrazione. Difeso dall’avvocato Enrico Ambrosetti ha ottenuto uno sconto di pena di 6 mesi rispetto al processo d’appello, fissata in modo definitivo a 3 anni e 5 mesi, la stessa inflitta all’ex vice direttore generale Andrea Piazzetta. È stata ridotta di 6 mesi anche la condanna all’altro ex vice direttore generale Emanuele Giustini, fissata in due anni e un mese, che aveva collaborato con gli inquirenti. Fissata in tre anni di reclusione la pena per Paolo Marin, un altro dei vicedirettori generali (assolto per alcuni episodi). Sarà da rifare il processo di secondo grado al dirigente Massimiliano Pellegrini che si occupava della redazione del bilancio. Le accuse principali erano di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza.
Zonin non si è presentato di fronte ai giudici. Tre anni fa la Corte d’Appello di Venezia aveva già dimezzato la pena fissandola a 3 a anni e 11 mesi. Adesso un ulteriore sconto grazie alla prescrizione. Il 14 gennaio scorso una sentenza della Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittima (confermando la corte d’Appello) la maxi confisca di 963 milioni da destinare ai risarcimenti perché la sanzione era manifestamente sproporzionata.
“Si segna una tappa storica nel lungo cammino di giustizia per i risparmiatori truffati dal crollo della banca. – ha dichiarato Luigi Ugone, dell’associazione Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza – Il processo ha messo in luce la responsabilità di coloro che, con azioni irresponsabili e malintenzionate, hanno causato il dissesto della banca e provocato ingenti danni a centinaia di migliaia di risparmiatori, famiglie e investitori. La conferma della sentenza da parte della Suprema Corte rappresenta una risposta importante per le vittime di questo disastro finanziario”. Ricorda poi: “L’’intera comunità veneta ha pagato un prezzo altissimo per il comportamento disinibito e irresponsabile di pochi. Purtroppo il riconoscimento non restituisce completamente il maltolto, ma dimostra che Davide può far male a Golia”.
Negativo il giudizio di Riccardo Miatello, del Comitato Ezzelino: “Sono stati prescritti aggiotaggio e falso in prospetto che interessavano ai risparmiatori. Nessuno farà un giorno di carcere. Per i risparmiatori vittime la Giustizia è morta definitivamente. Dove sono Consob e Banca d’Italia? I revisori brindano assieme agli imputati”. Per questo è stata annunciata per venerdì 11 aprile a Treviso una nuova manifestazione intitolata “Funerale del risparmio rubato”.