Il 41 bis per Matteo Messina Denaro non è in discussione perché “non compromette le prestazioni sanitarie”. Parola di Andrea Delmastro delle Vedove. Il sottosegretario di Stato alla Giustizia ha inviato una nota stampa a 24 ore dalle dichiarazioni dell’avvocato del boss di Cosa Nostra che paventava la possibilità di presentare un’istanza di scarcerazione: “Analizzati i fatti e la documentazione, ci riserviamo di decidere la strategia più opportuna per presentare l’istanza”, ha spiegato il legale Alessandro Cerella.

Un’ipotesi che ha portato Delmastro a intervenire: “Pur senza invadere il campo della magistratura, si precisa che il mafioso Matteo Messina Denaro riceve le migliori cure mediche e che la revoca del 41 bis non comporterebbe in alcun modo prestazioni sanitarie migliori o anche solo diverse”, scrive il sottosegretario. Il deputato di Fratelli d’Italia precisa che “il detenuto Matteo Messina Denaro è costantemente seguito da uno specialista, effettua analisi ed esami prescritti e nessuna ulteriore terapia potrebbe svolgere da libero”. Pertanto le sue condizioni cliniche, “alla luce del trattamento sanitario in atto, non costituiscono presupposto per la revoca del regime di detenzione speciale del cosiddetto ‘carcere duro‘”. E Delmastro va anche oltre: “Semmai l’esclusione proterva di qualsivoglia atteggiamento collaborativo, l’atteggiamento di sfida verso lo Stato, la mancanza di traccia alcuna di resipiscenza, la rivendicazione orgogliosa del mancato pentimento sono indici sintomatici della attuale pericolosità sociale e della volontà di mantenere nella organizzazione un ruolo da protagonista che mal si conciliano con qualsivoglia ipotesi di attenuazione del regime carcerario”, conclude il sottosegretario.

Il riferimento è alle parole del padrino di Cosa Nostra pronunciate nel suo primo interrogatorio subito dopo l’arresto: “Io non mi farò mai pentito. Voi mi avete preso per la mia malattia”, aveva detto Messina Denato ai magistrati durante l’interrogatorio lungo un’ora e 40 minuti. L’ex latitante si trova all’ospedale San Salvatore di L’Aquila, dove si è sottoposto a un intervento chirurgico per un’ostruzione “non strettamente legati al cancro”. Sulla richiesta di scarcerazione annunciata dai difensori del boss di Cosa Nostra, era intervenuto anche il Garante dei detenuti dell’Abruzzo, Gianmarco Cifaldi: “Garantiamo il diritto alla salute con personale medico qualificato e tutte le Agenzie dello Stato stanno operando nel rispetto del dettato costituzionale, me compreso”.

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