Osservazioni, pedinamenti, intercettazioni e poi i blitz. Sempre senza volto. Ci sono gli uomini del Ros dei carabinieri dietro la cattura di Matteo Messina Denaro, arrestato a Palermo dopo 30 anni di latitanza. Come accade spesso quando c’è da assicurare allo Stato un uomo pericoloso. Ma cosa è il Raggruppamento operativo speciale? Nella sezione del sito dell’Arma campeggia una foto del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. E c’è una ragione precisa: le origini del reparto risalgono infatti al Nucleo speciale di polizia giudiziaria, il cosiddetto Nucleo Scintilla, creato nel maggio del 1974 dal generale per contrastare il terrorismo interno.

Si trattava all’epoca di appena 40 carabinieri, scelti proprio da Dalla Chiesa per le indagini più critiche e furono in prima linea durante gli anni di piombo. Il Nucleo si distingueva per l’innovativo metodo investigativo caratterizzato da osservazioni, pedinamenti, intercettazioni sempre più efficienti per identificare i membri delle formazioni eversive e i loro contatti, risalendo progressivamente ai vertici. Questo metodo, sottolinea l’Arma, “che contribuì agli inizi degli Anni ottanta alla disarticolazione dei più importanti gruppi terroristici attivi in Italia, quali le Brigate Rosse, Prima Linea, Nuclei Armati Rivoluzionari, venne, poi, adottato per il contrasto a qualsiasi forma di criminalità organizzata”.

Il Ros è stato istituito formalmente il 3 dicembre 1990, si articola in una struttura centrale e una periferica ed è comandato da un generale, Pasquale Angelosanto. Alle sue dirette competenze operano quatti reparti: Antiterrorismo, Indagini tecniche, Indagini telematiche, Crimini violenti. La struttura anticrimine periferica è articolata in 8 Reparti Anticrimine – Torino, Milano, Roma, Bari, Napoli, Catanzaro, Reggio Calabria e Palermo – e 18 Sezioni Anticrimine, collocate in sede di Procure distrettuali Antimafia e Antiterrorismo nonché 3 Nuclei a Livorno, Nuoro e Foggia.

Gli investigatori del Ros hanno al loro attivo arresti eccellenti come quello Totò Riina, il 15 gennaio 1993, eseguito dall’unità Crimor guidata dal capitano Ultimo, all’anagrafe Sergio De Caprio, e indagini come Crimine contro la ‘ndrangheta nel luglio 2010 e Mondo di mezzo, a Roma, tra il 2014 ed il 2015. “Come sempre in questi casi è lavoro di squadra portato avanti dal Ros, un lavoro congiunto che viene da lontano per la ricerca del latitante: la polizia che ha chiuso degli spazi e i carabinieri che hanno portato a termine il lavoro. Una cosa di estrema importanza”, ha sottolineato il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia.

Nel blitz è stato coinvolto anche il Gis, il Gruppo Intervento Speciale, reparto d’élite dell’Arma che con il Col Moschin dell’Esercito, il Gruppo operativo incursori del ComSubIn della Marina e il 17° Stormo incursori dell’Aeronautica è classificato come Forza speciale (TIER1) delle Forze Armate Italiane. Inquadrato nella Seconda Brigata Mobile Carabinieri, il Gis dipende operativamente dal Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali e negli anni ha partecipato a diverse operazioni per la cattura di latitanti di ‘ndrangheta.

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