Giorgia Meloni everywhere. A 48 ore dalle elezioni che potrebbero incoronarla alla guida del prossimo governo italiano sono molte le testate internazionali che si interrogano sulla leader di Fratelli d’Italia e sulle sue presunte o presumibili intenzioni. Oggi parlano di un ipotetico governo Meloni il quotidiano britannico Financial Times, la rivista per eccellenza delle relazioni internazionali Foreign Affairs, il sito Politico, il quotidiano francese conservatore Le Figaro e l’agenzia Reuters. L’approccio più provocatorio è probabilmente quello di Foreign Affairs che titola “Il paradosso delle elezioni italiane, perché Usa e Ue dovrebbero fare il tifo per una populista di estrema destra“.

La tesi dell’articolo, a firma degli analisti Erik Jones ed Elettra Ardissino è che una Meloni che si afferma nelle urne con un buon margine sarebbe in grado di contrastare le simpatie pro Russia della Lega di Matteo Salvini e dunque dar vita ad un esecutivo meno problematico per la Nato e la comunità dei paesi occidentali. Foreign Affairs ricorda come con Meloni al governo l’Italia sarebbe guidata da un’ esponente dell’estrema destra per la prima volta dai tempi di Benito Mussolini. Ammette che nel lungo termine Meloni potrebbe intaccare la caratura democratica della Repubblica italiana ma, nel breve e medio termine, potrebbe essere un fattore più di stabilizzazione che di disordine. L’articolo ricorda come Meloni di recente abbia rassicurato gli alleati sul fatto che il suo governo continuerebbe a sostenere l’Ucraina così come la partecipazione italiana all’euro.

“Cosa potrebbe significare per l’Europa un’Italia guidata dall’estrema destra” è invece il titolo dell’ampio approfondimento del Financial Times. Anche il quotidiano della finanza internazionale ricorda come sia dai tempi di Mussolini che il paese non ha un governo così orientato a destra. Sottolinea come molti italiani siano preoccupati per una possibile restrizioni delle libertà personali e per un peggioramento della democrazia. Le elezioni italiane saranno guardate con attenzione da Washington, Bruxelles ed anche Mosca. S cercherà di capire se la coalizione di destra “con le sue forti tendenze nazionaliste e la storica ostilità verso l’Ue, avrà la forza di mantenere il forte sostegno dell’Italia all’Ucraina, o se la sua ascesa porterà nuovi attriti nelle relazioni di Roma con l’Europa”.

Il Financial Times aggiunge “Sia Meloni, la cui carriera politica è iniziata come attivista adolescente nell’ala giovanile del Movimento Sociale Italiano neofascista, sia Salvini, che era un ardente ammiratore del presidente russo Vladimir Putin, sono euroscettici”. Al di là delle rassicuranti dichiarazioni di queste settimane, rimarca il quotidiano britannico, il vero banco di prova per il nuovo governo sarà nei prossimi mesi quando l’Ue cercherà di elaborare una risposta coordinata alle nuove provocazioni russe. Nel suo approccio alle questioni europee “Meloni ha più cose in comune con il leader ungherese Viktor Orbán che con i grandi paesi dell’Ue, Germania e Francia, e sembra pronta a schierarsi con altri leader conservatori nazionalisti nelle loro controversie con Bruxelles sullo stato di diritto e gli standard democratici”.

A mettere in luce i rischi di attriti con l’Europa è anche il sito Politico nel suo articolo “Veni, vidi, veto: Giorgia Meloni’s march on Brussels”. Dopo avre ricostruito la storia politica di Meloni l’articolo ricorda come Meloni abbia sostenuto che “La sovranità democratica risiede, prima di tutto, negli stati nazionali. Dare l’iniziativa legislativa ai burocrati europei non eletti finisce per danneggiare la democrazia”. Politico ricorda poi come la leader di Fratelli d’Italia si sia affrettata a sottolineare di non avree intenzione di mettere in discussione la partecipazione dell’Italia all‘Ue . È stata però altrettanto pronta a sottolineare il suo legame con il partito che ha portato alla Brexit. In un discorso di disconoscimento del fascismo pronunciato in francese, spagnolo e inglese, si è paragonata ai “Tory britannici, ai repubblicani statunitensi e al Likud israeliano”. In passato, Meloni non ha esitato a criticare aspramente la grande finanza e la globalizzazione. Ma, rivolgendosi all’establishment imprenditoriale del paese all’inizio di questo mese, ha assunto un tono più conciliante, promettendo di non creare altro debito e mantenere la rotta impostata da Mario Draghi. Da parte sua, il primo ministro uscente sta facendo del suo meglio per rassicurare gli osservatori sul fatto che la nave dello Stato rimarrà in piedi, anche senza di lui al timone.

“Italia: la zona euro dinanzi al rischio Meloni”, questo il titolo di prima pagina di Le Figaro-Economie, l’inserto economico del quotidiano francese, Le Figaro. “I mercati e gli imprenditori italiani – scrive il giornale – temono tensioni in caso di vittoria dell’estrema destra, ma contano su un richiamo alla realtà della futura coalizione” . Le Figaro sottolinea, tra l’altro, che la leader di FdI “intende rinegoziare alcuni impegni europei dell’Italia, tra cui quelli legati al piano di rilancio post-Covid (Pnrr), il che potrebbe essere esplosivo”. Emmanuel Macron, che negli ultimi anni ha vissuto una sorta di simbiosi con Mario Draghi, “prevede di coordinarsi con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz’, per “non spingere Meloni tra le braccia di Orban”, secondo la parola d’ordine della diplomazia francese. Le Figaro sottolinea che Draghi “era riuscito a rimettere l’Italia al centro del gioco europeo”, ma “la cooperazione rischia di essere più complicata con un nuovo esecutivo populista. I temi di potenziale discordia sono numerosi” e il primo test “sarà la manovra finanziaria 2023, che in teoria va inviata a Bruxelles ad ottobre”

Va detto che sinora i movimenti sui titoli di Stato italiani non hanno mostrato un eccessivo timore per i possibili esiti elettorali. Anche perché, finché la sopravvivenza finanziaria del paese resta in mano alla Banca centrale europea che continua a comprare la quota più importante dei nostri bond, i margini di autonomia e di manovra di qualsiasi governo occupi palazzo Chigi paiono realisticamente davvero molto limitati.

Durante una campagna elettorale sotto tono che si è svolta in una calda estate “Il blocco di destra ha rilanciato vecchie promesse come tagliare le tasse, abbassare l’età pensionabile e impedire ai migranti di raggiungere l’Italia via mare dal Nord Africa, con Giorgia Meloni che propone un blocco navale per impedire ai soccorritori dei migranti di prendere il mare” scrive l’agenzia Reuters nel suo approfondimento “Italy election set to crown Meloni head of most right-wing govt since WW2″, le elezioni incoroneranno Meloni alla guida del governo più di destra dai tempi della seconda guerra mondiale. Reuters ricorda una recente dichiarazione di Meloni: “Sogno una nazione in cui le persone che hanno dovuto abbassare la testa per molti anni, fingendo di avere idee diverse per non essere emarginate, possono ora dire quello che pensano”.

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