“Chi è la vera Giorgia Meloni? Una sobillatrice di estrema destra, una conservatrice che difende i valori della famiglia, una strenua difensora dell’Ucraina o una minaccia per l’Ue in uno dei suoi momenti più cruciali? E’ abile nel presentare volti diversi, in patria e all’estero, nella ricerca dell’identità di quello che sarebbe il primo premier donna in Italia se, come si prevede, le elezioni generali di domenica dovessero portare alla vittoria della coalizione di destra guidata dal suo partito”. Lo scrive il Financial Times in un editoriale dal titolo “I tanti volti del probabile nuovo premier italiano“. La conclusione dell’editoriale non firmato, quindi espressione della redazione del Ft, è che lo “scopriremo presto”. Del resto “nonostante la competenza di Draghi, l’Italia non potrà essere governata per sempre da tecnocrati. L’Ue dovrebbe incoraggiare questo passo democratico, per quanto sfumato. Evitare un governo Meloni, con tutte le sue posizioni illiberali, non farebbe altro che spingerlo verso gli angoli più bui del nazionalismo condiviso dall’Ungheria di Viktor Orbán“. Molto più tranchant un articolo di opinione del Guardian firmato dallo scritto basato a Firenze Jamie Mackay: “Le conseguenze economiche e sociali di un’amministrazione Meloni sarebbero probabilmente terribili”.

Secondo il Ft “tra i tanti personaggi poco attraenti della destra italiana, il meglio che si possa dire della Meloni è che non è Matteo Salvini della Lega. Fortunatamente per Bruxelles – che deve presentare un fronte unito contro la guerra della Russia in Ucraina e gestire l’impennata dei prezzi dell’energia – Meloni non condivide le posizioni filo-Cremlino” di Salvini, prosegue il foglio della City. “Tuttavia, – si legge nell’articolo – permangono gravi riserve sulla Meloni, in particolare nel momento in cui un’ondata di partiti di dura destra sta vivendo una preoccupante rinascita in tutta Europa”. “Il rovescio della medaglia” della leadership di Meloni “è la sua inesperienza in un momento in cui la credibilità dell’Italia a Bruxelles e sui mercati finanziari è fondamentale. Il quotidiano britannico, tuttavia, osserva come “nonostante la competenza di Draghi, l’Italia non potrà essere governata per sempre da tecnocrati. L’Ue dovrebbe incoraggiare questo passo democratico, per quanto sfumato. Evitare un governo Meloni, con tutte le sue posizioni illiberali, non farebbe altro che spingerlo verso gli angoli più bui del nazionalismo condiviso dall’Ungheria di Viktor Orbán“. “Scopriremo presto chi è veramente Meloni. Gli italiani, e Bruxelles, devono sperare che la sua maschera relativamente più moderata non cada”, è la conclusione.

Il pezzo di Mackay per il Guardian parte invece dal video in cui Alessio Di Giulio, consigliere fiorentino di Fdi, passeggiando per il centro di Firenze se la prende con una donna rom. “Il suo gesto è stato puramente performativo, un tacito promemoria ai simpatizzanti politici di tutta la nazione che se i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni vinceranno le elezioni di questa settimana persone come lui avranno presto l’opportunità di dare forma all’agenda politica”, è il commento. 2Meloni è abile sia nel corteggiare che nel prendere le distanze da tali estremisti ogni volta che le fa comodo. All’inizio di quest’estate, durante una visita in Spagna, ha pronunciato un discorso ai sostenitori del partito di estrema destra Vox in cui ha celebrato i “patrioti” e la “famiglia naturale” mentre attaccava “la lobby LGBT” e i “nemici della civiltà”. In Italia, al contrario, ha recentemente pubblicato video di gatti e selfie pesantemente ritoccati per coltivare un’immagine blanda e vacua progettata per conquistare i moderati”. Inoltre “a differenza di alleati come Matteo Salvini, che è sinonimo del suo draconiano disegno di legge sulla sicurezza, o Silvio Berlusconi, che da anni spinge per una flat tax a favore della ricchezza, non ha una proposta di bandiera. L’intervento più drammatico del suo partito nella campagna finora è stata la proposta di boicottare il cartone animato per bambini Peppa Pig, sulla base del fatto che un nuovo episodio che presenta genitori dello stesso sesso costituisce “indottrinamento di genere””.

“Alcuni commentatori hanno interpretato la nuova immagine più morbida di Meloni come una prova che sarà un presidente del Consiglio moderato”, prosegue il Guardian. “I precedenti del suo partito nel governo locale suggeriscono il contrario. Nelle Marche l’amministrazione ha limitato l’interruzione delle gravidanze alle prime sette settimane”. E ancora: “Se la coalizione di Meloni vincesse più del 44% dei voti, potrebbe ottenere i due terzi dei seggi sia alla camera dei deputati che al senato. Questo non solo darebbe all’estrema destra una supermaggioranza per la prima volta nella storia della repubblica, ma consentirebbe, di conseguenza, apportare modifiche alla Costituzione senza la necessità di una conferma tramite referendum pubblico. Ciò è particolarmente preoccupante, visti gli stretti rapporti del suo partito con il primo ministro ungherese Viktor Orbán; infatti, i gruppi per i diritti umani avvertono da tempo che spera di imporre un simile regime autoritario in Italia”. Meloni, Salvini e Berlusconi però “sono profondamente in disaccordo su questioni urgenti come la guerra in Ucraina, la crisi energetica e come affrontare l’inflazione, e ci sono buone probabilità che la loro coalizione crolli anche prima della media di 13 mesi dei governi italiani. Tuttavia, questo non è certo confortante. Per quanto di breve durata, le conseguenze economiche e sociali di un’amministrazione Meloni sarebbero probabilmente terribili. E mentre i politici di centro e di sinistra possono consolarsi con la speranza che la primavera del 2023 possa ripulire il sistema politico dai ribelli populisti, questo è troppo poco, troppo tardi. Sì, la democrazia italiana si sta svuotando da decenni, ma l’imminente ascensione di un’amministrazione di estrema destra segna un nuovo minimo”.

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