“Dall’inizio del governo Draghi a oggi, il M5s ha perso 7-8 punti percentuali, quindi è chiaro che la permanenza in questo governo non faceva altro che farlo dimagrire. Di questo passo, tra 6 mesi sarebbe quasi scomparso. Quindi, credo che qualcosa avrebbe dovuto fare. E praticamente lo ha fatto oggi. È una mossa per sopravvivere per i 5 Stelle. Non è né giusta, né ingiusta, ma indispensabile“. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “24 Mattino”, su Radio24, da Domenico De Masi, professore emerito di sociologia del lavoro all’Università La Sapienza di Roma.

De Masi ricorda: “Quando è caduto il governo Conte Due, si diceva che Conte avrebbe dovuto fare un partito per conto suo e i sondaggi gli davano il 7-8%. Ebbene, a un anno di distanza, Conte ha un suo partito depurato da quasi tutti coloro che gli erano contrari e questo partito ora è al 12-13%. Quindi, tutto sommato, a un anno di distanza Conte ha dimostrato di avere ragione. Anziché fondare un partito ex novo, il che richiede soldi e compromessi, ha valorizzato un partito già esistente e lo ha fatto proprio. C’è un pezzo di parlamentari 5 Stelle che vuole uscire? E dove va? – continua – Si è visto cosa succede con queste uscite. Il migliore è stato Paragone che è riuscito a farsi un partito suo al 2,5%, per di più radicato al Nord. Ma tutti gli altri, compreso Di Maio, praticamente non hanno voti. Di Maio adesso ha una zavorra di 60 parlamentari che stanno con lui perché vogliono qualcosa. Che cosa possa dar loro Di Maio è difficile dirlo”.

Il sociologo aggiunge: “Giuseppe Conte può dare per ora il 12% dei voti, che già significa un bel gruzzolo di senatori e deputati. Poi, se con l’uscita dal governo Draghi Di Battista, come aveva promesso, rientra, un altro paio di punti li porta. Quindi, praticamente il M5s ridiventa il terzo partito in Italia e potrà avere voce in capitolo. Credo che con le capacità che Conte sta dimostrando in questo periodo – sottolinea – il M5s probabilmente riesce a salvarsi. Riesce cioè a completare quella lunga marcia di trasformazione da movimento a partito. È partito come movimento col 33%, arriva col 16% a diventare partito. Si tenga conto che Craxi non ha mai avuto più del 14%. Tutto sommato, non è un’operazione così miope come la fanno apparire oggi alcuni giornali“.

De Masi conclude: “Conte è molto equilibrato e molto circospetto. E riesce nelle grandi trattative molto bene. L’ha dimostrato portando in Italia 219 miliardi con trattative difficilissime in Europa. Quando fa delle mosse, delle volte, nell’immediato, sembrano dettate da timidezza, poi alla fine nei tempi medio-lunghi si rivelano molto più sagge di come si possa pensare. Allo stato attuale Conte ha in mano un partito abbastanza solido che potrebbe in poco tempo arrivare al 16%“.

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