Altro che transizione digitale. Nonostante l’impegno e delle promesse nell’incontro dello scorso giugno da parte del ministro Vittorio Colao a Marco Gentili, co-Presidente dell’Associazione Luca Coscioni e affetto da Sla, la possibilità di sottoscrivere il referendum sull’eutanasia attraverso l’uso della firma digitale rischia di venire affossata.
Il motivo? Nonostante un testo concordato tra il gabinetto dello stesso Colao e i promotori del referendum, l’emendamento al decreto Semplificazioni che avrebbe consentito fin da subito la firma digitale per i referendum (attraverso lo Spid o altra modalità) ha ricevuto parere contrario dal Ministero della Giustizia, come denuncia l’associazione Luca Coscioni. “La riformulazione proposta dal ministero di Largo Arenula stravolge gli obiettivi legati alla transizione digitale della democrazia, negando la possibilità di un pieno godimento dei diritti civili e politici”, hanno così rivendicato dall’associazione. Per questo motivo una lettera-appello rivolta alla Guardasigilli è stata consegnata da Lucrezia Fortuna, che fa parte della stessa associazione Coscioni, agli uffici del ministero.
Una missiva nella quale è lo stesso Gentili a chiedere un intervento da parte di Cartabia: “Ho appreso dagli onorevoli Riccardo Magi (+Europa) e Lisa Noja, primi firmatari di un emendamento al decreto semplificazioni che consentirebbe da subito, anziché dal 1 gennaio 2022 come già previsto dalla legge bilancio 2020, la sottoscrizione online di proposte di legge d’iniziativa popolare e referendum, che il suo ministero avrebbe proposto una riformulazione del testo che stravolgerebbe la proposta, riportando la Repubblica italiana a imporre ostacoli irragionevoli al pieno godimento dei diritti civili e politici nel nostro Paese”, si legge. E ancora: “In attesa dell’entrata in funzione della piattaforma governativa che il Ministro Colao sta già realizzando (ma che sarà pronta non prima di ottobre, tempi che quindi non coincidono con le necessità dei promotori, dato che le firme devono essere consegnate entro il 30 settembre 2021, ndr), sono state formulate le disposizioni che prevedono la validità da subito delle firme digitali raccolte dai Comitati promotori attraverso i servizi forniti da enti certificati e abilitati da Agid”. Una soluzione tradotta nell’emendamento Magi-Noja (e sottoscritto dai capigruppo di Lega e M5s in Commissione Affari costituzionali, Igor Iezzi e Vittoria Baldino, così come da Nicola Fratoianni di Sinistra italiana, Massimo Ungaro di Italia Viva, dai dem Giuditta Pini, Francesca La Mara e Angela Schirò e da Giuseppina Versace di Forza Italia) che, secondo Gentili, “darebbe seguito fattivo ai rilievi delle Nazioni Unite“. Al contrario, la riformulazione proposta dal ministero guidato da Cartabia, “a fronte invece del parere favorevole del ministero per la Transizione digitale e il via libera del Ministero dell’Interno, cancellerebbe tutto ciò”.
Per questo l’appello dell’associazione Coscioni alla Cartabia è di “rivedere personalmente la questione e cambiare il parere del suo ministero”, ha sottolineato anche l’ex parlamentare radicale Marco Perduca. Altrimenti, “continueremo con metodi novecenteschi, con un grave danno alla partecipazione democratica e al godimento dei diritti civili e politici”, ha avvertito Lucrezia Fortuna. “Se confermata, la sua sarebbe una scelta grave che in piena pandemia diventa scellerata. Ha poche ore per rimediare”, ha attaccato Marco Cappato, tesoriere dell’associazione e tra i promotori del referendum sull’eutanasia.
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