“Salvare Napoli significa salvare la Whirlpool, è una questione che riguarda tutti i lavoratori. Non consentiremo che questa vertenza venga dimenticata”. Protesta di sindacati e lavoratori della Whirlpool sotto al ministero dello Sviluppo economico a Roma, nel giorno dello sciopero nazionale dei lavoratori del gruppo. “Nessuna soluzione è stata trovata, né dagli esecutivi Conte né ora da Draghi. Ma non accetteremo che da luglio scattino i licenziamenti, siamo pronti a continuare la mobilitazione”, hanno spiegato. “Serve investire nella industria italiana e nella industria che porta lavoro in Italia, Whirlpool chiude Napoli mentre guadagna come non mai. È ora che questo Ministero si svegli e affronti le crisi“, ha rivendicato Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom- Cgil e responsabile elettrodomestico, durante il presidio al Mise.
“Questa è una giornata particolare, mostra cosa sta succedendo in questo Paese. Qui come altrove si sciopera per il lavoro, a Novara un giovane sindacalista è stato barbaramente ucciso, è inaccettabile. Questo è un Paese che si prepara a costruire un futuro o che sta degenerando? Dove tra pochi giorni quando scadrà il blocco dei licenziamenti avremo gente per strada e se scioperi rischi pure la vita”, ha attaccato, ricordando Adil Belakhdim, il coordinatore interregionale del sindacato Si Cobas di 37 anni, travolto da un camion nel corso di una manifestazione dei lavoratori nell’area logistica di Biandrate.
Davanti al ministero dello Sviluppo economico operai di tutti gli stabilimenti in sciopero hanno protestato contro il mancato rispetto del piano industriale sottoscritto proprio al Mise da parte della multinazionale nel 2018, così come contro la chiusura dello stabilimento di Napoli, dove 350 persone ormai rischiano di perdere il lavoro, senza considerare l’indotto. Dai sindacati è partita la richiesta per un tavolo urgente. Così, dopo un incontro in videoconferenza con la viceministra Alessandra Todde, un vertice al ministero è stato convocato per il prossimo 23 giugno. Anche perché, dopo Napoli, il timore è che l’azienda possa disimpegnarsi anche altrove: “Per due anni abbiamo scongiurato licenziamenti con sole forze sindacali, adesso abbiamo bisogno del sostegno del governo. Anche perché domani potrebbe accadere anche in altri stabilimenti del gruppo”, ha spiegato Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm. “Perché deve essere sempre il Sud a essere martoriato?”, hanno rilanciato invece diversi lavoratori del gruppo. “Mentre l’azienda assume interinali a Varese, noi continuiamo a pagare”, c’è chi ricorda. “Dobbiamo evitare di entrare nella fase di licenziamento collettivo che può iniziare il 2 luglio. Dal 23 al 30 giugno abbiamo quel tempo per convincere noi Whirlpool a non aprire le procedure”, è l’avvertimento dei sindacati. Pronti a continuare la mobilitazione: “Non è possibile che queste multinazionali decidano da un giorno a un altro cosa fare della vita di migliaia di lavoratori”. Con un lungo applauso Fiom, Fim e Uilm, in presidio insieme ai lavoratori, hanno anche voluto ricordare dal palco l’ultima battaglia di Guglielmo Epifani, il parlamentare di Articolo Uno ed ex dem che qualche giorno prima di perdere la vita era stato in piazza a Roma proprio insieme ai lavoratori di Whirlpool in presidio: “Oggi è come se fosse ancora con noi”.
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Sindacalista investito a Novara, i colleghi del Si Cobas: “Manifestava per i diritti di tutti, non si può morire così. Per noi come un fratello”

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