Aveva 37 anni e due figli piccoli. Adil Belakhdim, italiano di origine marocchina, coordinatore provinciale di Novara del sindacato Si Cobas, è morto venerdì mattina investito da un camion nel corso di una manifestazione dei lavoratori nell’area logistica di Biandrate, a pochi chilometri dal capoluogo, nel giorno dello sciopero nazionale unitario del settore proclamato da Si Cobas, Usb e Adl Cobas. È successo davanti ai cancelli del centro distribuzione territoriale della catena di supermercati Lidl in via Guido il Grande: il mezzo ha investito l’uomo durante una manovra e poi si è allontanato senza prestare soccorso. All’origine del gesto la tensione tra il conducente del camion – che voleva uscire dal magazzino – e i lavoratori che protestavano davanti al cancello bloccando il passaggio.

La ricostruzione – Intorno alle 7 del mattino una rappresentanza di 15 sindacalisti del Si Cobas si è presentata davanti all’ingresso del centro distribuzione. Verso le 7.30, mentre gli attivisti erano davanti agli accessi della filiale, un autista che lavora per conto di una ditta incaricata da Lidl – un 25enne del Casertano – incolonnato dietro ad altri mezzi sulla corsia di uscita e spazientito dall’attesa, ha improvvisamente imboccato contromano la corsia d’entrata, muovendo il mezzo con ripetute accelerazioni, nonostante i manifestanti si trovassero davanti a lui e gridassero battendo le mani sulla cabina motrice per convincerlo a fermarsi. Nello stesso tempo due agenti della Digos della polizia di Novara, presenti sul posto, gli hanno intimato l’alt mostrando il tesserino di riconoscimento, ma l’autista ha continuato la propria marcia, procedendo a scatti. Superati i cancelli, ha svoltato a destra per immettersi sulla carreggiata, costringendo i manifestanti davanti al mezzo a spostarsi per non essere travolti. Nel corso di questa manovra, Belakhdim – che si trovava davanti al veicolo assieme ai compagni – è stato scaraventato a terra per cause ancora da accertare, venendo travolto dalle ruote del mezzo. Il conducente, a quel punto, si è allontanato a tutta velocità dal centro di distribuzione e ha raggiunto il casello autostradale di Novara Ovest, sull’autostrada A4. Lì si è costituito con una telefonata al 112 ed è stato raggiunto e arrestato da Carabinieri e agenti di Polizia con le accuse di omicidio stradale, resistenza e omissione di soccorso. Al momento si trova in carcere.

Proclamato sciopero “in presenza” – Il coordinatore nazionale del Si Cobas Aldo Milani ha ricordato che l’accaduto è “simile a quello che è avvenuto anni fa alla Gls di Piacenza. Un criminale autista non ha esitato a schiacciare l’acceleratore dell’automezzo schiacciando il nostro compagno. È stato operaio della Tnt, quando aveva scelto di tornare al suo Paese per avviare una attività ho concordato io stesso un incentivo per l’uscita del magazzino di Peschiera Borromeo. Le cose non sono andate come erano state da lui programmate è tornato da noi in Italia e si è attivato nel Si Cobas. È lui che ha dato il suo impegno in quel di Novara e ha dato sviluppo a quel coordinamento provinciale”. Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato due giorni di sciopero ‘in presenza’, domani e dopodomani, dei lavoratori di tutte le aziende del polo logistico di Biandrate: “Bene hanno fatto le organizzazioni sindacali confederali e di categoria territoriali a rispondere e reagire subito”, è il commento del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Intanto sono in corso presidi spontandi di protesta di fronte a punti vendita Lidl a Firenze e Palermo: nel capoluogo toscano un centinaio di persone si sono riunite all’ingresso del supermercato di via Baracca, alla periferia della città, chiedendo agli avventori di non entrare.

Lidl: “Autista di un fornitore terzo” – In serata, sulla morte di Belakhdim è intervenuta anche una nota della catena di supermercati Lidl: “Siamo estremamente dispiaciuti per il drammatico incidente di questa mattina e vogliamo innanzitutto esprimere il nostro più sincero e profondo cordoglio alla sua famiglia in questo triste momento”, scrive l’ufficio comunicazione del marchio tedesco, specificando che “l’incidente ha visto coinvolto un mezzo e un autista di un fornitore di merci terzo, non dell’azienda”. Inoltre, aggiunge, “la manifestazione nazionale alla quale il funzionario dei Si Cobas stava partecipando era stata indetta per rivendicazioni nel settore logistico. In questo contesto, l’azienda ricorda che applica a tutti i circa 2.500 lavoratori delle 10 piattaforme logistiche in Italia non il contratto della logistica, ma il Ccnl della distribuzione moderna organizzata, insieme ad un ulteriore contratto integrativo”. L’azienda “ribadisce che da sempre sono in essere costanti relazioni con le principali organizzazioni sindacali, orientate al dialogo e al confronto reciproco

Si Cobas: “Repressione spietata contro scioperi e lotte” – “I padroni volevano il morto e ci sono riusciti”, attacca il Si Cobas in un post su Facebook. “Le cariche alla FedEx-Tnt di Piacenza, gli arresti, i fogli di via e le multe contro gli scioperi, le aggressioni armate di body guard e crumiri a San Giuliano e Lodi, passando per i raid punitivi alla Texprint di due giorni fa, sono parte di un unico disegno che vede i padroni e la criminalità organizzata agire in maniera unita e concentrica per schiacciare con la forza e la violenza gli scioperi dei lavoratori contro il supersfruttamento e in difesa delle conquiste strappate negli anni dal sindacalismo conflittuale: una violenza che che è quasi sempre spalleggiata e alimentata dalla repressione spietata condotta dalle forze dell’ordine contro gli scioperi e le lotte operaie”, scrive il sindacato di base. Aggiungendo che “da settimane i padroni e i loro complici stanno veicolando sui luoghi di lavoro, con ogni mezzo e con ogni tipo di provocazione, il messaggio che i picchetti si possono sfondare, che operai e sindacalisti possono essere liberamente pestati a sangue, che gli scioperi possono essere schiacciati e le lotte messe a tacere con metodi mafiosi, il tutto con la complicità o il silenzio-assenso dello Stato e della polizia”.

Il premier Draghi – prosegue il post – piuttosto che versare lacrime di coccodrillo dovrebbe spiegare per quale motivo da oltre 3 mesi il Si Cobas sta chiedendo al Governo un tavolo di crisi al Mise per risolvere la vertenza alla FedEx di Piacenza, con 280 lavoratori buttati per strada solo a causa della loro appartenenza al nostro sindacato, senza ricevere mai risposta e, anzi, ricevendo in cambio cariche e manganellate della polizia quando lo scorso 21 maggio ci siamo recati in presidio sotto palazzo Chigi; dovrebbe spiegare come mai da oltre un anno il Si Cobas si batte per ottenere dal governo (prima Conte, ora l’attuale) il varo di protocolli vincolanti sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro senza mai aver ricevuto alcuna risposta; dovrebbe spiegarci come mai il governo stia sponsorizzando piani di ristrutturazione che prevedono migliaia di licenziamenti e una generale precarizzazione dei contratti (oggi in FedEx, domani dappertutto) senza che le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nella logistica siano convocate ai tavoli di trattativa”, si legge.

E ancora: “Domani Adil sarebbe stato con noi a Roma per manifestare contro lo sblocco dei licenziamenti, contro il rinnovo-farsa del Ccnl Trasporto merci e logistica, e a sostegno della lotta dei lavoratori FedEx di Piacenza. Il dolore per la perdita di un nostro dirigente nazionale ad opera di un vigliacco criminale è indescrivibile, ma non appanna, anzi rafforza le ragioni della manifestazione di domani a Roma. Perchè si tratta delle stesse ragioni e della stessa causa per cui Adil si batteva da anni e che sono alla base della tragedia di stamattina: la lotta per l’emancipazione dei proletari dalla barbarie capitalistica. Saremo alle 14 in piazza della Repubblica per portare la nostra rabbia e le nostre lotte fin nel cuore del capitale, e invitiamo tutti i lavoratori e i solidali alla massima partecipazione. Al contempo, sosteniamo fin d’ora ogni iniziativa tesa a denunciare e smascherare le responsabilità oggettive del gruppo Lidl per il barbaro assassinio di Adil”.

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Sindacalista investito a Novara, i colleghi del Si Cobas: “Manifestava per i diritti di tutti, non si può morire così. Per noi come un fratello”

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