Chi dice che un milionario non può contribuire alla dote di un 18enne, a maggior ragione di un giovane che vive in periferia, è semplicemente egoista. Draghi in merito ha fatto delle dichiarazioni che io non condivido. Se il presidente Draghi è lo stesso che poco tempo fa esaltava il modello fiscale danese, che tassa le ricchezze, o che lo scorso anno parlava di debito buono e di debito cattivo, questo è il momento di dimostrarlo“. Così, in una intervista a Lanfranco Palazzolo per Radio Radicale, il deputato del Pd, Francesco Boccia, commenta la replica del presidente del Consiglio, Mario Draghi, alla proposta del segretario dem Enrico Letta circa la tassa di successione per i patrimoni superiori al milione di euro.


E lancia una frecciata al compagno di partito Andrea Marcucci: “Ho letto le affermazioni dell’ex capogruppo Pd al Senato. Non c’è bisogno di scomodare Seneca o lo stesso Papa Francesco quando ci ricordano che è grande chi sa essere povero nella ricchezza. Evidentemente, non è il caso di Marcucci. Non si sarà posto il problema dei ragazzi che vivono in periferia, perché è più fortunato di loro. Ricordo che noi siamo un partito di sinistra. E un partito di sinistra si occupa degli ultimi. Noi abbiamo questa funzione e continueremo testardamente a esercitarla. Ovviamente il fatto che Andrea Marcucci e il presidente di Italia Viva siano d’accordo con Salvini – continua – dà lo spaccato della condizione in cui ci troviamo e in cui ci siamo trovati. Ma questo è lo spartiacque: chi sta di qua, cioè a sinistra, ha una certa visione della società e dei modelli redistributivi; chi sta di là ha la visione di una destra liberista secondo cui l’1% della popolazione non debba dare un contributo ai 18enni. Noi siamo il partito di chi non ha, non il partito di chi vuole difendere le rendite di posizione. L’1% degli italiani può dare un contributo alle giovani generazioni? Io penso di sì. Credo che sia innanzitutto un dovere civico, poi viene la politica”.

Boccia puntualizza: “Se non ci poniamo noi questi temi, chi deve porseli? Voglio dirlo senza giri di parole a gran parte della classe politica, a partire dal presidente del Consiglio: chi ha tutto può parlare per sentito dire. Una parte della politica è così miope da non considerare non prioritari temi come l’emergenza giovani, le diseguaglianze, la necessità di garantire sicurezze, la cittadinanza italiana a tanti ragazzi che vanno a scuola coi nostri figli. Per me tutto questo invece è prioritario. E se l’1% della popolazione è chiamato a contribuire, io penso che sia una grande battaglia di civiltà – conclude – Noi del Pd faremo comunque le nostre battaglie alla luce del sole in Parlamento, che è sovrano ed è il luogo in cui il popolo ci ha delegato per essere rappresentato. Poi ci saranno i momenti della verità, cioè quelli in cui saremo sottoposti al giudizio degli elettori a ottobre con le elezioni amministrative in 1304 Comuni. Gli italiani, a quel punto, si saranno fatti una idea di quello che è accaduto in Italia”.

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