La difesa sosteneva che Donald Trump non potesse affrontare un processo per impeachment dal momento che non è più presidente, ma il Senato, nel giorno in cui è iniziata la discussione per la sua messa in stato d’accusa, ha riconosciuto il procedimento come costituzionale, votando dunque per andare avanti con l’intera procedura. Il riconoscimento è avvenuto con 56 voti contro 44: questo significa che sei repubblicani hanno votato con i democratici per andare avanti con il processo, dove Trump è accusato di incitamento all’insurrezione per l’assalto al Congresso dello scorso 6 gennaio. La seduta del Senato è stata aperta dai Dem proprio con un montaggio video del comizio di Trump avvenuto poco prima della “presa” di Capitol Hill da parte dei suoi sostenitori.

Le proporzioni del voto fanno emergere che il magnate gode ancora di grande lealtà nei suoi confronti all’interno del partito repubblicano, sufficiente a evitargli una condanna: hanno votato contro Trump, infatti, solo sei senatori Gop, mentre per la condanna sarebbe necessaria la maggioranza dei due terzi del Senato (composto da 100 seggi), dunque servirebbe il voto di 17 repubblicani. A partire da mezzogiorno locale di oggi, mercoledì, le parti hanno 16 ore per presentare le loro argomentazioni, poi nel fine settimana i senatori dovrebbero avere la possibilità di porre domande. Non è chiaro se verranno chiamati dei testimoni, in ogni caso Trump ha già chiarito che non intende testimoniare volontariamente. Un voto del Senato sull’eventuale condanna potrebbe anche avvenire lunedì se non ci fosse la parte dei testimoni.

Trump deluso dalla sua difesa al Senato – Intanto l’ex presidente segue dalla sua residenza di Mar-a-Lago in Florida il processo di impeachment e, secondo quanto scrive Politico, si è infuriato per la risposta debole, macchinosa dei suoi avvocati a quella che è stata invece una partenza forte, emotiva ma ben costruita dell’accusa. Come se non bastasse nel suo ondivago intervento, uno dei due avvocati di Trump, Bruce Castor, ha chiamato per nome il senatore Ben Sasse, uno degli unici sei repubblicani che hanno votato per la costituzionalità dell’impeachment, che è già il nemico numero uno dell’ex presidente e del Maga (Make America Great Again, slogan di Trump e dei suoi sostenitori) da quando ha attaccato i repubblicani per la loro “strana venerazione” per il tycoon. Non è certo poi piaciuto il fatto che l’avvocato si sia riferito a Trump come “ex presidente”.

L’ex procuratore della Pennsylvania è diventato, insieme a David Schoen, l’avvocato di Trump solo 10 giorni fa, dopo le dimissioni di massa del suo team originario, pare perché l’ex presidente contestava le parcelle troppo care. Ora però Trump deve fare i conti con le critiche che stanno piovendo da tutte le parti, anche e soprattutto da repubblicani e persino dalla tv di estrema destra Newsmax.

L’emittente a un certo punto ha interrotto la diretta per dare la parola a Alan Dershowitz, il famoso avvocato che ha difeso Trump nel primo processo di impeachment, che ha avuto parole impietose per il collega. “Non capisco cosa stia facendo – ha detto – gli americani hanno diritto ad un’argomentazione, ma questa non mi sembra una difesa efficace dopo la forte performance dell’accusa”. Anche consiglieri dell’ex presidente, che hanno lavorato con il team della difesa, sono rimasti basiti di fronte all’intervento di Castor, che è apparso perso e senza una chiara linea da seguire, stupiti dal fatto che non abbia voluto usare grafici o video, strumenti che il suo cliente, ossessionato dalla comunicazione televisiva, sperava fossero usati. Secondo la ricostruzione delle fonti della Cnn, Trump non ha trattenuto la sua rabbia guardando la diretta tv ed “ha quasi urlato” quando Castor ha espresso il suo apprezzamento per come i manager della Camera aveva “ben presentato” gli argomenti dell’accusa. Anche le fonti del New York Times hanno descritto la rabbia crescente dell’ex presidente che, hanno affermato, in una scala da uno a dieci ha raggiunto “il livello otto”. Così l’ex presidente ha continuato il resto della giornata “frustrato e irritato”, affermano ancora dal suo entourage a Mar a Lago.

Nyt: “Inchiesta in Georgia sui tentativi di Trump di ribaltare il risultato”
Al processo per impeachment si aggiungono le inchieste avviate nei confronti di Trump riguardo al suo tentativo di ribaltare il risultato del voto in Georgia, decisivo per la vittoria di Joe Biden alle scorse Presidenziali. Secondo il New York Times, la procura della contea di Fulton ha aperto infatti un fascicolo sulla telefonata con cui il tycoon minacciò il segretario di Stato locale, il repubblicano Brad Raffensperger: “Tutto quello che voglio fare è questo, devi trovare abbastanza voti. Voglio solo trovare 11.789 voti, che sono molti di più di quelli che abbiamo. Perché abbiamo vinto lo Stato”, gli disse aggiungendo che se non lo avesse fatto avrebbe corso “un grande rischio”.

Telefonata che aveva già provocato, come emerso giorni fa, l’apertura di un’altra indagine da parte proprio dell’ufficio del segretario di Stato locale. “L’ufficio del segretario di Stato indaga sulle denunce che riceve”, ha riferito il portavoce Walter Jones, definendo l’indagine una istruttoria preliminare di carattere amministrativo. “Qualsiasi ulteriore sforzo legale sarà lasciato all’attorney general”.

Lo “sciamano” deluso da Trump – È il volto dell’assalto al Congresso e nei giorni scorsi aveva anche proposto di testimoniare contro Trump al processo per impeachment. Una proposta che è stata rigettata. Ma, nonostante questo, Jacob Chansley, soprannominato dai media ‘Sciamano di QAnon’, ha diffuso una dichiarazione in cui si dice dispiaciuto di aver partecipato all’assalto al Campidoglio di Washington e di aver causato paura nelle persone presenti, esprimendo delusione nei confronti di Trump.

L’uomo dell’Arizona è uno dei più noti dimostranti violenti che hanno preso parte all’assalto del 6 gennaio con l’obiettivo di impedire la certificazione della vittoria di Joe Biden alle elezioni. Si era fatto notare per l’aspetto: volto dipinto con i colori della bandiera Usa, torso nudo e copricapo in pelliccia e corna. Chansley si è dichiarato non colpevole per accuse di disordine civile e ostruzione a procedimenti ufficiali, oltre che per accuse minori. Nella nota diffusa dal suo avvocato, Al Watkins, Chansley dichiara di aver fatto una valutazione della propria vita da quando è stato in carcere per le accuse legate all’assalto, realizzando che non avrebbe dovuto entrare nell’edificio del Congresso. Ha anche accusato Trump, che in precedenza aveva descritto come ispiratore del suo viaggio a Washington, di aver “abbandonato un sacco di persone”. Ha poi chiesto ai concittadini di avere “pazienza con lui e le altre persone pacifiche” che ora “sono in difficoltà nel gestire tutto quel che è loro accaduto”, aggiungendo: “Siamo brave persone a cui importa molto del nostro Paese”.

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