Se Donald Trump ha volutamente glissato sui giudizi rispetto ai complottisti che lo sostenevano – e che hanno assaltato il Congresso lo scorso 6 gennaio – il leader della minoranza repubblicana al Senato Usa, Mitch McConnell, non ha dubbi: per lui “sono un cancro” per il partito repubblicano. Le dichiarazioni, riportate dal sito The Hill, arrivano mentre è sempre più forte lo scontro fra l’ala tradizionale del partito e quella trumpiana e suonano come un chiaro attacco a Marjorie Taylor Greene (nella foto), neo deputata sostenitrice della teoria QAnon e fan sfegatata di The Donald, che recentemente l’ha contattata per manifestarle il suo sostegno. Greene è al centro di forti polemiche, anche da parte di suoi compagni di partito repubblicani, dopo avere condiviso sui social post con dichiarazioni antisemite e razziste, e in cui si minaccia di sparare in testa alla speaker della camera Nancy Pelosi. I democratici hanno dunque chiesto che i repubblicani la ritirino dalla commissione Bilancio e da quella Istruzione e Lavoro.

“Qualcuno che suggerisce che nessun aereo ha colpito il Pentagono l’11 settembre, che orribili sparatorie nelle scuole sono messe in scena…vive fuori dalla realtà”, ha detto McConnell, citando bufale condivise sui social dalla Greene, che è anche una sostenitrice della delirante teoria QAnon sull’esistenza di una setta satanica di pedofili nei gangli dello Stato. Greene ha riposto subito su Twitter che “il vero cancro per il partito sono i repubblicani deboli che sanno solo perdere con grazia”. McConnell ha anche espresso pubblico sostegno a Liz Cheney, numero tre della leadership del partito, sotto attacco perché favorevole all’impeachment di Donald Trump, che l’8 febbraio sarà avviato al Senato.

Da Kennedy morto nel 1999 alla California devastata da un “laser”: le convinzioni di Greene – Seguace di QAnon, Greene crede che l’11 settembre sia stato una bufala e che Barack Obama sia musulmano. Commentando la morte di John F. Kennedy Jr nel 1999 in un incidente aereo ha sentenziato: “E’ un altro degli omicidi dei Clinton“. Per non parlare del fatto che a suo avviso l’incendio che nel 2018 ha devastato la California sia stato iniziato da un “laser” nello spazio di proprietà di un’importante famiglia ebraica con legami con il gotha dei democratici. C’è poi il capitolo delle sparatorie di massa nelle scuole degli ultimi anni: per la deputata sono solo bugie cavalcate dal governo nel tentativo di strappare le armi agli americani.

Greene è entrata solo tre mesi fa in Congresso ma tanto le è bastato per crearsi il brand di provocatrice di estrema destra. Un’etichetta di cui va orgogliosa ma che crea non pochi imbarazzi fra le fila repubblicane. Il partito per ora tace nonostante il pressing e le critiche dei democratici. Ma i malumori interni si iniziano a far sentire. Per i conservatori il caso Greene è l’ennesimo grattacapo che si va ad aggiungere alle spaccature interne sull’impeachment di Trump. Parte dei repubblicani preme sui vertici del partito per la rimozione di Liz Cheney, terza nella gerarchia conservatrice alla Camera, rea di aver votato a favore della messa in stato di accusa dell’ex presidente per istigazione all’insurrezione. Cheney per ora resiste, forte dell’appoggio della vecchia guardia repubblicana, incluso George W. Bush, la cui immagine dopo quattro anni di Trump è stata riabilitata. Proprio l’ex presidente ha sentito il suo ex vice Dick Cheney per ringraziarlo del servizio della figlia.

In questo quadro di guerra interna con il rischio di implosione, i repubblicani si trovano a fare i conti con Greene che non intende mollare e anzi alza i toni, forte dei suoi voti che il partito non vuole perdere. “Se indietreggiano e consentono ai democratici e alle fake news di cacciarmi – ha tuonato – allora i repubblicani aprono la porta alla possibilità che lo stesso venga fatto a ogni altro singolo conservatore fino a quando non ce ne saranno rimasti più”. E a rendere ulteriormente grottesca la situazione ci si è messo pure Jacob Chansley, lo ‘sciamano’ dell’assalto al Congresso del 6 gennaio, che si è detto pronto a testimoniare contro Trump durante il processo di impeachment.

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