“La scuola è sicura”. Lo ribadiscono i pediatri all’indomani delle divisioni politiche sul ritorno in classe degli studenti delle superiori. “All’interno della scuola non si formano dei cluster, ma esistono dei casi sporadici e tutti i casi che abbiamo riscontrato nascevano da un contagio intra-domestico” dichiara Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP) citando i dati raccolti dai pediatri in collaborazione con l’ospedale Bambino Gesù, l’Istituto di Ortofonologia e la Fondazione Mite.
Tra chi vorrebbe abbandonare la didattica a distanza per tornare sui banchi di scuola sono i ragazzi della Rete degli Studenti Medi. “Chiediamo scuola in presenza e in sicurezza”, chiarisce Leone Piva del Liceo Cavour di Roma. La Rete ha da poco redatto un documento che raccoglie le priorità di chi attende di ritornare al proprio banco. Tra gli interventi in elenco ci sono il recupero degli spazi e la messa in sicurezza dei trasporti. Proprio il nodo trasporti sembra essere il nodo più difficile da sciogliere. Il perché lo rivela, Marino Masucci, Segretario Generale della Fit-Cisl del Lazio: “A Roma per garantire nell’immediato il distanziamento del 50% all’interno degli autobus servirebbero mille autobus in più. Una cifra enorme e non disponibile né in pochi giorni né in pochi mesi”.
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