“La situazione attuale in Italia? Mi pare non ci sia niente di nuovo sotto al sole: si litiga e si tira a campare. Poi ci sono quelli che hanno tanto e altri che hanno sempre meno. Questa è un po’ la vera Italia. E’ un’Italia fatta di sofferenze e di furbizie“. Sono le parole pronunciate ai microfoni de “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus, dall’ex magistrato Antonio Di Pietro, che stila un’analisi del grave momento attuale del Paese.

E aggiunge: “Guardate il caso del covid: ce la prendiamo tutti i giorni con qualcuno che dice una cosa e poi dice un’altra. Per l’amor di Dio, possiamo avere anche ragione, però a cominciare da noi vogliamo che gli altri stiano attenti ma siamo i primi a non stare attenti. Il governo non dà informazioni univoche su cosa dobbiamo fare? E quindi? C’è bisogno che ti dica il governo cosa devi fare? Il giorno dopo siamo tutti bravi a dire come andavano fatte le cose. Io non sono amante di questo governo, che avrà fatto sicuramente degli errori – continua – ma alla critica a tutti i costi non ci sto. Certo, se fai il cashback e poi mi dici che non devo uscire a spendere, sei contradditorio e ambiguo. Ma abbiamo tutti colpa, a cominciare da chi ci guida per finire a ognuno di noi. In questo senso, mi è molto piaciuto il discorso di Angela Merkel che non ha puntato il dito contro i cittadini, ma ha affermato: ‘Finora quello che abbiamo fatto non è stato sufficiente. Quindi, guardiamo al domani, è inutile stare a discutere sul passato'”.

Sul governo e sulle forze di maggioranza, Di Pietro osserva: “M5s? Ho sempre detto che li considero miei figli. Hanno convogliato nelle urne la rabbia di tanti cittadini e quindi bisogna ringraziare Grillo per questa operazione importantissima. Dopodiché per governare bisogna imparare, ma adesso non è più il tempo di imparare: è il tempo di vedere cosa hai imparato. Nel Paese c’è bisogno di una forza di opposizione seria, leale e credibile. In questo senso, non condivido diverse cose che dice Di Battista – puntualizza – ma preferisco un Di Battista a capo del M5s piuttosto che quella massa di approfittatori che utilizzano il Movimento per farsi gli affari loro. Poi questi litigano di giorno e di notte fanno ammuina. Preferisco la coerenza: meglio un Movimento granitico come quello che aveva ideato Beppe Grillo, con a capo Di Battista, piuttosto che questa Dc che va a fare le verifiche di governo”.

E’ poi il turno di Matteo Renzi e di Matteo Salvini, che l’ex leader dell’Italia dei Valori menziona per esprimere alcune critiche caustiche a Giuseppe Conte: “Io e Renzi sappiamo di esserci antipatici a vicenda, ma questo non vuol dire che non bisogna ascoltarlo. Renzi ha posto questioni serie e vere: non potete sostituire il Parlamento e il governo nella gestione dei fondi europei e non potete mettere in una fondazione i servizi segreti. Quando Renzi dice queste cose, anziché dire ‘Mamma mia, quanto mi sta antipatico Renzi’, bisognerebbe pensare che forse c’ha ragione. Salvini e il processo Gregoretti? – continua – Lui sicuramente sul piano politico ha fatto una cosa immorale, antidemocratica, tutto quello che volete. Ma delle due l’una: o è un atto politico o è un atto giudiziario. Ma in quest’ultimo caso sono tutti responsabili, non solo lui. Ogni membro del governo, a cominciare dal presidente del Consiglio, è un pubblico ufficiale, che ha anche l’obbligo di impedire che venga fatto qualcosa di male. Se sei un carabiniere o un pubblico ufficiale, vedi che uno commette un sequestro di persona e stai lì a guardare senza fare niente, sei colpevole come lui. Questa idea dello scaricabarile nel caso Gregoretti sa molto di Ponzio Pilato“.

E sempre sul presidente del Consiglio aggiunge: “Non fatelo scemo e debole, lui ci sguazza. Conte è un bel prete che sa predicare bene. Sono passati oltre due anni e ancora parla al futuro: ‘faremo, diremo’. Parla sempre come se dovesse spiegare a qualcuno cosa deve fare. Ma fallo. I soldi del Recovery Fund? Invece di lamentarci sul fatto che ce li fregheranno, organizziamoci per fare in modo che non lo facciano. Ma questo non vuol dire che dobbiamo mettere mille lacci e lacciuoli per poi non spendere i soldi che la Ue ci dà, come è successo spesso in passato – conclude – Bisogna mettere questi soldi in circolo il più possibile attraverso progetti credibili. E poi chi sbaglia paga. Il problema di fondo del nostro Paese è tutto qui: chi sbaglia non paga, anche perché tante volte la magistratura parte per creare una montagna, ma alla fine se ne esce con un topolino. Io sinceramente sento la responsabilità di aver creato dei ‘dipietrini’ nella magistratura“.

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