L’ordinanza “vecchia” di stop alla didattica in presenza a causa del Covid è stata superata da un nuovo provvedimento di pari valore e dal Dpcm del 3 novembre: il Tar di Bari ha così dichiarato improcedibili i ricorsi di genitori e del Codacons, lasciando di fatto aperte le scuole elementari e medie in Puglia con la possibilità per ciascuna famiglia di scegliere per i propri figli la didattica integrata a distanza. A valere, insomma, ancora oggi, è la seconda ordinanza del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, assunta appena dopo che con decreto monocratico era stata annullata la prima. Sempre dal Tar. È un groviglio tecnico quello affrontato che porta, di fatto, a nessun cambiamento. Per lo meno non fino al 3 dicembre, data ultima di validità delle decisione prese dalla Regione.

La Puglia, va ricordato, si trova al momento in zona arancione, ciò significa che sono in Dad “obbligata” solo gli studenti delle superiori. Elementari e medie sono in classe, ma in tanti hanno scelto di restare a casa, collegati con la scuola da computer, tablet o cellulari. Un “appello” ad “evitare di mandare i bambini a scuola” era arrivato dallo stesso presidente della Regione negli scorsi giorni. Come si diceva, l’udienza camerale in videoconferenza per discutere della sospensiva della prima ordinanza di Emiliano, quella di chiusura totale, si è tenuta mercoledì: erano costituiti il Codacons (difeso dall’avvocato Luisa Carpentieri) e un gruppo di genitori salentini (assistiti dall’avvocato Pietro Quinto). Presente anche la Regione Puglia, con il governatore che aveva chiesto di essere sentito ma che non ha potuto parlare, in quanto il Tar ha ritenuto “superata” la questione che avrebbe voluto proporre. E il ministero dell’Istruzione, con l’avvocatura distrettuale dello Stato, che non ha espresso posizioni pro o contro ma ha semplicemente sottolineato la validità, su scala nazionale, della differenziazione stabilita con Dpcm sulla gestione della didattica nelle varie regioni d’Italia.

Il nodo centrale dell’ordinanza del Tar (presidente Orazio Ciliberti ed estensore Rosaria Palma) è quello in cui si spiega che la Regione “non ha espressamente subordinato l’efficacia della nuova ordinanza all’esito dello scrutinio dell’odierna domanda cautelare”. Il blocco totale della didattica in presenza, per di più “ha perso efficacia a seguito dell’entrata in vigore del Dpcm del 3 novembre” essendo stata tra l’altro con esso limitata “l’efficacia delle misure regionali, più restrittive rispetto alle misure statali”. Tutto resta com’è: consentita “la didattica integrata a distanza alle famiglie che ne facciano richieste con assenze giustificate”. Emiliano si è detto “molto soddisfatto” perché l’ordinanza dei giudici amministrativi “ha legittimato la didattica integrata digitale”, decisa dal governatore per “contemperare il diritto allo studio con il diritto alla salute degli studenti e delle loro famiglie”.

Moltissime in queste ore sono le chiusure a macchia di leopardo disposte dai sindaci per casi di contagio nelle scuole. In alcuni Comuni del Salento, per altro, sono stati i sindaci a procedere anche senza dover affrontare situazioni di rischio concrete: quarantene e isolamenti. È accaduto a Campi Salentina, Salve, Taurisano, Arnesano, Monteroni e Copertino, in provincia di Lecce. I disagi non sono pochi, nella gestione mista. Laddove c’è una quota del gruppo classe che preferisce rimanere a casa, il collegamento deve essere assicurato da scuola, con tutte le difficoltà che ciò comporta in termini di sovraffollamento della rete e di qualità della connessione. Gli orari, poi, non sono quelli ridotti, ma quelli effettivi: dalle 8 alle 14, in media. Ognuno può scegliere per sé, insomma. In una situazione generale di caos che si evince dall’intasamento delle chat Whatsapp dei genitori. Così sarà fino al 3 dicembre. Sempre che non giungano ulteriori restrizioni. L’eventuale classificazione della Puglia come zona rossa porterebbe alla chiusura dei cancelli anche per le classi di seconda e terza media.

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