Tamponi rapidi per tutti, equipe scolastiche nelle Asl e un referente medico a disposizione di ogni istituto. E al primo caso di positività, accorrerà l’unità mobile per effettuare i test veloci e capire, nel giro di 30 minuti, quanti sono gli studenti eventualmente contagiati. Così il Lazio si sta preparando per affrontare quello che in Regione già chiamano lo “tsunami-scuola”. L’unità di crisi regionale sul Covid-19, guidata dall’assessore alla sanità Alessio D’Amato, si è accordata con la Regione Veneto per l’acquisto di 1 milione di test rapidi, gli stessi che da giorni vengono effettuati negli aeroporti di Roma ai vacanzieri di ritorno dalle mete a rischio. Fra i tecnici non vige molto ottimismo sugli effetti della ripresa delle lezioni rispetto alla diffusione del virus. Il riferimento riguarda i dati provenienti da Berlino, dove nel primo mese di riapertura sono stati chiuse ben 50 scuole per la presenza di cluster. Ci si aspetta che a Roma possa andare anche peggio, data la presenza di ben 5.470 scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado sul territorio regionale.

La soluzione, secondo le linee suggerite dal comitato scientifico dell’istituto Spallanzani, è quella di puntare tutto sui test rapidi. Ecco dunque il modello messo a punto. Ognuna delle 10 Asl si doterà di una o più equipe scolastiche, composte da medici, infermieri e assistenti sanitari. A ciascun istituto verrà assegnato un referente medico, che sarà a completa disposizione del preside e monitorerà anche eventuali criticità dettate da situazione sociali o contingenti. Se è vero che il ministero lascerà alle famiglie l’onere di verificare la temperatura dei ragazzi, ai direttori scolastici sarà comunque “consigliato” di dotarsi di termometri frontali, facilmente reperibili sul web a poche decine di euro.

E quando si dovesse rilevare un caso positivo? Ecco scattare il “piano d’emergenza”. Si recherà presso l’istituto la “Uscar”, l’unità mobile con medici e infermieri a bordo, per la somministrazione dei tamponi rapidi. I test verranno effettuati agli studenti e al personale docente, con una risposta attesa entro 30 minuti. Gli eventuali contagiati saranno isolati, mentre gli altri saranno rimandati a casa e l’istituto sottoposto alle normali procedure di sanificazioni (chiusura di 1 o 2 giorni). “È l’unico modo per fronteggiare lo tsunami e rimandare i ragazzi a scuola senza che la situazione possa scapparci di mano”, spiegano fonti dell’unità di crisi.

Quella dei tamponi rapidi è una ricetta su cui il Lazio punta molto. Nel corso delle ultime settimane, infatti, la somministrazione dei test da laboratorio – che hanno una percentuale di attendibilità superiore – non è stata soddisfacente dal punto di vista delle tempistiche. L’attesa media dei risultati è stata di 5-6 giorni, mentre alcune persone hanno dovuto aspettare anche due settimane prima di ricevere il fatidico sms, per poi magari ritrovarsi il tampone negativo. I test rapidi, estesi anche ai 22 punti drive-in già realizzati, consentiranno di arrivare a superare nel brevissimo periodo quota 30mila tamponi giornalieri nel solo Lazio, raddoppiando i dati attuali (circa 13-14mila) e addirittura decuplicando i test effettuati durante il lockdown, quando non si superavano i 3mila esami al giorno. “È vero che l’attendibilità è leggermente inferiore, ma funziona un po’ come il test di gravidanza: se è positivo, vai a fare quello in laboratorio per avere la certezza del risultato”, ha spiegato a ilfattoquotidiano.it Francesco Vaia, direttore scientifico dello Spallanzani.

Per supportare questo piano, oltre al milione di tamponi già ordinati, il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, ha firmato un’ordinanza per l’assunzione di 500 fra medici e infermieri da destinare alle equipe scolastiche. “Stiamo mettendo in campo una folta squadra di professionisti sanitari per far ripartire in sicurezza le scuole”, ha affermato il governatore. E anche Città Metropolitana e Comune di Roma stanno facendo la loro parte. In mattinata, la sindaca Virginia Raggi ha presenziato alla consegna di 88 banchi monoposto in una scuola romana dell’Alberone, parte di un bando da 780mila euro che ha coinvolto già da oggi 8 scuole superiori capitoline. Sempre la sindaca Raggi ha poi raggiunto la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in un istituto comprensivo nel quartiere Villa Gordiani.

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