Da oggi, fino alla fine d’agosto, mille studenti trascorreranno parte della loro estate nei beni confiscati alla mafia in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. A inaugurare il progetto pilota stamattina sono arrivati a Locri la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie Nicola Morra e il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri.

Appuntamento in uno di quei luoghi simbolo della lotta alla mafia, l’’Ostello Locride’, un moderno palazzo di cinque piani, nel centro della città, che lo Stato ha confiscato alla ‘ndrangheta nel 2005 e ristrutturato con un’imponente opera di valorizzazione, dotandolo di tutti i comfort di un albergo di qualità: wi-fi, terrazza e solarium, quindici camere da tre posti letto con bagno privato e balconcino, reception, sala ristorante con cucina. È qui che 26 ragazzi calabresi svolgeranno il loro campo di lavoro estivo per tredici giorni.

E proprio all’ostello, la ministra Azzolina e il presidente Morra hanno firmato un protocollo d’intesa che sancisce un patto per mettere in campo i finanziamenti del Miur e l’impegno della Commissione a dare a mille ragazzi questa possibilità: “Con questa intesa – ha spiegato la ministra – diamo la possibilità ai nostri ragazzi di partecipare gratuitamente ai campi estivi organizzati all’interno dei beni confiscati alle mafie e gestiti da cooperative sociali. Un piccolo ritorno alla normalità, dopo i mesi che abbiamo vissuto e in attesa di fare rientro a scuola, a settembre, in presenza e in sicurezza. È un progetto che guarda anche alle famiglie, provate economicamente in questi mesi dall’emergenza sanitaria e spesso impossibilitate a organizzare anche una piccola vacanza”. I ragazzi, che passeranno lì da sei a tredici giorni, sono stati scelti attraverso i referenti delle consulte provinciali che conoscono i territori. Si tratta di studenti delle superiori ma anche della secondaria di primo grado.

L’elenco delle strutture – In Campania gli studenti saranno ospitati dalla cooperativa sociale “Al di là dei sogni” a Maiano di Sessa Aurunca dove lavoreranno nella fattoria didattica sul bene confiscato “Alberto Varone”; a Casal di Principe andranno a dare una mano al comitato “Don Peppe Diana” e alla cooperativa sociale “Agropoli”; a Pugliano di Teano il campo si terrà alla coop sociale “Un fiore per la vita” e a Santa Maria La Fossa gli studenti saranno accolti da “Terra Felix Onlus”. In Puglia a partecipare al progetto è la cooperativa “Altereco” a Cerignola che dal 2011 gestisce “Terra Aut” bene confiscato alla mafia durante la maxi operazione Cartagine. In Sicilia le realtà che apriranno le porte ai ragazzi sono due: l’eco villaggio Fiori di Campo a Marina di Cinisi che apparteneva al boss Vincenzo Piazza e fa parte della maxi-confisca alla mafia del 1993 oltre alla cooperativa “Lavoro e non solo” a Corleone che dal 2000 gestisce un’azienda agricola su terreni confiscati a Cosa Nostra. Infine in Calabria, oltre all’ “Ostello” di Locri, gli studenti andranno a Polistena da “Libera Terra” e a Capo Rizzuto alla coop sociale “Terre Joniche – Libera Terra”.

L’incontro di Locri – “Abbiamo scelto – spiega il presidente Morra – di incontrarci a Locri perché l’esperienza di Goel è un modello da esportare. Ma non solo. Partiamo da questa terra perché l’ndrangheta è l’associazione di stampo mafioso più pericolosa, più pervasiva, capace di muoversi trasversalmente su cinque continenti. Vogliamo far capire ai ragazzi che il modello del profitto individuale dev’essere affiancato da quello della cooperazione sociale”. Il senatore dei 5Stelle guarda oltre: “Terminato questo periodo di emergenza sanitaria vogliamo coinvolgere anche altre Regioni in questo progetto. Inoltre la cultura dell’antimafia deve entrare nella didattica”. Il presidente della Commissione pensa all’esperienza di scuola alternanza –lavoro e alla necessità di portare i ragazzi proprio sui beni confiscati alla mafia in questa occasione. A lui fa eco la ministra Azzolina: “Vogliamo dare anche un segnale forte con questa iniziativa, ribadiamo l’importanza della presenza della Scuola e dello Stato nei territori. Stiamo dicendo ai ragazzi che devono sempre scegliere la legalità, rifiutare ogni forma di corruzione, perché agire secondo le regole rende liberi. Mentre chi cade nella rete della criminalità organizzata diventa pedina di un sistema che non vuole il bene delle persone, ma le vede come strumenti per raggiungere i propri obiettivi”.