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Clan Spada, tre ergastoli per i capi della famiglia di Ostia. Riconosciuta l’associazione mafiosa

Fine pena mai per i capi Carmine Spada, detto Romoletto, per Roberto Spada, già condannato per la vicenda della testata ad un giornalista della Rai e per Ottavio Spada, detto Marco. Con l'accoglimento della richiesta di pena dei pubblici ministeri della Dda
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Era il 25 gennaio del 2018 quando la polizia con l’operazione Eclissi notificò le ordinanze di custodia cautelare per 416 bis per alcuni componenti del clan Spada a Ostia. Oggi i giudici della Corte d’assise di Roma hanno confermato l’ipotesi della Dda di Roma e inflitto tre ergastoli agli uomini considerati i capi di un’associazione a delinquere di stampo mafioso.

Diciassette condanne e sette assoluzioni – Fine pena mai per i capi Carmine Spada, detto Romoletto, per Roberto Spada, già condannato per la vicenda della testata ad un giornalista della Rai e per Ottavio Spada, detto Marco. Con l’accoglimento della richiesta di pena dei pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia Mario Palazzi e Ilaria Calò. Tra i reati ipotizzati anche l’omicidio, l’estorsione e l’usura. L’accusa aveva chiesto, poi, una condanna a 16 anni di carcere per Ottavio Spada, detto “Maciste”, a 11 per Nando De Silvio, detto Focanera” e a 8 anni per Roberto Spada, detto “Zibba” (omonimo dell’altro per cui è stato invece chiesto l’ergastolo) mentre per Rubern Alvez del Puerto, coinvolto nella vicenda dell’aggressione al giornalista, è stata chiesta una condanna a 10 anni. I giudici hanno inflitto 17 condanne e 7 assoluzioni per un totale di 147 anni di carcere. La decisione dei magistrati è arrivata dopo . “Sono indignato, è una follia vera – commenta l’avvocato Mario Girardi, difensore di Carmine Spada – Questa decisione è una vergogna, non condivisibile in alcun suo aspetto”.

Raggi: “Accanto ai cittadini”, Zingaretti: “Vince lo Stato” –Questa sentenza riconosce che sul litorale di Roma c’è la mafia. Si può parlare di mafia a Roma. Ringrazio magistratura e forze dell’ordine e soprattutto quei cittadini che denunciano la criminalità. Io sono qui per stare accanto a quei cittadini. Restituire fiducia ai cittadini onesti che per troppo tempo hanno avuto paura” ha detto la sindaca della Capitale, Virginia Raggi. “Vince lo Stato, perde la mafia. Vincono i cittadini! #Ostia” scrive su Twitter il segretario del Pd e presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

E il gip scrisse: “Associazione mafiosa che ha provocato degrado” – In attesa delle motivazioni della sentenza vale la pena ricordare che nell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip di Roma Simonetta D’Alessandro, i capi e gli affiliati erano considerati componenti di un’associazione mafiosa “che ha provocato un profondo degrado sul territorio, consentendo il dilagare di reati gravissimi e lesivi di beni primari”. “Un sodalizio – proseguiva l’ordinanza – che ha fondato la sua potenza sull’organizzazione a base familistica e sulla ripartizione delle competenze, consentendo al complesso dei soggetti chiamati a rispondere anche solo di reati satellite di gravitare in un’area di impunità, scaturente dalla forza evocativa e minatoria del nome degli Spada”. L’attività investigativa ha ripercorso l’ultimo decennio di indagini effettuate nel territorio di Ostia – scriveva il gip – ed evidenzia l’ormai profonda penetrazione della criminalità organizzata nelle attività economiche del litorale”. Per il magistrato è “in atto, da anni ormai, un continuo riposizionamento delle zone di influenza, come si evince dalla ininterrotta serie di attentati e di atti intimidatori che hanno interessato il litorale”. Tra questi “spicca la gambizzazione di Massimo Cardoni, avvenuta ad Ostia ma soprattutto il duplice omicidio in danno di Giovanni Galleoni capo indiscusso del clan Baficchio, e di Francesco Antonini”.

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