Questa volta il reato contestato è pesantissimo: istigazione a delinquere. Scarface, nome d’arte del cantante neomelodico Leonardo Zappalà, è stato indagato per la diffusione di un video che di fatto inneggiava alla mafia. Il cantante era già finito all’attenzione della procura di Catania nello scorso giugno che aveva aperto un’inchiesta sulle dichiarazioni rese sui giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino al programma Realiti su Raidue. Queste persone che hanno fatto queste scelte di vita, le sanno le conseguenze. Come ci piace il dolce, ci deve piacere anche l’amaro” disse scatenando inevitabili polemiche. Per quell’episodio il direttore di Rai 2 Carlo Freccero si scusò pubblicamente.

Zappalà è stato iscritto dalla Dda Catania per il video postato su Youtube che riprende, tra l’altro, l’immagine di un ‘Santino’ che brucia e una ‘punciuta’ (incisione con un coltello) per fare uscire del sangue dal braccio, tecnica che ricorre nell’affiliazione mafiosa. Il filmato, postato lo scorso 24 giugno, era diventato virale in rete.

La denuncia era stata presentata ai carabinieri dal sindaco di Paternò, visto che il video era stato girato nella sede del Comitato operativo misto (Com) del Comune e di una scuola pubblica del paese. Nei giorni scorsi militari dell’Arma hanno notificato a ‘Scarfacè un ‘avviso orale’ emesso dal questore di Catania, Mario Della Cioppa, perché il video “esprimeva apertamente la sua vicinanza all’ambiente malavitoso, inneggiando alla cultura mafiosa”.

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