Migliaia di chilometri tra pericoli, abusi, sfruttamento. E’ il viaggio che la maggior parte dei migranti compie per fuggire da miseria, carestie, guerre e persecuzioni. E arrivare finalmente in Italia. Capita però che la peregrinazione continui anche nel Bel Paese. In provincia di Benevento, a partire dallo scorso gennaio, alcune decine di migranti sono state costrette a un continuo viavai tra strutture d’accoglienza inadatte o addirittura inagibili. Emblematico il caso degli ospiti della struttura “Damasco 15”, trasferiti qui da un altro centro ritenuto inadatto. Ex conigliera priva di agibilità, è di proprietà del fratello del presidente del consiglio comunale beneventano (video). Dopo la denuncia del Fatto, che evidenziava il mancato pagamento del necessario condono nonostante la presenza dei migranti, la ex conigliera viene chiusa e la Procura avvia indagini sulle altre strutture interessate da abusi edilizi. Il 10 febbraio viene sequestrato un altro dei centri gestiti dalla Cooperativa Maleventum. Questa volta il certificato di agibilità sarebbe addirittura falso. “E a farne le spese sono di nuovo i migranti – denuncia Cosimo Pica della Rete Antrazzista di Benevento – spostati come pacchi inerti tra strutture non idonee.». Come quella di Durazzano, che viene scelta dalla Prefettura per ospitare una parte dei 74 migranti spostati dal centro sequestrato. «E’ una struttura priva di agibilità, già sottoposta a vincolo della Soprintendenza», spiega contrariato il sindaco Alessandro Crisci. Così alcuni migranti si vedono ricollocare a Vitulano, nella stessa struttura dalla quale erano stati spostati la prima volta. Ma ancora non c’è pace, la destinazione non è quella definitiva. «Effetti di una gestione caotica e incerta da parte della Prefettura – rincara Gabriele Corona, presidente del comitato Altrabenevento contro il malaffare. Che aggiunge: “Si finisce per fare il gioco di furbi e faccendieri, di chi specula sul dramma dei migranti”

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