Tredici addii in 6 mesi
Il 24 giugno Virginia Raggi si insediava in Campidoglio e affacciandosi dal balcone di Palazzo Senatorio versava qualche lacrima di commozione. Le stesse che esattamente sei mesi dopo sono ricomparse sul viso della sindaca durante la messa della vigilia di Natale. Solo dal significato un po’ diverso: “È un momento un po’ complesso…”, ha detto la prima cittadina. Il primo semestre alla guida della Capitale non è stato facile anche per colpa delle scelte nella composizione della squadra. In particolare aver puntato su Raffaele Marra e averlo difeso fino alla fine, fino all’arresto. Errore che la sindaca ha già pagato con il commissariamento imposto da Beppe Grillo (e potrebbe pagare ancora se dovessero esserci sviluppi nell’inchiesta della Procura). Ma il problema non è stato solo lui. A causa dell’eccessivo potere accordato al cosiddetto “Raggio magico”, il Campidoglio non è mai riuscito a trovare un assetto definitivo. Per un motivo o per l’altro se ne sono andati tre assessori (Minenna, De Dominicis, Muraro); è cambiato il vicesindaco (Luca Bergamo al posto di Daniele Frongia) e quattro volte il capo di gabinetto (alla fine l’unica soluzione è stata promuovere la vice, Virginia Proverbio); tra partecipate e dipartimenti sono stati sostituiti sette dirigenti apicali (Fortini e Solidoro all’Ama, Rettighieri e Brandolese all’Atac, Fermante, Romeo e Marra in Comune). In totale fanno 13 addii in 6 mesi: troppi per poter lavorare con continuità.
Politica
Virginia Raggi, i primi 6 mesi col fiatone: un rimpasto senza fine tra addii, mini-interventi e conti che ancora non tornano - 2/6
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
- 10:43 - No profit, Lead Network sbarca in Italia
Roma, 10 ott. (Adnkronos/Labitalia) - Lead network, l'organizzazione non-profit impegnata ad attrarre, trattenere e promuovere le donne nell’industria dei beni di consumo e della vendita al dettaglio in Europa, si espande in Italia con il lancio del 'Chapter Italia', il sedicesimo tra le fila del gruppo. Si tratta di un passo avanti fondamentale per il Network che adesso può contare su 11 aziende leader in Italia nel promuovere la rappresentanza e la leadership femminile nel settore. Fondata nel 2014, Lead Network è cresciuta fino a contare più di 19.000 membri, 11 capitoli nazionali e 4 capitoli funzionali, con oltre 200 produttori e 100 rivenditori. L'organizzazione fornisce opportunità di networking, mentoring, eventi formativi e risorse di ricerca per supportare le carriere delle donne e favorire la creazione di ambienti di lavoro inclusivi.
Alle aziende partner Lead Network offre accesso a una vasta rete di professionisti impegnati nel campo della diversità, supporto strategico nella definizione di politiche D&I, formazione specifica per i dipendenti e dirigenti e visibilità come promotori di inclusione.
Il nuovo comitato del Chapter Italia di Lead Network comprende rappresentanti di diversi settori che collaborano insieme, inclusi Amazon, Barilla Group, Birra Peroni, Campari Group, Chep, GXO, IBM, McCormick, Mondelez International, Reckitt and SC Johnson. Il Chapter Italia è co-presieduto da Martina De Brida (McCormick) e Gianluca Di Gioia (Birra Peroni).
“Siamo entusiasti di dare il benvenuto al Chapter Italia, il sedicesimo Chapter di Lead Network”, ha dichiarato Stina Hotine, Chapter Growth Manager di Lead Network. “Questa espansione consolida l'ampia presenza dell'organizzazione in tutta Europa ed è un attestato del grande lavoro di Lead Network nel promuovere uguaglianza di genere sul posto di lavoro. Il team dietro il Chapter Italia ha lavorato instancabilmente dietro le quinte per preparare il terreno al lancio del Chapter e vogliamo celebrare loro e tutti i membri di Lead Network in Italia e in Europa", ha continuato. Martina De Brida (McCormick), uno dei co-chair del Chapter Italia, ha aggiunto: "tutti noi coinvolti nel lancio del Chapter Italia crediamo fortemente che un ambiente lavorativo diversificato, equo e inclusivo sia la chiave per un ambiente lavorativo di successo. È un onore essere in prima linea in questo gruppo e sono davvero entusiasta per tutto quello che riusciremo a realizzare insieme!”.
“È per me un privilegio poter contribuire al lancio del Chapter Italia di Lead Network per 'dare forma' al cambiamento che questi temi così importanti e attuali richiedono. Sono convinto che facendo sistema e unendo le risorse ed energie delle nostre organizzazioni possiamo avere impatto e dare un contributo tangibile nel promuovere i temi della diversità nel Fmcg e nel Retail”, ha commentato Gianluca Di Gioia (Birra Peroni), altro co-chair del Chapter Italia. L’evento di lancio del Chapter Italia di Lead Network si è tenuto il 9 ottobre al Teatro Cinema Anteo, a Milano. L'incontro ha visto la partecipazione di leader aziendali e ospiti d’eccezione, tra cui Chiara Montanari, prima italiana a capo di una spedizione in Antartide, e i ceo e top executives di Sperlari, Mondelēz International Italia, Danone, Amazon e VéGé.
Lead Network è un'organizzazione non-profit guidata da volontari ed è impegnata ad attrarre, trattenere e promuovere le donne nel settore dei beni di consumo e della vendita al dettaglio in Europa. I partner di Lead Network, tra cui aziende leader come Coca-Cola, Kellanova e Kimberly Clark, promuovono il cambiamento dall'interno, creando valore sostenibile attraverso l'inclusione e la valorizzazione dei talenti. Le aziende partner possono inoltre accedere a programmi esclusivi e risorse per migliorare le competenze del personale e promuovere la diversità all'interno delle loro aziende.
- 10:37 - Tennis: Atp Shanghai, Sinner supera Medvedev in due set e vola in semifinale
Shanghai, 10 ott. (Adnkronos) - Jannik Sinner si sbarazza del russo Dannil Medvedev, n.5 del ranking e del seeding, non al meglio fisicamente, in due set con il punteggio di 6-1, 6-4 in appena un'ora e 24' sul cemento cinese ed accede alle semifinali del torneo Atp Masters 1000 di Shanghai. Il numero uno del mondo affrontava il russo per la 14esima volta, la quinta quest'anno ed arriva dalla decima semifinale in un 1000, la sesta quest'anno. Sinner in semifinale troverà il vincente della sfida tra lo spagnolo Carlos Alcaraz, n.2 Atp e terza testa di serie, ed il ceco Tomas Machac, n.33 del ranking e 30 del seeding.
Sinner nella sfida delicata con il russo parte subito forte, si aggiudica il suo servizio e si procura due palle break nel secondo game, con l'errore di Medvedev sulla prima che concede il 2-0. L'altoatesino tiene ancora la battuta nei due successivi turni come fa il russo nel suo con Sinner che sale 4-1. Il numero uno al mondo non sbaglia niente e il russo sembra impotente, con l'italiano che chiude 6-1 il primo set in appena 25 minuti.
Ad inizio secondo set Medvedev chiama il fisioterapista in campo: antidolorifico e massaggio per il 28enne moscovita che poi sale 2-1, per la prima volta in vantaggio nel match. La pausa sembra aver aiutato il russo anche se l'azzurro è attento fino ad arrivare al break e salire 3-2. Poi tiene il servizio e avanza 4-2, il russo non molla e si arriva al 5-4 per Sinner. Sembra fatta, ma Medvedev ha l'ultimo sussulto e si procura la prima palla break della partita che Sinner annulla e al secondo match point chiude con uno schiaffo al volo.
- 10:36 - Nobel Pace 2024, domani l'annuncio del vincitore: dall'Osce a Zelensky, chi sono i favoriti
Roma, 10 ott. (Adnkronos) - Domani, venerdì 11 ottobre, verrà annunciato il vincitore del premio Nobel per la Pace 2024. Quest’anno il Nobel Prize ha ricevuto 286 candidature, 89 delle quali sono organizzazioni. Per il 2023 ci furono 351 candidature. Il Time ha redatto un elenco di potenziali vincitori basato sulle quote del sito di scommesse Nicerodds.co.uk e sulla rosa dei candidati annuale creata da Henrik Urdal, direttore del Peace Research Institute Oslo (Prio).
Fra i candidati al Nobel per la Pace, c'è l'Osce, per il lavoro che sta svolgendo per promuovere elezioni democratiche in Europa, Caucaso, Asia centrale e Nord America. "La democrazia - ha spiegato Urdal - è un tema quest'anno, poiché più della metà della popolazione mondiale vive in un paese che si reca alle urne, anche se non esclusivamente in democrazie. Poiché le elezioni sono una pietra angolare della democrazia, gli osservatori elettorali svolgono un ruolo fondamentale nel modellare le percezioni sulla legittimità dei processi elettorali. Un Premio Nobel per la pace assegnato agli osservatori elettorali invia un messaggio forte sull’importanza di elezioni libere ed eque e sul loro ruolo nella pace e nella stabilità".
"Mentre il 2024 segna il 75° anniversario delle Convenzioni di Ginevra riviste, sviluppate per proteggere i civili durante la guerra, l’assegnazione del Nobel per la Pace di quest’anno a un’iniziativa umanitaria meritevole come le Sale di Risposta alle Emergenze evidenzierebbe l’importanza fondamentale dell’accesso agli aiuti salvavita in tempi di conflitto", ha aggiunto Urdal. Un altro candidato è la Corte Internazionale di Giustizia (Icj), l’organo giudiziario delle Nazioni Unite che risolve le controversie globali tra gli Stati membri. La Corte è stata coinvolta in conflitti come l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e all’inizio di quest’anno si è occupata di Israele e del "genocidio contro i palestinesi".
Lo scorso gennaio, la Corte Internazionale di Giustizia (Cig) ha ordinato a Israele di "prendere tutte le misure in suo potere" per fermare tali atti a Gaza. Ha inoltre riscontrato che Israele aveva una "presenza illegale" nel territorio palestinese occupato e ha consigliato a Israele di "cessare immediatamente tutte le nuove attività di insediamento e di evacuare tutti i coloni dai territori palestinesi occupati", in un parere consultivo di luglio.
Altro possibile vincitore del Nobel per la Pace è l'Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente, che ha aiutato i rifugiati ad accedere all’assistenza sanitaria, all’istruzione e ha fornito supporto in risposta alle emergenze durante i periodi di conflitto. L'organizzazione, guidata dal commissario generale Philippe Lazzarini, assiste i rifugiati palestinesi in Giordania, Libano, Siria, Striscia di Gaza e Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est.
L'Unrwa ha anche lavorato per rispondere al bombardamento israeliano del Libano, aprendo rifugi di emergenza per aiutare i rifugiati. Secondo il Ministero della Sanità libanese, quasi 2.000 persone sono morte in Libano. A gennaio, è stato affermato che membri dello staff fossero coinvolti nell’attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele. Un'indagine interna ha rilevato che nove casi, se le prove vengono verificate, "potrebbero indicare che i membri del personale dell'Unrwa potrebbero essere stati coinvolti negli attacchi del 7 ottobre".
Anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco), così come il Consiglio d’Europa, è tra i candidati al Nobel per la Pace. L'Unesco lavora per aumentare la pace e la sicurezza promuovendo il dialogo internazionale e la cooperazione tra gli Stati membri in settori quali l’istruzione, la scienza e la cultura. Anche il Consiglio d’Europa, che è stato "fondato sul presupposto che comprendere il passato è essenziale per costruire un futuro condiviso", si concentra sull’educazione storica. "L’Unesco sottolinea l’importanza di comprendere la storia in un contesto globale e di sviluppare prospettive regionali e complementari", ha affermato Urdal. "Un Premio Nobel per la Pace per la promozione della pace attraverso l’educazione storica sarebbe in perfetta sintonia con l’appello di Alfred Nobel alla "fraternità tra le nazioni".
Secondo il sito di scommesse britannico Nicerodds.co.uk, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è uno dei candidati con più possibilità al premio Nobel per la Pace. Il presidente dell'Ucraina è stato il volto della resilienza durante l’invasione russa del paese iniziata nel 2022. Urdal ha precedentemente dichiarato a Time, tuttavia, che è improbabile che il Premio Nobel per la pace vada a qualcuno che si trova nel mezzo di una guerra. C'è poi la politica bielorussa Sviatlana Tsikhanouskaya, che ha sfidato il leader dello stato bielorusso Alexander Lukashenko per la presidenza nel 2020 e che si è classificata in cima al sito di scommesse. La Tsikhanouskaya attualmente vive in esilio a causa del suo lavoro di sfida al regime, ma continua a incontrare i leader internazionali.
Quest'anno ha segnato il decimo anniversario della detenzione cinese dell'attivista per i diritti umani Ilham Tohti a causa della sua difesa degli uiguri. "Quando Ilham Tohti ha promosso la cooperazione e la coesistenza pacifica tra le comunità cinesi uiguri e han, il governo cinese ha risposto con la repressione e l’incarcerazione. La sua decennale incarcerazione rappresenta un’ulteriore macchia vergognosa nella difficile situazione dei diritti umani in Cina", ha affermato Agnes Callamard, segretaria generale di Amnesty International, in un comunicato stampa di settembre. Tohti ha parlato apertamente della discriminazione della Cina, dei crimini contro l’umanità e del genocidio degli uiguri e di altri gruppi minoritari. Se vincesse, si unirebbe agli altri cinque vincitori del Premio Nobel per la pace che hanno vinto il premio mentre erano in prigione, compreso quello che l’ha ricevuto l’anno scorso.
L'attivista ambientale svedese Greta Thunberg ha scatenato il dibattito mondiale sui cambiamenti climatici quando ha organizzato lo "Sciopero scolastico per il clima" davanti al parlamento svedese nel 2018. La giovane attivista rimane coinvolta nel movimento, ed è stata addirittura arrestata a Bruxelles per aver protestato contro i sussidi ai combustibili fossili. Poiché il 2023 è stato l'anno più caldo mai registrato e i devastanti disastri naturali, come gli uragani, sono diventati più pericolosi a causa del cambiamento climatico, l'argomento rimane di grande attualità. Secondo la Bbc, l’attivista per il clima è stata nominata per il Premio Nobel per la pace ogni anno dal 2019 al 2023.
- 10:20 - Federasma e Allergie, 30 anni di impegno accanto ai pazienti
Roma, 10 ott. (Adnkronos Salute) - Sarà il convegno 'Trent'anni di attività a favore e a tutela dei pazienti con malattie allergiche, atopiche e respiratorie', aperto a pazienti, famiglie e volontari, a dare avvio alle celebrazioni per il trentesimo anniversario di attività di Federasma e Allergie Odv. L'evento è in calendario per il 12 ottobre alle 10.30, nella cornice della Fondazione Salvatore Maugeri, presso l'Irccs Maugeri Tradate (Varese), dove è nata l'organizzazione di volontariato.
Negli ultimi trent'anni - si legge in una nota - si è realizzata a una vera rivoluzione nel trattamento delle patologie dell'apparato respiratorio, allergiche e atopiche. L'introduzione di terapie innovative ha portato a un miglioramento significativo nella vita dei pazienti. Allo stesso tempo, il coinvolgimento attivo di questi nel proprio percorso di cura, la crescente attenzione alla prevenzione e l'avvento di innovazioni tecnologiche e organizzative nel web, dall'intelligenza artificiale alla salute digitale, hanno aperto nuove frontiere per il futuro. Si tratta di un contesto in forte evoluzione e di grande attualità, come testimoniato anche dal G7 Salute in corso in questi giorni, che sta dibattendo sulle sfide che il Paese è chiamato ad affrontare per garantire e proteggere la salute della popolazione.
"Trent'anni fa, quando fu fondata presso l'Irccs Maugeri di Tradate Federasma e Allergie, avevamo meno strumenti farmacologici - spiega Antonio Spanevello, direttore dei Programmi scientifici della Fondazione Salvatore Maugeri - Si pensi solo che non esistevano le terapie con anticorpi monoclonali, che hanno rivoluzionato la vita dei pazienti, c'era meno attenzione alla prevenzione primaria e secondaria, era estremamente complesso incidere sulle politiche sanitarie e lo stesso coinvolgimento dei pazienti nel percorso di cura era una chimera. In questi anni la Federazione è stata un partner fondamentale per costruire un dialogo con tutti gli stakeholder, affinché le malattie allergiche e respiratorie fossero portate all'attenzione delle istituzioni, e nel supporto ai pazienti più severi sia nella gestione della malattia sia in quella delle attività di vita quotidiana. Adesso lo scenario è profondamente cambiato nella cura, nell'engagement e nella ricerca". Il convegno sarà l'occasione per fare il punto sui traguardi raggiunti nella difesa dei diritti dei pazienti, evidenziando quelli ancora da raggiungere per l'accesso alle cure, la prevenzione e il sostegno anche alle loro famiglie. Durante l'incontro saranno approfondite le ricadute dei progressi scientifici nella conoscenza delle malattie atopiche, respiratorie e allergiche, come l'asma, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), la dermatite atopica e l'orticaria, con un focus particolare sull'infiammazione di tipo 2, base patogenetica comune a molte di queste patologie.
"Federasma e Allergie Odv ha sempre rappresentato una guida e un sostegno per i pazienti, ma soprattutto un ponte tra loro e il sistema sanitario - afferma Mario Picozza, presidente di Federasma e Allergie Odv - In questi trent'anni abbiamo assistito a incredibili progressi scientifici e terapeutici, ma ciò che ci rende più orgogliosi per il lavoro svolto come organizzazione di volontariato è che abbiamo contribuito a trasformare il ruolo del paziente, che oggi è finalmente riconosciuto come parte attiva nel proprio percorso di cura. Il nostro obiettivo è continuare a garantire che ogni persona, indipendentemente dalla patologia o dalla complessità del suo caso, possa avere accesso alle migliori cure disponibili e a un supporto concreto nella vita quotidiana, rimanendo al fianco e lavorando insieme al mondo medico, accademico e istituzionale".
Nel pomeriggio una tavola rotonda vedrà coinvolti rappresentanti delle istituzioni e della rete associativa per parlare di prevenzione e advocacy con la presentazione del Manifesto dei pazienti che Federasma e Allergie presentò nel 1996 e delle altre istanze che sono state racchiuse nei Manifesti più recenti. L'evento è reso possibile grazie alla sponsorizzazione di Sanofi, Chiesi Italia e Glaxosmithkline. Per partecipare, l'iscrizione è gratuita compilando il form al link: https://shorturl.at/Ijd4T. Programma su federasmallergie.it/federasma-trentanni-a-favore-dei-pazienti-il-convegno/.
- 20:13 - Governo: diffamò premier Giorgia Meloni con fake news, Corona a processo (2)
(Adnkronos) - Tra i sedici testimoni indicati dalla procura nel decreto di citazione diretta a giudizio vengono indicate anche le due parti lese, la premier Giorgia Meloni e l'esponente politico Manlio Messina. Ed è alla presidente del Consiglio che Fabrizio Corona, via Instagram, si rivolge per mostrarle la sua stima, ma anche per dire che "solitamente non sono abituato alle mezze verità e così farò al processo nel quale apprendo che farai da testimone. In Tribunale ho visto passare personaggi di ogni genere dai quali mi sono sempre difeso, aggiungo, degnamente" scrive.
"Sono certo che intimamente non è tua intenzione andare contro di me ma lo sappiamo, la giustizia farà il suo corso, come sempre. Spero rimanga spazio per stringerti la mano e suggerirti di occuparti di cose un pochino più rilevanti, ne avremmo parecchio bisogno" conclude Corona.
- 20:12 - **Consulta: scontro tra poli, monta ipotesi rinvio a dicembre, Fi pronta a entrare in partita**
Roma, 9 ott. (Adnkronos) - "Noi andiamo avanti pensando al bene dell'Italia, con la consapevolezza che per le quote che spettano alla maggioranza non ci facciamo dire chi dobbiamo scegliere...''. Il giorno dopo l'ennesima fumata nera, l'ottava, del Parlamento in seduta comune per l'elezione del giudice della Corte Costituzionale, Fratelli d'Italia non ci sta a fare la parte dell'irresponsabile, anche di fronte al Colle. Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione del partito di via della Scrofa, che sponsorizzava alla Consulta l'attuale consigliere giuridico di Palazzo Chigi, Francesco Saverio Marini, respinge al mittente le critiche delle opposizioni, e attacca: ''La follia del chi nominate voi deve pensarla come noi, no''. Per tutta risposta, il Pd, per bocca della sua segretaria, Elly Schlein, torna all'attacco parlando con i cronisti in aula alla Camera a margine delle dichiarazioni di voto sul ddl Lavoro: ''Anche ieri avete mostrato la vostra concezione proprietaria delle istituzioni, il vostro fastidio per quelle garanzie costituzionali che sono lì a tutela dei cittadini, ma vi abbiamo fermato e vi fermeremo ancora...''.
Il clima tra i due Poli, insomma, resta incandescente e questo non fa ben sperare per un possibile accordo sul nome da mandare alla Consulta né la prossima settimana, né a novembre. Tant'è che in Transatlantico, a Montecitorio, in tanti si chiedono se non sia meglio rinviare tutto a dicembre, così da eleggere insieme quattro giudici e chiudere un 'pacchetto' di nomine, visto che a fine anno altri tre componenti della Corte costituzionale concluderanno il loro mandato: il presidente Augusto Barbera, Giulio Prosperetti e Franco Modugno. Prendendo tempo, raccontano, si lascerebbe decantare la situazione e la carta Marini avrebbe un'altra possibilità di essere giocata (grazie alla scheda bianca il giurista non è stato formalmente bruciato), anche se ormai pochi scommettono sulla sua ricandidatura, anche all'interno della stessa maggioranza.
Intanto, raccontano, nel centrodestra si starebbe già pensando ad altre candidature (la discriminante sono i 'titoli' per correre alla poltrona della Consulta) e Forza Italia (che nello stesso tempo gioca un'altra partita apertissima, quella sulla Rai puntando su Simona Agnes) potrebbe mettere in campo un suo nome forte: tra i papabili ci sarebbero il senatore Pierantonio Zanettin, avvocato vicentino ed ex componente Csm e il deputato Paolo Sisto, attuale viceministro alla Giustizia, ma c'è chi dice che potrebbe spuntare pure l'ex magistrato, l'eurodeputata Caterina Chinnici (figlia di Rocco, che diede vita al pool Antimafia e fu ucciso da Cosa nostra nell’83).
- 20:05 - **Governo: no rimpasti in vista, mossa Santanché allunga tempi 'squadra'**
Roma, 9 ott. (Adnkronos) - Tutto resta com'è, ogni tassello al suo posto. Si allontanano le ombre di un possibile rimpasto o di cambi in arrivo nella squadra di governo. Raffaele Fitto, se tutto filerà liscio, a fine novembre dovrebbe fare definitivamente le valigie per Bruxelles, poi ci sono gli interrogativi che aleggiano sulla responsabile del turismo Daniela Santanché e Matteo Salvini, alle prese con i loro guai giudiziari. A tremare non è tanto la posizione del vicepremier leghista, "semmai arrivasse una condanna per il processo Open Arms, per il governo sarebbe una medaglia...", si dicono convinti nelle file dell'esecutivo, quanto quella dell'imprenditrice e ministra in quota Fdi, indagata per truffa ai danni dell'Inps. Ma la 'mossa' giocata oggi dalla difesa di Santanché, ammesso vada a dama, potrebbe allungare, e di tanto, la permanenza della responsabile del Turismo nella squadra di governo, allontanando ogni ombra legata al caso Visibilia.
Al gup di Milano è stato infatti chiesto il trasferimento del procedimento a Roma, e se dovesse arrivare il disco verde alla richiesta -la deadline è fissata al 23 ottobre- i tempi si allungherebbero e di parecchio, "di certo Daniela vedrà la fine della legislatura...", l'ottimismo che si respira in queste ore. Ottimismo, spiegano fonti qualificate all'Adnkronos, che non è tamto legato allo 'scudo' a cui si è appellato nei giorni scorsi il Guardasigilli Carlo Nordio -ovvero l'articolo 27 della Costituzione sulla presunzione di innocenza- quanto ai tempi potenzialmente 'diluiti' del processo.
L'ipotesi di un rimpasto di governo resterebbe dunque da 'escludere a priori', almeno al momento. Con l'idea della premier di non assegnare l'unica casella a breve vacante - il superdicastero di Fitto - ad altri, bensì “ripartire” il pacchetto di deleghe che fino ad oggi il ministro salentino ha gestito in solitaria. Innanzitutto puntando su Palazzo Chigi, dove Meloni può contare su due sottosegretari come Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, con il primo in funzione di “regista”. E giocando più avanti la carta di un sottosegretario ad hoc - due i posti venuti meno nel sottogoverno, con le dimissioni di Vittorio Sgarbi e Augusta Montaruli - creandone uno agli Affari europei. Ammesso che da Milano non arrivi una doccia fredda sul caso Santanché. "Qui ogni giorno parte un treno, speriamo che nessuno esca fuori dai binari e deragli...", scherza un fedelissimo della presidente del Consiglio facendo i dovuti scongiuri.