Assolto dall’accusa di tentato abuso d’ufficio. Dopo due anni di processo Antonio Decaro può voltare pagina. Il deputato del Partito Democratico era accusato di aver raccomandato suo cugino all’allora assessore regionale della Sanità pugliese, Alberto Tedesco, in un concorso per un posto all’Arpa Puglia (in cui si sarebbe però classificato solo diciottesimo, lontano dai primi sei vincitori). La richiesta a suo carico era di un anno e quattro mesi di reclusione, ma il giudice per l’udienza preliminare, Francesco Pellecchia, lo ha assolto in rito abbreviato “per non aver commesso il fatto”.

Per Decaro finisce “un incubo” come lui stesso ha affermato, commosso, all’uscita dall’aula. E si aprono diverse opportunità. A lungo “delfino” di Michele Emiliano, Decaro è oggi qualcosa in più per il centrosinistra pugliese, e non solo: capogruppo Pd in Regione fino al 2013, delegato plenipotenziario alla mobilità del Comune e dallo scorso aprile deputato Pd alla Camera. Ma anche importante punto di riferimento in Puglia per Matteo Renzi, e soprattutto grande speranza del centrosinistra per le prossime elezioni comunali 2014.

Con la sua assoluzione può finalmente cominciare la vera corsa alla successione di Emiliano come sindaco di Bari. Il centrosinistra locale è in fibrillazione da tempo. Ad inizio dicembre ha anche ufficializzato la data delle primarie, il prossimo 23 febbraio. Allo stato attuale, però, manca ancora il nome vincente: difficile possano esserlo Alfonso Pisicchio e Giacomo Olivieri, candidati di due piccoli partiti della coalizione quali rispettivamente Centro democratico e Realtà Italia; e Pietro Petruzzelli, giovane consigliere comunale Pd, primo a rompere gli indugi, non sembra avere ancora il pedigree politico necessario ad un ruolo così importante. Ironia della sorte, in corsa c’è anche Desirèe Digeronimo, la pm che aveva indagato Decaro (e in precedenza anche Vendola, entrambi assolti), e che ora vuole fare il sindaco.

Ma per il Pd barese il nome di Decaro resta il più spendibile, se non l’unico. E gli ultimi mesi sono stati d’attesa, per tutti. Adesso che la situazione processuale si è definita l’impasse è destinato a sbloccarsi rapidamente. Non è detto, però, che Decaro scelga di correre per Palazzo di città. “Ho sempre sostenuto che la decisione sulla mia candidatura non era legata a questa vicenda”, ha dichiarato oggi dopo la sentenza. Una mezza verità. A voci amiche Decaro ha confidato di dover per forza di cose aspettare l’esito del processo, prima di decidere sulla candidatura. Ma anche che potrebbero esserci altri incarichi nel suo futuro, proiettato in ottica nazionale (specie adesso che Renzi è diventato nuovo segretario del Pd). In caso di rinuncia, il centrosinistra barese dovrebbe inventarsi una soluzione dell’ultimo minuto. E l’incertezza favorisce il centrodestra: dopo anni di caos e figuracce tra elezioni comunali e regionali, Forza Italia sembra aver trovato l’uomo giusto in Domenico Di Paola, ex amministratore unico di Aeroporti di Puglia, che gode di stima bipartisan sia in politica che presso la cittadinanza.

Ma per adesso sono solo scenari sullo sfondo. C’è ancora qualche giorno per festeggiare e per decidere. Oggi Decaro si gode l’assoluzione. Aspettava questo verdetto per tornare a concentrarsi sulla sua carriera politica. Resta da capire se lo riporterà a Bari, o piuttosto prenderà definitivamente la via di Roma.

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