Poco più di un anno fa, nel primo turno delle primarie che avrebbero incoronato Pierluigi Bersani come candidato premier del centrosinistra, Matteo Renzi raccoglieva a Bari la miseria di 7600 preferenze su oltre 40mila votanti. Una settimana dopo al ballottaggio scivolava addirittura al 25%, il dato più basso in tutta Italia (insieme a Napoli). La Puglia e il suo capoluogo sono stati la Waterloo renziana di quelle primarie. Ma proprio da Bari, ora, il sindaco di Firenze ha deciso di iniziare il tour nazionale che potrebbe portarlo (condizionale d’obbligo) il prossimo 8 dicembre a conquistare la segreteria del Partito Democratico. Il capoluogo pugliese non è stato scelto per caso.

Nel corso degli ultimi dodici mesi in Puglia è cambiato quasi tutto. Principalmente l’atteggiamento dei due leader che hanno segnato la storia politica della regione nell’ultimo decennio. Nichi Vendola a Bari gode di un consenso plebiscitario (come testimonia anche il 48% sfiorato nelle primarie 2012) e a Renzi era sempre stato ostile. Adesso pare aver mutato opinione, arrivando persino a prospettare una possibile alleanza alle prossime elezioni. Non sorprende, quindi, che a curare la campagna elettorale di Renzi sia proprio l’agenzia barese Proforma, alla base di tutti i successi del leader di Sel sin dal lontano 2005, quando l’allora esponente di Rifondazione Comunista divenne a sorpresa governatore regionale. Gli stessi creativi che un anno fa di questi tempi attaccavano gli “imperi imprenditoriali” e “i fondi alle Cayman” a sostegno del sindaco di Firenze, oggi sono gli autori dello slogan “L’Italia cambia verso Renzi” che accompagnerà il tour nazionale. Altro segno dei tempi.

E poi c’è Michele Emiliano. Che alle primarie aveva appoggiato convintamente Bersani, e che adesso è uno dei principali sostenitori di Renzi, non solo in Puglia. Il sindaco di Bari è tornato di recente su questa “giravolta politica” (come l’hanno definita alcuni suoi detrattori), spiegando attraverso la sua pagina Facebook di “non aver mutato posizione nel Pd” e di “non essere saltato sul carro del vincitore”: “Bersani si è dimesso e ha chiuso la sua parabola politica. Renzi è l’unico candidato che garantisce forza e determinazione di cambiamento del Pd”, ha scritto. Emiliano ribadisce di “aver scelto Renzi ma di non essere renziano”. Di certo, in Puglia è diventato un punto di riferimento per il sindaco di Firenze (che proprio al Sud aveva pagato dazio in termini di consenso). Discorso analogo per Antonio Decaro, candidato in pectore per il centrosinistra alla successione a sindaco di Bari: vicinissimo fino a qualche mese fa a Pippo Civati, adesso sponsorizza anche lui l’evento. “Senza di loro – assicurano membri locali del partito – il tour di Renzi non sarebbe mai iniziato da Bari, al massimo vi sarebbe passato con una semplice convention”. Né bisogna dimenticare un’altra ala del partito, storicamente dalemiana, passata dalla parte del “rottamatore”: anche Nicola Latorre, uomo forte del Pd pugliese e presidente della Commissione Difesa al Senato, ha annunciato di recente il suo voto per Renzi, “la migliore risorsa a disposizione del partito”.

E così, nel centro congressi della Fiera del Levante, in prima fila ci saranno tanti fondatori e cofondatori degli ex comitati per Bersani. La Puglia democratica, almeno nelle sue personalità politiche di maggior spicco, ha cambiato orientamento. Il sindaco di Firenze vi ha trovato un appoggio importante, che probabilmente giocherà un ruolo anche nella partita delle prossime amministrative (comunali nel 2014, regionali nel 2015). La scelta di Bari è simbolica e strategica al contempo: da punto debole a roccaforte, attraverso l’intreccio di alleanze locali e nazionali.

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