Una giunta ancora da ultimare quella di Virginia Raggi. Mancano due assessori, perché quello al Bilancio, ha ricordato la sindaca durante il suo intervento in Assemblea Capitolina, “ha rassegnato le sue dimissioni”. Il secondo da trovare è quello delle partecipate, visto che le deleghe sono state separate. Ma le cose dovevano andare diversamente. Almeno per quanto riguarda il posto lasciato da Marcello Minenna, visto che il capogruppo M5s Paolo Ferrara aveva vincolato alla nuova nomina “la delibera sui 18 milioni per Atac“. Senza il suo successore, aveva aggiunto “non può andare in aula”. Ma le cose andranno diversamente da come atteso da diversi esponenti dell’assemblea capitolina e non verrà annunciato nessun nuovo assessore al Bilancio.

“Coadiuvata dalla giunta – ha detto la Raggi – ho avviato una ricerca su due nuovi assessori, perché le deleghe che inizialmente erano previste in funzione di bilancio e patrimonio e un’altra separata per partecipate ritornano ad essere separate. Sto visionando curriculum, sto esaminando persone”. Poi ricorda la (seconda) scelta al Bilancio di Raffaele De Dominicis e le sue successive dimissioni perché indagato per abuso d’ufficio. Lo “abbiamo inizialmente nominato” ma “successivamente alla nomina sono venute meno le condizioni politiche per il rapporto fiduciario, ragione per la quale questa ricerca è continuata, e nel più breve tempo possibile ma nel tempo necessario procederemo alla nomina di queste due nuove figure”.

Gli attacchi di New York Times, Guardian e Wall Street Journal – E mentre a Roma la nuova giunta non decolla, i media stranieri esprimono giudizi pesanti sulla Raggi. Tre i giornali che vanno all’attacco, e sono i più rilevanti della stampa anglossassone. Per il New York Times “il brillante momento del Movimento 5 Stelle si è trasformato in un pasticcio e la 38enne Raggi, un avvocato con scarsa esperienza politica che si è presentata come una riformista dalle mani pulite, viene messa in discussione”. Poi c’è il Guardian, che parla di “breve luna di miele” della Raggi con i romani. Nella capitale il “caos” provocato dalle dimissioni a catena nell’amministrazione e lo scandalo legato all’assessore Paola Muraro “sta avendo effetti a catena per l’establishment politico italiano e potrebbe avere conseguenze perfino sul decisivo referendum di autunno, il cui risultato determinerà il futuro del primo ministro, Matteo Renzi“. Quindi, continua il giornale britannico, “il grande interrogativo ora è se i problemi della Raggi a Roma possano intaccare la reputazione del M5S a livello nazionale” e se “le difficoltà della Raggi possano spingere gli italiani a valutare se (il movimento, ndr) è pronto a guidare il Paese“.

Durissimo anche il giudizio del quotidiano finanziario numero uno, il Wall Street Journal. Titolo: “Il partito ‘parvenu’ parte col piede sbagliato a Roma“. Un pezzo che racconta il caos della nuova giunta accompagnato da una foto di Virginia Raggi e corredato da un grafico titolato “L’ascesa del populismo“. Lì vengono mostrati i risultati del M5S, passati dal quasi zero del 2011 al picco del 25,5% del febbraio 2013, scesi al 21,2% alle europee del 2014 e sotto il 20% nei primi mesi del 2015 per poi arrivare al 30% un paio di mesi fa, ma ora di nuovo in calo.

“Quando Virginia Raggi ha vinto le elezioni comunali di Roma con un successo a valanga nel giugno scorso, il suo Movimento 5 Stelle ha avuto la sua grande occasione di mostrare che poteva essere più di un movimento di protesta”, scrive il quotidiano. Ricorda come nella notte elettorale la neosindaca disse: “Stiamo riscrivendo la storia”, e aggiunge che, al contrario, il debutto del sindaco è stato segnato dal caos e dalla paralisi“.

Raggi, descritta come “un’avvocato di 38 anni con relativamente poca esperienza di politica”, è “in difficoltà da settimane persino per mettere insieme una squadra, inseguita da scandali”. Il quotidiano americano cita un professore di scienze politiche della Cabot University, Franco Pavoncello, che afferma: “Sembra che la Raggi ed il suo partito siano stati colti con la guardia abbassata, come se non fossero pronti a vincere le elezioni e a governare Roma“. Wsj poi ripercorre i passaggi principali del M5S e delle polemiche collegate alla formazione della giunta capitolina, citando infine Nando Pagnoncelli: “I supporters sono molto indulgenti con il Movimento”.

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