Con Peppino Impastato anche il 10 maggio, e non solo nel giorno dell’anniversario del suo assassinio avvenuto il 9 maggio del 1978. Questo deve diventare l’impegno di chiunque non solo voglia salvaguardare la memoria di Peppino e di quanti sono morti contrastando le mafie, ma anche di costruire un muro di solidarietà attiva nei confronti di quelli che, ogni giorno, continuano a farlo.

Peppino, sarà bene non dimenticarlo mai, non inseguiva la notorietà o lo scoop di giornata, ma esercitava senza pause il controllo democratico, denunciava mafiosi e complici, ricostituiva il contesto di ogni evento, ricollegava i tasselli, ridava memoria di ogni evento, rivelando quello che molti sapevano e che nessuno osava gridare, tantomeno dai microfoni di una radio locale. Lo hanno potuto ammazzare anche perché molti, troppi, hanno finto di non vedere e di non sentire e non hanno gradito gli “eccessi” di Peppino Impastato e dei suoi compagni.

In questi giorni la Rete Cento Passi ha lanciato un appello, sostenuto da Giovanni, il fratello di Peppino, e ripreso da Change.org, affinché il casolare dove fu ammazzato venga aperto, restituito alla comunità e trasformato in luogo della memoria e dell’impegno per il futuro.
Le centinaia di giovani che, per fortuna, ancora si recano a Cinisi, non mancano di recarsi sino a quel casolare che si trova in località Feudi e che ai loro occhi si presenta una discarica ed una baracca chiusa.

Il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, si era impegnato a recuperare quel luogo di laico pellegrinaggio e di appassionata testimonianza, ma sino ad oggi, difficoltà di varia natura lo hanno impedito. Possibile mai che istituzioni nazionali e locali non possano raccogliere questo appello?

Articolo 21 ha deciso di aderire all’invito della Rete Cento Passi e di partecipare alla raccolta di firme e di lanciarla anche in occasione della assemblea nazionale che si svolgerà il prossimo 28 maggio.

Chi ha nel cuore il ricordo di Peppino Impastato contribuisca a liberare uno dei luoghi, il più doloroso, dalla immondizia, in senso letterale e simbolico.

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