Papa Francesco è arrivato ad Ankara per il suo sesto viaggio internazionale. Dopo essere stato, pochi giorni fa, a Strasburgo dove ha rivolto due importanti discorsi al Parlamento europeo e al Consiglio d’Europa, Bergoglio, proprio come fece Benedetto XVI in Turchia nel 2006, visiterà la Moschea Blu di Istanbul. Qui il Papa sarà accolto dal Gran Muftì e da un imam. Sarà la prima volta che Francesco entrerà nel luogo dove si riuniscono per pregare i fedeli islamici ed è molto probabile che, proprio come fece Ratzinger, anche Bergoglio si soffermi a meditare in silenzio davanti al mihrab, il luogo più sacro all’interno di una moschea che indica l’esatta direzione de La Mecca, la città dove è nato Maometto.

Quello in Turchia, il più grande Paese musulmano non arabo, è un viaggio per promuovere la pace, particolarmente in Medio Oriente, rafforzare i rapporti fraterni con gli ortodossi del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli guidato da Bartolomeo I, intensificare il dialogo con l’islam e rivolgere un nuovo appello in favore dei profughi e dei rifugiati. Per il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, la soluzione per la Terra Santa è una sola: “Deporre le armi e avviare un negoziato. È impensabile che ci possa essere una soluzione armata, che ci possa essere una soluzione unilaterale, imposta con la forza da parte di qualcuno. La Santa Sede lo ha sempre detto: la soluzione non può che essere regionale, comprensiva, tenendo conto degli interessi e delle aspettative di ognuna delle parti coinvolte”.

Per la prima volta Francesco entra nel luogo di preghiera dei fedeli islamici

Durante il suo viaggio in Turchia, il Papa non mancherà anche di condannare nuovamente il terrorismo, soprattutto quando esso strumentalizza il nome di Dio. Già sul volo che lo ha riportato da Strasburgo a Roma, Bergoglio ha affermato che “è reale la minaccia dei terroristi, ma c’è anche il terrorismo di Stato quando si sente il diritto di massacrare i terroristi e con loro cadono anche altri innocenti. E questa è un’anarchia di alto livello che è molto pericolosa”. Francesco ha confidato che “forse non si può avere un dialogo con i terroristi, ma mai chiudere una porta. È difficile, quasi impossibile, ma la porta sempre aperta”. Per Bergoglio, infatti, “con il terrorismo si deve lottare, ma quando si deve fermare l’aggressore ingiusto, si deve fare con il consenso internazionale.

Bergoglio sarà il quarto Pontefice a visitare la Turchia dopo Paolo VI nel 1967, San Giovanni Paolo II nel 1979 e Benedetto XVI. Nella nazione al confine tra Europa e Asia San Giovanni XXIII fu delegato apostolico dal 1935 al 1944 e per questo motivo è stato definito il “primo Papa turco della storia”. A Strasburgo Francesco ha invitato gli eurodeputati ad allargare i confini del vecchio continente: “La coscienza della propria identità è necessaria anche per dialogare in modo propositivo con gli Stati che hanno chiesto di entrare a far parte dell’Unione in futuro. Penso soprattutto a quelli dell’area balcanica per i quali l’ingresso nell’Unione Europea potrà rispondere all’ideale della pace in una regione che ha grandemente sofferto per i conflitti del passato”. Un invito proprio in favore della Turchia che ha chiesto da tempo di aggiungersi ai 28 Stati membri dell’Unione.

Il Papa incontrerà il presidente Erdogan. Celebrerà la messa nella cattedrale cattolica dello Spirito Santo

Al suo arrivo ad Ankara il Papa visiterà il Mausoleo di Atatürk, fondatore e primo presidente della Repubblica turca, considerato il “padre della Patria”. Successivamente Bergoglio incontrerà il presidente Recep Tayyip Erdogan nel lussuosissimo “Palazzo bianco” inaugurato appena due mesi fa, con edifici che coprono 150mila metri quadri e una moschea che può contenere 5mila fedeli. Dopo le autorità del Paese, Francesco sarà ricevuto dal presidente della “Diyanet, il dipartimento per gli Affari religiosi, Mehmet Gormez. Sabato 29 novembre Bergoglio sarà, invece, a Istanbul dove visiterà il Museo di Santa Sofia e la Moschea Blu e celebrerà la messa nella cattedrale cattolica dello Spirito Santo per poi prendere parte alla preghiera ecumenica nella Chiesa patriarcale di San Giorgio insieme a Bartolomeo I.

Domenica 30 novembre, mentre a Roma, nella Basilica Vaticana, il prefetto della Congregazione per i religiosi, il cardinale brasiliano João Braz de Aviz, a nome del Papa, aprirà l’Anno della vita consacrata che terminerà il 2 febbraio 2016, Bergoglio incontrerà il Gran Rabbino di Turchia, Isak Haleva. Subito dopo, il Papa parteciperà alla divina liturgia nella chiesa patriarcale di San Giorgio nella festa di Sant’Andrea, fratello di San Pietro e patrono del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Francesco e Bartolomeo I impartiranno insieme una benedizione ecumenica ai fedeli presenti alla celebrazione e firmeranno una dichiarazione congiunta. Subito dopo il pranzo al Patriarcato, prima di ripartire per Roma, nel giardino della residenza pontificia di Istanbul Bergoglio saluterà gli alunni dell’oratorio salesiano, tra cui 250 ragazzi profughi provenienti prevalentemente dalla Siria.

Twitter: @FrancescoGrana

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