“Me ne vado, è giusto così”. Massimo Cialente, il sindaco del terremoto, lascia L’Aquila. Le pagine che Il Fatto quotidiano ha dedicato in questi giorni all’ennesimo scandalo sulla ricostruzione sono state determinanti nel prendere la decisione: “Ce l’avete fatta, me ne vado per un avviso di garanzia mandato nemmeno a me, ma al mio vice”.

Il sindaco fa riferimento a Roberto Riga, indagato per una mazzetta da 30mila euro, e all’assessore Ermanno Lisi, intercettato al telefono mentre dice “abbiamo avuto culo” di gestire il terremoto col suo enorme business. Cialente si prende la responsabilità: “Pago io per tutti, non è possibile continuare in questo modo. Ogni giorno accuse, sospetti, indagini. Roba che non mi ha mai scalfito, eppure sono io a metterci la faccia, perché tutti mi hanno lasciato solo tra gli interessi di chi vuole far soldi col terremoto e la politica di Roma che non si decide a prendere misure serie per far rivivere L’Aquila. Allora basta, vado via”. La decisione di farsi da parte è stata confermata successivamente nel corso di una conferenza stampa convocata ad hoc.

“Ho riflettuto e ho deciso nell’interesse della città” ha poi specificato davanti ai cronisti il primo cittadino, secondo cui “in fondo è stato lo stesso ministro Trigilia a dimettermi quando, in un’intervista il 9 gennaio, ha detto ‘il Comune non chieda più soldi’ e, nello stesso giorno, in una riunione con il rettore dell’università aquilana, ha parlato di piano di rilancio dell’ateneo e di piano regolatore della città, senza il sindaco”. Nel corso della lunga conferenza stampa, inoltre, Cialente ha ripercorso le tappe del suo secondo mandato.

“Ho pagato il fatto di aver rimosso le bandiere tricolori dalle sedi comunali e di aver riconsegnato la fascia tricolore” ha detto ancora Cialente. “Ho dato tutto me stesso, ma non sono stato abbastanza forte, sono rammaricato perché ho perso”. Conclusa la conferenza stampa l’ex primo cittadino, attorniato dai suoi più stretti collaboratori, non ha voluto rilasciare altre dichiarazioni, annunciando che d’ora in poi sarà in silenzio stampa.

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