Il modo di far politica del Movimento 5 Stelle, a Pier Luigi Bersani “fa venire in mente dinamiche proprie del leninismo”. Il segretario nazionale del Pd da Brescia argomenta: “Il Movimento 5 Stelle vuole fare le proprie riunioni chiuse ma poi vuole lo streaming quando va dal Capo dello Stato, secondo un antico dettato che fa venire in mente il leninismo. Cosa credono di aver inventato? Sono un cuneo – aggiunge riferendosi al Movimento – mi organizzo più o meno segretamente e poi approfitto di tutti gli spazi che la borghesia ‘cogliona’ e capitalista mi dà. Su questo i grillini e il Partito democratico sono profondamente diversi, speculari” afferma il candidato alla premiership nel giorno in cui Beppe Grillo attacca nuovamente il Pd e bolla come “un inciucio” la possibilità che Massimo D’Alema diventi presidente della Repubblica.

Bersani: “Ci prendiamo le nostre responsabilità”. “Le nostre discussioni sono pubbliche – sottolinea il segretario – ci prendiamo le nostre responsabilità”. E a questo proposito spiega che quando parlava di scouting non intendeva assolutamente andare a ‘catturare’ dei parlamentari ma il contrario: “Scouting vuol dire che voglio capire se quella formazione si prende delle responsabilità rispetto al ruolo parlamentare che ha voluto rivestire, che comprende anche dire la propria sul ruolo del Governo”. Quanto a votare atto per atto i provvedimenti, come hanno annunciato di voler procedere i grillini lascia perplesso il leader democratico. 

“Il M5S avevano i loro da votare e SC ipotesi improponibile di Monti al Quirinale”. Bersani ritorna anche su un argomento a lui caro e ripetuto più volte in campagna elettorale e anche all’indomani dei risultati delle elezioni. “Uno può anche star fuori dal Parlamento e allora forma un gruppo extraparlamentare ma il Parlamento non è una torta dove prendi solo le ciliegine. Devi prenderti anche le tue responsabilità, che vuol dire decidere”. “Sia chiaro che tutto quello che avverrà nei prossimi giorni da parte del Pd non è per ambizione ma per senso di responsabilità perché vogliamo cercare, nella strada pur stretta che sia, soluzioni che consentano di dare un governo a questo Paese. Qui non c’è di mezzo né Bersani né il Pd ma c’è di mezzo il fatto di trovare la strada per dare risposte ai problemi che la gente ha. Chi non ci crede è gretto e meschino”. Per questo Bersani rivendica il fatto di aver cercato fino all’ultimo un accordo con le altre forze politiche. “Quel che ho detto ho fatto: ho detto che fino all’ultima ora cercheremo una reciprocità con le altre forze del Parlamento e per questo ho cercato di parlare con il Movimento 5 Stelle, con Scelta civica e anche con il Pdl. Ci abbiamo provato fino all’ultimo ma non c’è stata disponibilità da nessuna parte. Il Pdl ci ha detto ‘ascoltiamo e basta’, il Movimento 5 Stelle che avevano i loro da votare e Scelta civica guardava all’ipotesi improponibile di Monti al Quirinale“.

“Elezione Camera e Senato non è stata una sorpresa. Pd massacrato dai media”. Sulla giornata di ieri Bersani mostra sicurezza e convinzione: “Le elezioni dei presidenti di Camera e Senato sono state una sorpresa per noi? Forse per qualcuno, ma non certo per noi”.  “Nell’altro giro hanno eletto alla Camera e al Senato Fini che fatto la legge Bossi-Fini e Schifani che l’altro giorno è andato davanti a palazzo di Giustizia a protestare. Oggi, in questo giro alla Camera va una persona che ha ricordato i tanti morti senza nome nel Mediterraneo e al Senato chi ha combattuto le mafie”. Poi il rammarico: “In questi 20 giorni i media ci hanno massacrato in modo irresponsabile. In un momento così difficile – osserva – se chi gestisce l’informazione non prende mai sul serio quello che la politica ti dice, come fa la gente a prendere sul serio la politica? Io quello che dico lo penso. In questi giorni il Pd è stato massacrato come se fosse stato colpevole. Ma colpevole di che cosa? Di non aver preso abbastanza voti? Nel combinato tra voto insufficiente e un meccanismo elettorale demenziale ci è stato consegnato un prima senza la possibilità di esercitarlo. Ma nella democrazia funziona anche così – prosegue – si vince di poco e si governa. Da noi il risultato ci consegna in condizioni difficili una responsabilità perché se non abbiamo noi i numeri per la governabilità tanto meno ce li hanno gli altri. Abbiamo però una responsabilità – aggiunge –  che non possiamo esercitare da soli e la giornata di ieri ci ha insegnato qualcosa”.

“Se Lega è interessata a che legislatura continui è un tema che riguarda loro”. Per il futuro Bersani ripete come un mantra la parola cambiamento: ”Secondo me la partenza deve essere un gruppo di misure per il cambiamento dal lato sociale della comunità, queste misure credo che vadano rivolte a tutto il Parlamento” argomenta parlando del dialogo con la Lega Nord. Sull’ipotesi di un accordo tra il Pd e la Lega per il governo dice: “Leggo anche io queste cose, è interessante capire, ma questo lo dico da osservatore, cosa pensi di sé la Lega per quel che riguarda il proseguire della legislatura. Cioè, se in qualche misura, è interessata a che la legislatura continui o no, ma questo è un tema che riguarda loro”. Quanto alla questione della macroregione, cara alla Lega, Bersani sottolinea di non voler “scambiare i destini dell’Italia, dell’unità del Paese per un voto della Lega. Bisogna capire di cosa si parla. Io di regioni me ne intendo, se si vuole discutere di autonomie e anche di ammodernamento del sistema delle autonomie io ci vado a nozze perché sono un autonomista convinto”.

“Non vorrei, che alla fine di questo percorso, e qualcuno lo sta suggerendo, venisse fuori l’idea che facciamo una specie di governo Monti senza Monti. Questo significherebbe mettere dei precari coperchi su una pentola a pressione che non va bene” sostiene Bersani.

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