Si intensificano gli sforzi di tutte le forze in campo per chiudere in fretta l’operazione in Libia. Durante la mattinata, testimoni raccontano di forti esplosioni nella città di Tripoli. Secondo la tv araba Al Jazeera, si tratterebbe di raid aerei della Nato contro le milizie del colonnello. E si rincorrono le dichiarazioni degli insorti, che riferiscono di diversi errori nei bombardamenti della coalizione che hanno colpito le postazioni ribelli. Secondo l’inviato della Bbc, sono almeno 13 gli insorti caduti sotto le bombe della Nato. L’episodio è accaduto a Ajdabiya dove i civili stanno fuggendo verso nord timorosi dell’ingresso delle truppe lealiste.

Nel frattempo va in scena un reciproco scambio di accuse fra Gheddafi e lo stato maggiore della Nato sull’incendio di un pozzo petrolifero a nord di Sarir. In un primo momento il rais aveva addossato la responsabilità all’Alleanza atlantica che però ha subito replicato dicendo che il bombardamento è opera delle milizie fedeli al Colonnello.

Gli stessi insorti intanto si sono detti pronti a “una grande battaglia” per fronteggiare le forze del regime che da mercoledì hanno iniziato una violenta controffensiva, con artiglieria pesante e lanciamissili.

La cronaca del 7 aprile 2011

20.44 – Nave con aiuti umanitari arrivata a Misurata

Una nave del Programma Alimentare Mondiale è arrivata a Misurata. Ha portato nella città assediata 600 tonnellate di prodotti alimentari, “abbastanza per nutrire piu’ di 40mila persone in un mese”, due medici, forniture sanitarie donate dall’Unicef e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per 50mila persone in un mese.

19.59 – Ex ministro di Gheddafi fuggito a Malta: “Da quando c’è la Nato siamo in mano al rais, ma ha i giorni contati”

La Nato “ha permesso la morte inutile di tantissimi libici che hanno dovuto subire la forza militare di Gheddafi. Siamo finiti di nuovo in mano al Rais. Era meglio quando l’offensiva militare era affidata agli americani, gli inglesi ed i francesi”. Così l’ex ministro dell’Energia libico, Omar Fathi bin Shatwan – lontano da incarichi pubblici dal 2007 – in un’intervista all’agenzia di stampa Ansa. Dopo la fuga di venerdì scorso, si è rifugiato in un albergo a Malta e commenta: “Io provengo da Misurata e lì ci sono massacri ogni giorno, ci sparano addosso, hanno tagliato l’acqua, la luce, gas, tutto. Non ci sono farmaci, provviste, non c’è niente. Se usciamo per cercare l’acqua, ci sparano e ci uccidono come bestie”. Racconta anche dei suoi colleghi del governo, minacciati da Gheddafi: “Tiene i suoi ministri in ostaggio nella caserma di Bab el Aziziya. Scappano se c’è l’opportunità ma hanno paura, perché lui li ricatta con le famiglie”. E sul destino del rais, è lapidario: “Ha i giorni contati. Ha ucciso e continua ad uccidere i suoi cittadini. Chi si crede di essere?”. Per la Libia, secondo Shatwan, c’è solo una soluzione: “Tutti i Gheddafi devono sparire una volta per tutte”.

18.54 – Germania pronta a inviare forze armate in Libia

Il governo tedesco si è detto pronto a inviare le sue forze armate per svolgere missioni militari a scopo umanitario – p
er proteggere i rifornimenti di medicinali e il trasporto dei rifugiati – in Libia. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle. Se l’Onu dovesse chiederlo, “noi non ci sottrarremmo alla nostra responsabilità”, ha detto.

18.50 – Bloccati dagli Usa più di 34 miliardi di dollari libici

Il blocco dei possedimenti libici da parte degli Stati Uniti ha superato i 34 miliardi di dollari. Lo ha riferito il vice-segretario al Tesoro David Cohen, responsabile per le sanzioni, il riciclaggio e l’antiterrorismo. Cohen ha spiegato che il congelamento è avvenuto anche da parte degli Stati europei, ma a suo avviso in misura minore rispetto agli Usa.

18.26 – Nato: “Non abbiamo truppe sul terreno”, ma esistono ‘forze parallele’

La Nato “non ha truppe sul terreno” in Libia. L’Alleanza smentisce la notizia secondo cui le truppe francesi – impegnate in azioni in supporto dei ribelli e disperse nella zona desertica di Al Hamada Al Hamrah – sarebbero sotto il suo comando. Esistono tuttavia ‘forze parallele’, come commando speciali inglesi del Sas, paramilitari della Cia e anche membri dell’esercito spagnolo che starebbero addestrando su base volontaria i ribelli.

18.00 – Gran Bretagna: aumenta la capacità di fuoco e chiede che i ribelli siano addestrati

L’aviazione britannica ha deciso di convertire quattro caccia Typhoon alle operazioni aria-terra, così da poter aumentare la propria capacità di fuoco sugli obiettivi militari del rais. Dal punto di vista diplomatico, invece, la richiesta che la Gran Bretagna fa alle nazioni arabe che sostengono la coalizione è di occuparsi dell’addestramento degli insorti. Un’operazione necessaria per uscire dallo stallo. Perché “i ribelli non stanno avanzando – ha spiegato una fonte interna al Gabinetto – Si limitano a guidare i mezzi in fondo alla strada e poi, quando vedono le armi, fanno inversione e tornano indietro”.

17.45 – Generale Usa scettico su vittoria ribelli

E’ scettico sulla possibilità di vittoria dei ribelli – che definisce “improbabile” – il comandante dello US Africa Command, Carter Ham. Secondo il generale, in Libia “si è delineata una situazione di stallo tra le due forze opposte”.

17.33 – Nato apre un’inchiesta sul raid di Brega

La Nato ha aperto un’inchiesta per accertare le responsabilità del raid sulla città di Brega, nell’est della Libia, che ha provocato cinque vittime – fra cui due insorti – e 10 feriti. I ribelli hanno più volte cambiato versione sull’attacco, accusando prima la Nato e poi le forze del regime di Gheddafi.

16.44 – Scomparsi quattro reporter, forse rapiti dalle forze di Gheddafi

Non si hanno notizie da lunedì sera di quattro reporter scomparsi durante un assalto sulla strada che collega Agedabia a Brega. Come diffonde l’organizzazione Reporters Sans Frontieres, si tratta dello spagnolo Manuel Varela, degli americani James Fowley e Claire Morgane e del sud africano Anton el Harmme. I quattro sarebbero stati rapiti dalle forze del regime: secondo l’agenzia spagnola Efe, i reporter sono stati fatti scendere dalla loro macchina – incendiata dai militari – e fatti salire su un’altra con destinazione sconosciuta.

16.27 – Giallo sul raid aereo su Brega

E’ ancora misteriosa la responsabilità del raid aereo che ha colpito oggi una postazione dei ribelli a Brega. In un primo momento gli insorti hanno accusato la Nato di un caso di “fuoco amico”. Un errore che ha provocato cinque vittime e 10 feriti. Poco dopo, però, hanno cambiato versione: in una dichiarazione alle tv arabe Al Arabiya e Al Jazeera alcuni esponenti dei ribelli hanno attribuito la responsabilità alle milizie di Gheddafi. Ma risulta impossibile spiegare come eventuali caccia del regime possano sorvolare Brega nonostante sia in vigore una “no fly zone”.

15.35 – Bbc: “Almeno 13 insorti uccisi in fuoco amico della Nato”

L’inviato della Bbc Wyre Davies ha raccontato di caos alla periferia di Ajdabiya, con gli insorti che battevano in ritirata e raccontavano di essere stati colpiti dai raid della Nato.
Uno dei ribelli ha detto di aver visto almeno quattro missili atterrare nei pressi di postazioni di insorti. Ha aggiunto che molte persone sono rimaste uccise e molte altre sono rimaste ferite.

15.34 – Migliaia di ribelli e civili in fuga da Ajdabiya

Migliaia di ribelli e di civili libici stanno fuggendo dalla città di Ajdabiya in direzione di Bengasi. A scatenare la fuga sono state le voci su un’imminente avanzate delle milizie governative. Lo riferisce la tv satellitare Al Arabiya.

15.10 – Bouchard: “Le accuse di Gheddafi contro la Nato sono un segno di disperazione”

”Siamo al corrente del fatto che le forze sostenitrici di Gheddafi hanno attaccato questa zona di recente, causando l’incendio di almeno un pozzo petrolifero a nord di Sarir“: lo ha dichiarato il Generale di Squadra Aerea Charles Bouchard, Comandante dell’Operazione Unified Protector.  “Tentare di addossare la colpa alla NATO è chiara dimostrazione di quanto sia disperato il regime. Noi non abbiamo mai effettuato attacchi su quella regione perchè le forze pro-Gheddafi non ponevano alcuna minaccia alla popolazione locale” ha aggiunto il generale. “L’unico responsabile di questo incendio è il regime e noi sappiamo che vuole interrompere il flusso di petrolio verso Tobruk”.

14.40 – Delegazione insorti al Consiglio dei ministri degli Esteri europeo

Gli stati membri della Ue stanno discutendo la possibilità di invitare esponenti del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) della Libia alla riunione del Consiglio dei ministri degli Esteri di martedì prossimo a Lussemburgo. Lo riferiscono fonti diplomatiche a Bruxelles, rilevando che “tra i 27 ci sono resistenze” e che la questione non è quindi ancora definita.
“Ci stiamo lavorando – hanno indicato le fonti – può darsi che ci sia unì’evoluzione favorevole”. Le fonti non hanno indicato i paesi dai quali arrivano le resistenze.

13.48 – Delegazione europea a Bengasi per ascoltare i ribelli

Una delegazione europea di otto persone – tra cui quattro italiani, compreso il capo del gruppo Agostino Miozzo – è arrivata a Bengasi per prendere contatti con le autorità politiche e civili dei ribelli. Ripartirà domattina. I delegati sono a Bengasi “in questo momento difficile per capire meglio di cosa abbiano bisogno gli insorti”, ha detto Miozzo, “e per esprimere la disponibilità dell’Unione Europea a fornire aiuti umanitari”.

13.33 – Raid aereo Nato colpisce carro armato ribelle, 10 feriti

Nuovo caso di “fuoco amico” a Brega. “Gli aerei della Nato hanno sparato due volte contro un nostro carro armato”, ha affermato il ribelle Ali Sahli. Nell’attacco sono rimasti feriti 10 insorti.

13.11 – Manifestazione a Bengasi per ringraziare l’Italia

“Grazie Italia, viva la Libia libera”. Questi i cori di alcune decine di persone che si sono riunite oggi a Bengasi, davanti all’edificio dove aveva sede il consolato italiano, devastato durante una manifestazione di protesta il 17 febbraio del 2006 e da allora chiuso al pubblico. I cittadini hanno innalzato bandiere italiane e della Libia dell’era pre-Gheddafi, per ringraziare l’Italia per il suo riconoscimento del Consiglio nazionale provvisorio quale legittimo interlocutore politico libico. L’iniziativa è stata promossa dal comitato dei parenti delle 14 vittime del 17 febbraio 2006. Le forze di sicurezza libiche aprirono il fuoco contro la folla per disperdere i manifestanti, che volevano protestare contro il comportamento di Roberto Calderoli: l’allora ministro aveva mostrato in diretta tv una maglietta su cui erano stampate le vignette con le caricature del profeta Maometto pubblicate dal giornale danese Jyllands-Posten e che, in quei giorni, stavano provocando violente manifestazioni di protesta in tutto il mondo islamico.

12.27 – Raid Nato a Brega: 5 vittime

Cinque le vittime di un raid aereo della Nato a Brega. Le forze della coalizione hanno colpito per errore una postazione degli insorti libici. A rivelarlo sono gli stessi ribelli, che riferiscono anche di un bombardamento da parte dei caccia Nato ieri nel porto di Misurata, anche quello in mano agli insorti.

12.24 – Bombe dei miliziani a Misurata, il bilancio è di 5 morti e decine di feriti

5 morti e almeno 25 feriti: questo il bilancio dei bombardamenti di ieri nel centro di Misurata da parte delle brigate di Gheddafi. Lo riferisce una fonte dei ribelli alla tv satellitare Al Arabiya. La città è da settimane sotto assedio da parte delle truppe del regime libico. Tre giorni fa una nave allestita da ‘Medici senza frontiere’ è salpata dal porto cittadino verso la Tunisia con 60 feriti a bordo.

12.23 – Diplomatici Usa: “Gheddafi nasconde armi nelle città e usa i civili come scudi”

Le milizie di Gheddafi nascondono carri armati e artiglieria nei centri abitati – a partire dalla città di Misurata – e utilizzano i civili come scudi. Lo denunciano fonti diplomatiche americane ed europee citate dal Washington Post e dall’Herald Tribune. E’ questo il motivo del rallentamento dei raid della Nato, rimproverato dagli insorti: così gli aerei della coalizione hanno meno bersagli a disposizione. “E’ difficile quando ci si trova di fronte a una forza come quella dispiegata da Gheddafi, che si insinua nelle città, usa cecchini sui tetti della case, adotta comportamenti terribili che mettono a rischio così tante vite umane”, ha dichiarato il segretario di Stato statunitense, Hillary Clinton durante la conferenza stampa congiunta con la controparte italiana, Franco Frattini.

12.16 – Nato bombarda le forze di Gheddafi a Misurata

Bombardamenti della Nato hanno colpito le milizie del regime a Misurata. Lo ha annunciato un portavoce degli insorti libici, secondo il quale gli attacchi delle forze di Gheddafi sulla città avevano già causato cinque morti e 25 feriti.

12.07 – Forti esplosioni a Tripoli, forse raid Nato

Una serie di forti esplosioni sono state avvertite intorno alle 11.30 nella città di Tripoli. ”C’era un aereo che sorvolava, poi ci sono state due esplosioni, la seconda delle quali molto forte”, racconta un testimone. Per un abitante del quartiere di Salaheddin, nella periferia est, le esplosioni sarebbero state tre. Altri cittadini raccontano di aver sentito sirene di ambulanze. Secondo la tv araba Al Jazeera, potrebbe trattarsi di un raid aereo della Nato perché dei caccia stanno sorvolando i cieli della capitale libica.

11.56 – I ribelli pronti a “grande battaglia”

I ribelli si preparano ad “una grande battaglia” per sconfiggere le forze del colonnello Gheddafi. Lo ha annunciato in un’intervista alla tv araba Al Jazeera il generale Abdul Fattah Younis al Abidi, a capo del braccio militare del Consiglio nazionale transitorio di Bengasi. Si tratta della risposta alla controffensiva delle forze governative che, con artiglieria pesante e lanciamissili, mercoledì ha costretto i ribelli libici a lasciare Brega e a fuggire ad almeno 40 chilometri di distanza.

11.50 – Dal 2006 un’agenzia Usa si occupava della promozione dell’immagine di Gheddafi nel mondo

Tre milioni di dollari
all’anno – più le spese – a un’azienda di pubbliche relazioni statunitense per promuovere la sua immagine internazionale. Secondo la Cnn. è quanto ha pagato il Colonnello alla Monitor Group di Boston per una campagna mirata a “introdurre Gheddafi come un pensatore e un intellettuale”. Un contratto firmato nel 2006 e che prevedeva la promozione di incontri con analisti, uomini di governo e personaggi illustri in Libia. Eamonn Kelly, uno dei capi dell’agenzia di Boston, sta conducendo una indagine interna sulla vicenda, ma intanto minimizza: “Non abbiamo lavorato per Gheddafi, abbiamo lavorato per la Libia”.

11.11 – Gruppo di contatto sulla Libia si riunirà il 13 aprile

La prossima riunione del Gruppo di contatto sulla Libia si terrà mercoledì prossimo, 13 aprile, a Doha, in Qatar. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè. Gli sforzi sono concentrati nel convincere l’Unione africana a partecipare. Il gruppo è “’incaricato di assicurare la governance politica dell’intervento militare – ha ricordato il ministro – e l’applicazione delle risoluzioni dell’Onu”. Juppè ha anche sottolineato la volontà di organizzare un incontro tra i ministri degli Esteri dell’Unione europea e i rappresentanti del Consiglio nazionale di transizione libico: “Sto intervenendo perchè siano ascoltati lunedì. Abbiamo ancora qualche resistenza da parte di qualche paese, ma bisogna parlare a questi responsabili anche se non hanno, ovviamente, il monopolio della rappresentanza del popolo libico”.

11.09 – Forze speciali francesi scomparse nel deserto libico

Una squadra di forze speciali francesi sarebbe scomparsa nella zona desertica di Al Hamada Al Hamrah, nel sud ovest della Libia, mentre era impegnata in operazioni militari. Lo riferisce il quotidiano algerino Al Khaber. All’inizio della settimana la Francia avrebbe richiesto alle autorità algerine il permesso di utilizzare le sue basi al sud per ricercare i propri uomini. Richiesta però rifiutata. Finora comunque la Nato ha sempre negato l’impiego di soldati sul territorio libico.

10.01 – Fuggito a Malta un ex ministro di Gheddafi

Una fuga verso Malta. E’ arrivato venerdì scorso l’ex ministro dell’Energia libico, Omar Fathi bin Shatwan, fuggito a bordo di un piccolo peschereccio salpato da Misurata. Il suo arrivo è stato tenuto segreto fino a oggi. Lo rende noto il ministro degli Esteri libico. Shatwan, in passato anche ministro dell’Industria, ha lasciato ogni incarico di governo nel 2007.

00.54 – Ministro degli Esteri libico: “Raid britannici hanno distrutto un oleodotto”

Ancora bombardamenti sui campi petroliferi libici. Questa volta, secondo il vicdeministro degli esteri del governo di Gheddafi, a colpire l’oleodotto di Sarir, nel sud della Cirenaica, tra i più importanti del Paese, sarebbe stato un raid britannico. “Hanno attaccato, uccidendo tre guardie e ferendo diversi altri lavoratori”, riferisce il ministro.

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