La cronaca del 5 aprile 2011

21.12 – Un portavoce dei ribelli: “La Nato ci ha deluso, lascia morire i civili”

La Nato “lascia morire gli abitanti di Misurata”. Lo ha affermato il generale  Abdul Fatah Younis – coordinatore delle operazioni militari degli insorti, ex ministro degli Interni di Gheddafi passato dal lato dei ribelli – durante una conferenza stampa a Bengasi trasmessa in diretta sulla tv araba Al Jazeera. “Ci ha deluso, perché non ci ha offerto quello che ci serve”, ha aggiunto, “Bombarda qui e là mentre gli abitanti della città assediata sono sotto la minaccia di essere sterminati”. “La Nato è diventata il nostro problema”, ha concluso Younis.

18.15 – “Fuoco amico” la causa del bombardamento di venerdì scorso tra Agedabia e Brega

“Un malaugurato incidente”. Così il generale della Nato Mark van Uhm ha definito – e ammesso – il bombardamento di venerdì scorso tra Agedabia e Brega. Un equivoco dovuto a un caso di “fuoco amico”. I ribelli avevano sparato in aria, forse per festeggiare un’azione militare. I piloti della coalizione, scambiando gli spari per un attacco, hanno bombardato. “Gli insorti hanno imparato la lezione”, ha aggiunto il generale, “E hanno pertanto ritirato certi giovani entusiasti dalla linea del fronte”. Una lezione dal bilancio impreciso: secondo gli stessi insorti, il raid aereo avrebbe ucciso 13 persone – 4 civili e 9 ribelli – mentre secondo la tv araba Al Jazeera, le vittime sarebbero state circa 30, la maggior parte combattenti.

17.48 – Brega, i ribelli allontanati dal centro della città

Durante gli intensi scontri a Brega, le forze di Gheddafi avrebbero spinto indietro i ribelli di circa 20-30 chilometri verso Ajdabiya. L’ipotesi dei testimoni è che le milizie governative – oggi più aggressive del solito – abbiano ricevuto rifornimenti.

17.20 – Ancora scontri a Brega, diretta tv per l’eventuale vittoria delle milizie

Continuano i violenti scontri a Brega, a sud di Bengasi. I ribelli guadagnano terreno verso il centro della città, ma le milizie mantengono il controllo dei quartieri intorno all’università. La tv di Stato libica ha intanto annunciato tra poche ore una diretta da Brega. Forse per annunciare la conquista della città e l’avanzata verso Ajdabiya, utlima zona in mano ai ribelli. Questa la ricostruzione dell’emittente satellitare Al Jazeera.

17.06 – Rischio attentati, l’Fbi interroga i cittadini libici negli Usa

Gli Stati Uniti credono nella possibilità di attentati da parte del regime libico, come ritorsione per l’intervento della coalizione internazionale nella crisi. Per questo l’Fbi starebbe interrogando le migliaia di cittadini libici residenti negli Usa, alla ricerca di eventuali spie o informazioni utili. Secondo gli esperti statuinitensi di anti-terrorismo tuttiavia il rischio di attacchi sarebbe più alto in Europa che negli Usa.

16.41 – 321 feriti libici trasferiti in Turchia

Una nave turca – scortata dall’aviazione di Ankara – ha trasportato a Smirne 321 feriti da Bengasi e Misurata. L’agenzia di stampa locale riferisce che i cittadini libici, con lesioni di diversa entità, sono stati visitati nell’ospedale da campo allestito nel porto turco e poi smistati nei centri sanitari. I tre casi più gravi sono stati affidati all’ospedale cittadino. Un altro gruppo di feriti è stato intanto trasportato con un aereo turco da Bengasi a Dalaman, dove è stato subito assistito da una sessantina di sanitari volontrari.

16.16 – La Nato denuncia: “Gheddafi sta usando scudi umani a Misurata”

Secondo quanto dichiara il generale Nato Mark van Uhm, le forze governative starebbero “usando scudi umani” contro i raid aerei della coalizione internazionale a Misurata.

15.27 – Fuori uso il 30% delle forze di Gheddafi, la Nato riferisce i risultati dei raid

Fuori uso il 30% delle risorse militari del colonnello. Sarebbero questi i primi risultati dei raid aerei della coalizione internazionale riferiti dal generale della Nato Mark van Uhm. I dati si basano sulle informazioni del comandante delle operazioni in Libia Charles Bouchard.

15.21 – Gli insorti pronti a trasportare il petrolio in Qatar

Ha attraccato nel porto di Marsa el Hariga, nell’est della Libia, una petroliera dalla capacità di carico di un milione di barili. La nave, che si trova in una zona controllata dai ribelli, servirà a concludere l’accordo tra il Consiglio nazionale transitorio libico e il Qatar. Gli insorti si erano detti pronti a produrre fino a 150 milioni di barili di petrolio al giorno, prima di subire alcuni attacchi dalle forze governative.

14.12 – Ue: nessun divieto ai ribelli di vendita del petrolio, ma sulle armi resta l’ “embargo totale”

L’Unione Europea specifica che le sanzioni per la Libia – mirate a non finanziare il regime di Gheddafi – non valgono per i ribelli. L’organismo europeo non ha quindi nulla in contrario alla vendita di petrolio e altre transiazioni commerciali da parte degli insorti. Per quanto riguarda le armi, invece, dalla Ue resta l’ “embargo totale”. Blocco che comunque, dalle informazioni giunte dai generali Nato, non avrebbe registrato “nessuna violazione”. Una rassicurazione rivolta soprattutto agli Stati Uniti, dopo la preoccupazione espressa ieri da un portavoce del dipartimento di Stato americano per la possibile vendita di armi libiche all’organizzazione terroristica di Al-Qaeda.

13.54 – L’Unione Africana tornerà a mediare in Libia

L’Unione Africana riprenderà gli sforzi per la mediazione nella crisi libica. Lo ha annunciato oggi il ministro per le Relazioni internazionali del Sudafrica, Maite Nkoana-Mashabane, ponendo però un condizione: che cessino tutti i bombardamenti, sia da parte di Tripoli sia dalla coalizione. Intanto stasera l presidente della commissione dell’Unione Africana, Jean Ping, incontrerà alla Farnesina il ministro degli Esteri Franco Frattini per discutere anche della situazione libica.

13.18 – Rimosse le sanzioni Usa per l’ex ministro degli Esteri libico

Scongelati i conti correnti dell’ex ministro degli Esteri libico, Moussa Koussa. Gli Stati Uniti hanno sollevato le sanzioni imposte il 15 marzo – insieme ad altri 12 colleghi – per convincere altri esponenti del governo a dissociarsi da Gheddafi. Sdegnate le reazioni dei familiari delle vittime del disastro aereo di Lockerbie, di cui Koussa è stato spesso accusato di essere il mandante.

13.00 – Ribelli: “Ipotesi ridicola quella di passare i poteri a figlio di Gheddafi”

L’ipotesi di un passaggio di poteri dal colonnello libico Muammar Gheddafi al suo secondogenito Saif al-Islam, emersa nelle scorse ore come via d’uscita dalla crisi in corso proposta da Tripoli, è “un’offerta ridicola”. E’ quanto afferma Ali Aujali, ex ambasciatore libico negli Usa e oggi rappresentante degli insorti a Washington. “E’ il popolo libico a decidere e non accetterà mai di tornare a Gheddafi o a un qualunque membro della sua famiglia”, ha detto il diplomatico alla Cnn. “I figli di Gheddafi sono degli assassini – ha aggiunto Aujali – Sono esattamente come il padre”. Per l’ambasciatore, i ribelli sono pronti ad accettare una via di fuga all’estero sicura per Gheddafi e per la sua famiglia. “Ma non sono disposti a concedere nulla di più”, ha concluso.

12.30 – Al Jazeera: “Lealisti avanzano verso Brega”

Le brigate fedeli a Muammar Gheddafi hanno avuto la meglio oggi sui ribelli libici e stanno avanzando verso la parte orientale della città di Brega, partendo da quella occidentale, che era l’unica rimasta nelle loro mani. A riferirlo è l’inviato della tv araba ‘al-Jazeera’, il quale ha smentito la notizia di nuovi raid aerei Nato contro i soldati del regime a Brega, sostenendo che gli ultimi raid in aiuto ai ribelli si sono registrati ieri mattina. Inoltre il giornalista arabo ha denunciato l’arrivo di rinforzi militari da Tripoli a Brega in sostegno alle truppe di Gheddafi.

12.15 – Ft, attesa per oggi la ripresa dell’export del petrolio

E’ attesa oggi al terminale libico di Marsa el Hariga, nell’est del Paese, vicino a Tobruk, la petroliera “Equator” (bandiera liberiana, proprietà greca) che dovrebbe riavviare le esportazioni di petrolio dalla Libia controllata dai ribelli, le prime dall’inizio della rivoluzione anti Gheddafi. Lo rende noto il Financial Times, citando informazioni raccolte dalla Lloyd’s Intelligence e precisando che la Arabian Gulf Oil Company, ora controllata dal Consiglio di transizione di Bengasi, continua a produrre 100mila barili al giorno (contro gli 1,6 prerivolta). La compagnia spiega al quotidiano britannico di aver più di un milione di barili di petrolio in magazzino a Tobruk, pronti a essere esportati da circa una settimana (proprio la capacità della petroliera).

12.08 – Scozia ascolterà Kussa nei prossimi giorni

Le autorità scozzesi ascolteranno nei prossimi giorni l’ex ministro degli Esteri libico Mussa Kussa, scappato in Gran Bretagna e sospettato di essere implicato nella strage di Lockerbie. Lo ha indicato un portavoce del governo scozzese dopo una riunione di magistrati e polizia al Foreign Office.

12.06 – Frattini: “Stragi di Gheddafi in città”

Il ministro degli Esteri, Franco Frattini è tornato oggi a condannare le violenze del regime di Tripoli sul suo stesso popolo riferendo che “Muammar Gheddafi sta facendo stragi nelle città”. Il titolare della Farnesina si riferiva in particolare alle notizie sui bombardamenti da parte dell’esercito del colonnello sui quartieri residenziali della città di Misurata. Frattini è tornato quindi a parlare del riconoscimento da parte dell’Italia del Consiglio nazionale transitorio di Bengasi: era necessario, ha spiegato il ministro, “per favorire il grande anelito di libertà in Libia. L’opposizione vuole il cambiamento democratico, respinge il fondamentalismo e va incoraggiata”, ha concluso Frattini conversando con i cronisti oggi a Roma.

11.32 – Nuovi raid Nato su Brega, scontri in corso tra lealisti e ribelli

Nuovi raid dei caccia della Nato sono in corso questa mattina contro le brigate di Muammar Gheddafi nella città di Brega, in Cirenaica. Secondo quanto riferisce l’inviato della tv araba ‘al-Jazeera’, che cita fonti dei ribelli, negli ultimi raid sono stati distrutti due mezzi blindati usati dalle truppe di Gheddafi. Sono in corso in queste ore violenti scontri per la conquista della città petrolifera libica

11.30 – Due gerarchi del regime fuggiti in Mali

Due alti gerarchi del regime libico di Muammar Gheddafi sono fuggiti ieri in Mali, attraverso la Tunisia. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa tunisina ‘Tap’, si tratta dei consiglieri del Comitato popolare per la comunicazione esterna e la cooperazione internazionale, Salem Mabrouk Abdallah e Jomaa Ibrahim Ammar. Entrambi sono entrati ieri sera in Tunisia, attraverso il posto di frontiera di Ras Jedir. Una volta giunti in territorio tunisino si sono recati all’aeroporto di Jerba da dove sono partiti su un aereo alla volta di Bamako.

11.21 – Attacco aereo a Brega, distrutti due mezzi di Gheddafi

Un attacco aereo ha distrutto due veicoli delle forze pro-Gheddafi nella città di Brega, dove sono in corso combattimenti fra governativi e insorti. Lo hanno reso noto gli stessi insorti. “Un attacco aereo ha colpito due dei veicoli nemici” ha detto un ufficiale delle forze ribelli che si è qualificato come colonnello Abu Mohamed. I resti dei due camion con montate sopra mitragliatrici pesanti sono visibili all’ingresso dell’area residenziale di Nuova Brega. Una densa nuvola di fumo nero si alza dall’incendio che li consuma. Mezzi militari si stanno dirigendo verso il centro di Brega.

10.52 – Nato ferma navi ribelli con armi e aiuti

Unità navali Nato hanno fermato oggi diverse imbarcazioni dei ribelli cariche di armi e aiuti umanitari partite da Bengasi e dirette a Misurata. Lo ha constatato l’inviato dell’Ansa su una delle imbarcazioni, in contatto radio con le altre.

10.52 – Rimorchiatore Asso 22 torna nel porto di Tripoli

Durante la notte il rimorchiatore Asso Ventidue, da oltre due settimane bloccato in Libia da uomini armati, è rientrato nel porto di Tripoli, dove è tuttora attraccato. Proprio ieri il rimorchiatore aveva lasciato il porto, dove era fermo da dieci giorni, riprendendo la navigazione rotta ovest. Come informa l’armatore, il presidio militare libico sull’Asso Ventidue continua nelle stesse modalità dei giorni precedenti alla navigazione nella giornata di ieri. Tutti i membri dell’equipaggio stanno bene. Nei giorni scorsi è stato consentito l’approvvigionamento di viveri a bordo della nave.

2.14 – Tripoli: “Rammarico per decisione italiana di riconoscere il Cnt”

Un portavoce del governo libico, Mussa Ibrahim, ha affermato ieri sera che la Libia si rammarica per la decisione dell’Italia di riconoscere gli insorti. Il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini ha ieri annunciato che l’Italia riconosce il Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt) “come unico interlocutore legittimo della Libia per le relazioni bilaterali”.

0.44 – Tripoli: “Pronti a soluzione politica, ma Gheddafi deve restare”

Il portavoce del governo libico ha annunciato che la Libia è pronta a una “soluzione politica” con le potenze internazionali e che il regime è pronto a svolgere elezioni, referendum o a introdurre riforme politiche. Il governo libico ha però affermato che Muammar Gheddafi deve restare al potere.

0.10 – La tv di stato mostra Gheddafi che saluta i sostenitori

La tv di Stato libica hamostrato Muammar Gheddafi che saluta i suoi sostenitori dal mega-bunker di Bab al Aziziya. Il leader libico stava su una jeep uscita dal suo complesso fortificato di Bab el Aziziya. Una scritta in sovrimpressione sullo schermo diceva: “Il fratello leader in mezzo ai suoi sostenitori”.

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