La cronaca del 29 marzo 2011

Dopo dieci giorni di guerra in Libia, Gheddafi torna a parlare. “Bisogna mettere fine – ha detto oggi – alla offensiva barbara paragonabile a quella di Hitler”. Questo il messaggio che il Raìs lancia al gruppo di contatto che ha riunito a Londra 40 ministri degli Esteri della coalizione. Assente l’Unione africana che pure si era detta pronta a mediare tra gli alleti e il Colonnello. Obiettivo del vertice: definire soluzioni politiche per il dopo-Gheddafi. “La coalizione internazionale per la Libia riunita a Londra ha concordato di continuare gli sforzi finché non sarà attuata la risoluzione dell’Onu 1973”, si legge nel comunicato emesso al termine del meeting.

Il Comitato nazionale transitorio, che ha fatto sapere di voler mantenere in piedi il trattato Italia-Libia, ha inviato nella capitale britannica un manifesto in otto punti, in cui esprime la sua “visione per la ricostruzione di uno stato libico democratico”, che “risponde ai desideri e alle aspirazioni del popolo”. Il documento prevede “l’obbligo” da parte del Consiglio di emanare una bozza di Costituzione. La bozza affronterà nodi fondamentali come “la separazione dei poteri, il suffragio universale, la garanzia dei diritti umani fondamentali, lo stato di diritto”. Il Cnt si propone infine di dar vita a una Libia che prenda parte alle attività della comunità internazionale in modo “attivo, costruttivo” su base “egalitaria”. “Il popolo libico – conclude la nota – ha sopportato molti sforzi. Noi crediamo questo sia il primo raggio di luce a bucare le nubi della dittatura”.

21.38 – Clinton, inviato Onu a Tripoli proporrà esilio

Il segretario di stato americano Hillary Clinton ha detto al termine della conferenza di Londra sulla Libia che un inviato dell’Onu andrà presto a Tripoli per chiedere al leader libico Muammar Ghedafi di porre in atto un vero cessate il fuoco e per discutere con lui l’opzione di andare in esilio. “Non sono sicura sul quando vedremo un cambio di atteggiamento in Gheddafi e in chi lo circonda”, ha detto la Clinton: “Come sapete ci sono molti contatti in corso e, come ha detto la Lega Araba, Gheddafi ha perso legittimità come leader”.

21.06 – Lanciati da coalizione 22 tomahawk in 24 ore e 115 raid

Nel corso delle ultime 24 ore sono stati in tutto 22 i missili aria-terra ‘Tomahawk lanciati contro le forze fedeli al regime libico dalla coalizione multinazionale: lo ha reso noto il Pentagono, aggiungendo che nello stesso arco di tempo sono stati effettuati complessivamente 115 raid aerei.

21.03 – Londra, Ashton: “Ue in gruppo contatto per transizione”

L’Unione europea farà parte, assieme a Nazioni Unite, Unione africana, Lega Araba ed una serie di stati membri del “gruppo di contatto” deciso nel vertice di Londra per sostenere il “processo politico e per coordinare il supporto internazionale” di una “ordinata transizione verso la democrazia della Libia”. Lo ha sottolineato in una nota Catherine Ashton, rappresentante della politica estera dell’Unione europea.
Nella sua dichiarazione la Ashton si è detta “molto incoraggiata dai progressi” fatti a Londra ed ha rivendicato il fatto che “sin dall’inizio l’Unione europea ha risposto rapidamente alla crisi in Libia”. “Abbiamo messo in atto – ha scritto Ashton – dure sanzioni economiche contro il regime di Gheddafi, abbiamo offerto un genroso aiuto umanitario e siamo pronti ad incrementare i nostri sforzi. Mi sono impegnata costantemente per far sì che i partner internazionali agissero di concerto, in particolare le Nazioni Unite, la Lega araba e l’Unione africana”. La Ashton ha poi ricordato come il Consiglio europeo della settimana scorsa abbia chiesto che “il colonnello Gheddafi deve lasciare immediatamente il potere per consentire alla Libia di cominciare rapidamente la transizione”.

20.58 – Pentagono, finora intervento costato a Usa 55 milioni di dollari

La partecipazione all’intervento militare della coalizione multinazionale in Libia finora, nei dieci giorni intercorsi dal 19 marzo a ieri, e’ costata ai soli Stati Uniti 550 milioni di dollari, pari in euro a piu’ di 391 milioni: lo ha reso noto il Pentagono, aggiungendo tuttavia che in base alle previsioni i costi dovrebbero stabilizzarsi su una media mensile di 40 milioni di dollari, quasi 28,5 milioni di euro, una volta che le forze americane impegnate nella campagna saranno ridotte, e che la Nato avra’ pienamente assunto il comando. Si stima che a tale scopo occorreranno ancora circa tre settimane. Del denaro finora impegnato nell’intervento, oltre il 60 per cento e’ stato speso per missili e bombe, il resto nel trasporto delle truppe, nel carburante addizionale per navi e aerei, e nel finanziamento delle operazioni di combattimento in senso proprio. Lo stesso ammiraglio James Stavridis, comandante supremo delle forze Nato in Europa e responsabile del Comando Usa sul Vecchio Continente, nel corso di un’audizione davanti al Senato di Washington aveva affermato di ritenere “corretto” l’affermare che nel complesso l’impegno militare in Libia costera’ “nell’ordine di diverse centinaia di milioni di dollari”. Basti pensare che contro le truppe fedeli al regime libico gli alleati hanno lanciato finora 199 missili ‘Tomahawk’, di cui ben 192 erano statunitensi; e ognuno di essi costa circa un milione e mezzo di dollari, vale a dire piu’ di un milione di euro.

19.44 – Da 7.30 domani parziale riapertura Trapani Birgi

Scatterà domattina la parziale riapertura dell’aeroporto di Trapani al traffico civile. Lo comunica l’Enac rendendo noto che nel pomeriggio di oggi, presso lo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, si è svolto un incontro finalizzato a individuare i tempi e le modalità ottimali per la riapertura parziale al traffico aereo civile dell’Aeroporto di Trapani. L’Aeronautica Militare – si legge nella nota -, sulla base dell’esperienza maturata nella prima fase di rischieramento degli assetti militari, dello stabilizzarsi delle operazioni e delle conseguenti esigenze logistiche ai contingenti rischierati nonché a seguito della riorganizzazione della catena di Comando e Controllo in ambito Nato, ha valutato possibile contemperare interessi militari e civili tramite una parziale progressiva riapertura dell’aeroporto al traffico aereo civile a partire dalle ore 07:30 di domani mattina, 30 marzo 2011.
Saranno inizialmente operati fino a un massimo di 18 voli in arrivo e 18 voli in partenza, garantendo anche la salvaguardia di alcune tratte di continuità territoriale che collegano Trapani e Pantelleria.

19.30 – Londra, unanimità su intenti: “Gheddafi vada via”
La conferenza di Londra si è detta favorevole “all’unanimità” nel dire che “Gheddafi deve lasciare il Paese”. Lo ha riferito il ministro degli Esteri Franco Frattini.
19.22 – Aerei canadesi distruggono deposito munizioni

I jet canadesi hanno distruttodomenica un altro deposito di munizioni in Libia. Le forze armate canadesi hanno coordinato diverse incursioni aeree sulla Libia con altri paesi in operazioni che hanno coinvolto venti aerei.
L’operazione è avvenuta domenica, ma l’esercito ne ha confermato oggi il successo, specificando che i sei jet da combattimento CF-18 hanno colpito un deposito rinforzato a 92 chilometri a sud di Misurata, con bombe laser da 225 chilogrammi. Hanno partecipato all’azione quattro jet Hornet dello squadrone 425 di Bagotville, in Quebec. Si tratta del secondo deposito di munizioni libico distrutto dalle forze aeree canadesi in una settimana.

19.09 – Gb non tratta esilio di Gheddafi, ma altri possono farlo

Il Regno Unito non e’ impegnato a negoziare un’uscita di Muammar Gheddafi dalla Libia, “questo non impedisce ad altri di farlo”: lo ha detto il ministro degli Esteri britannico William Hague nella conferenza stampa finale della conferenza di Londra.

18.58 – Londra, Qatar: “Esilio Gheddafi sola via per stop stragi”

La partenza di Muammar Gheddafi edella sua gente dalla Libia è l’unico modo per fermare il bagno di sangue: lo ha detto il primo ministro del Qatar Hamad Bin Jissim Bin Jabr Al Thani concludendo al conferenza di Londra.
Il Qatar, unico paese arabo che ha riconosciuto il Cnt, ha accettato di ospitare la prossima riunione del Gruppo di Contatto sulla Libia e faciliterà la vendita di petrolio libico in coerenza con le leggi internazionali.

18.53 – Londra, ministro esteri Gb, non si è parlato di armi ai ribelli

L’invio di armi ai ribelli non e’stato discusso oggi a Londra. Lo ha detto il ministro degli esteri britannico William Hague nella conferenza stampa finale al termine della Conferenza internazionale sulla Libia. .
Dell’eventualità di armare il ribelli in Libia aveva parlato oggi l’ambasciatrice americana all’Onu Susan Rice.

18.47 – Frattini, esilio Gheddafi è stato uno dei temi di Londra

Quello di un possibile esilio a Gheddafi “è uno degli argomenti di cui abbiamo parlato”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini al termine della conferenza di Londra sulla Libia precisando comunque che non si potrà “promettere un salvacondotto: pensiamo che lasci il Paese ma nessuno può immaginare all’immunità giurisdizionale e tanto meno noi che siamo tra i fondatori della Cpi”, ha spiegato il capo della diplomazia italiana tornando al rilancio l’ipotesi di un ruolo dell’Unione africana: “Non è un segreto possa fare da leva ma queste cose per avere successo devono essere fatte con discrezione”, ha aggiunto ricordando che è “indispensabile vi siano paesi disponibili ad accogliere Gheddafi e la sua famiglia”.

18.40 – Cnt, 12mila attivisti ‘sequestrati’ da regime a Tripoli

Almeno 12mila attivisti dell’opposizione scomparsi a Tripoli, rinchiusi nelle carceri della capitale o detenuti nelle basi militari. E’ quanto denuncia il Consiglio nazionale provvisorio, spiegando che la maggior parte di questi sono giovani uomini, ma anche donne. Di queste persone non si hanno più notizie da quando le forze fedeli a Gheddagi hanno cominciato la loro campagna di “terrore, paura e sequestri”, ha detto il coordinatore del Consiglio Guma El-Gamaty parlando da Londra. El Gamaty ha detto che il Consiglio non nutre alcun sentimento di vendetta. “Non impiccheremo nessuno per le strade, vogliamo solo stabilire ordine e la legge” ha detto.

18.26 – Londra, sforzi bellici fino ad applicazione risoluzione

La coalizione internazionale per la Libia riunita a Londra ha concordato di continuare gli sforzi finchè non sarà attuata la risoluzione dell’Onu 1973. Lo indica il comunicato finale della riunione diffuso dal Foreign Office.Il rais libico Muammar Gheddafi e ilsuo regime “hanno perso ogni legittimità e risponderanno delle loro azioni”, si afferma ancora. La coalizione internazionale è riuscita con l’azione militare a “proteggere innumerevoli civili dalle forze di Gheddafi e nel distruggere le capacità aeree del regime”.

18.13 – Ribelli, Ben Jawad è ancora nostra

I rivoluzionari controllano ancora Ben Jawad, a est di Sirte, ma i combattimenti sono in corso fori dalla ‘porta orientale’ del villaggio in quanto i ribelli hanno effettuato una “ritirata tattica” per portarsi fuori tiro dalle forze e milizie di Gheddafi. Lo ha detto ai giornalisti a Bengasi, una portavoce dei rivoltosi, Iman Bugaighis. Ciò significa che il ritiro tattico è stato di cdirca 100km, portando a 150 km la distanza da Sirte. Mentre ieri i rivoltosi avevano affermato di essere a circa 50km dalla città natale e roccaforte del rais.

18.09 – Brigate Gheddafi sparano cannonate su Zintan

Le brigate fedeli a Muammar Gheddafi hanno ripreso questo pomeriggio i cannoneggiamenti sul centro della città di Zintan, in Tripolitania. Lo riferisce la tv satellitare ‘al-Jazeera’. Dopo aver allontanato i ribelli a 200 chilometri da Sirte, l’esercito del regime ha ripreso oggi a combattere per riconquistare anche Misurata.

18.03 – Nasce gruppo di contatto, riunioni in Qatar e Roma

Il gruppo di contatto sulla Libia, che si è riunito oggi per la prima volta a Londra a livello dei ministri degli Esteri, diventa un punto di riferimento stabile. Nella riunione di oggi è stato infatti deciso – riferiscono fonti diplomatiche – di istituire un gruppo di lavoro, a livello di alti funzionari, che si riunirà periodicamente alternando le sedi tra capitali arabe e occidentali. E i prossimi appuntamenti – di cui non sono state ancora fissate le date – saranno Qatar e Roma.

17.49 – Esplosioni a Tripoli vicino a residenza Gheddafi

Una serie diesplosioni sono state udite a Tripoli vicino alla residenza di Gheddafi. Lo riferiscono testimoni alla Reuters e alla France Presse.

17.48 – I ribelli ripiegano su Ras Lanuf

I ribelli libici hanno lasciato la cittadina di Bani Jawad e hanno ripiegato su Ras Lanuf, che dista 200 chilometri da Sirte. Lo riferisce l’inviato della tv araba ‘al-Jazeerà. Nonostante l’aiuto dei raid aerei alleati, le brigate di Muammar Gheddafi hanno avuto la meglio nella battaglia di oggi e sono riuscite prima a cacciare gli insorti da Harrawa (60 chilometri da Sirte) e poi da Bani Jawad (100 chilometri dalla città natale del Colonnello), riprendendo la marcia verso Ajdabiya.

17.25 – Amnesty International: “in atto campagna di sequestri”

Dall’inizio della protesta contro il regime di Muammar Gheddafi, in Libia sono scomparse almeno 30 persone. Secondo Amnesty International (Ai), si tratta a tutti gli effetti di una vera campagna per eliminare i capo dell’opposizione. “A quanto pare” ha detto Malcolm Smart, direttore del programma per il Medio Oriente e l’Africa del Nord di Amnesty, “chiunque sia sospettato di opporsi al colonnello Gheddafi è arrestato, trattenuto e trasferito nell’ovest del paese ancora sotto il controllo del regime”. Il documento diffuso oggi dall’organizzazione contiene testimonianze di sparizioni iniziate a Bengasi e in altre zone del Paese, già prima che la protesta si armasse, e proseguite lungo il fronte a danno di rivoltosi e civili. Start ha parlato pure di “torture e maltrattamenti”. Amnesty International chiede al colonnello Gheddafi di consentire subito visite di organismi indipendenti, come la Croce rossa internazionale, per accertare le condizioni di salute dei detenuti e il rispetto del diritto internazionale.

17.15 – Nato, Non abbiamo un rappresentante sul territorio”

La Nato non ha un rappresentante in Libia per assicurare un contatto con i rivoltosi. E’ la precisazione del comandante supremo delle forze alleate in Europa, l’ammiraglio americano James Stavridis

16.53 – Francia invierà ambasciatore a Bengasi

L’inviato a Bengasi, secondo quanto ha precisato la fonte, sarà il diplomatico 53enne Antoine Sivan la cui nomina potrebbe essere ufficializzata alla Conferenza di Londra. Sivan, diplomatico francese che conosce l’arabo, avrebbe gia’ lasciato la Francia domenica scorsa e sarebbe diretto in Libia via terra attraverso l’Egitto. La Francia è stato il primo paese a riconoscere la legittimità del Consiglio nazionale di transizione di Bengasi.

16.45 – Nato, possibile che Gheddafi lasci

Viste le crescenti pressioni internazionali, il leader libico Muammar Gheddafi probabilmente lascerà il potere: ne è convinto il comandante supremo della Nato, l’ammiraglio James Stavridis, che lo ha detto oggi ad una commissione del Senato Usa. “Se lavoriamo su tutti gli elementi del potere, abbiamo una speranza più che ragionevole di vedere Gheddafi lasciare, perchè l’intera comunità internazionale gli sta andando dietro”, ha tra l’altro detto Stavridis.

16.44 – Comando Nato, nessun cambiamento piani

Per la Nato ”non c’e’ alcuncambiamento politico, nè cambiamento di piani”. Lo ha detto una portavoce della Nato a proposito del passaggio del comando delle operazioni dagli americani all’Alleanza Atlantica previsto per giovedì mattina. “In questo momento – ha precisato la portavoce – gli alleati stanno trasferendo i mezzi. Non c’è alcun ritardo. Spetta al comandante della task force, gen. Buchard, annunciare la piena capacità operativa. Ci aspettiamo che lo faccia presto”.

16.27 – Farnesina, soluzione migliore da Londra è esilio di Gheddafi

La migliore soluzione che potrebbe uscire dalla Conferenza di Londra è l’esilio di Muammar Gheddafi grazie all’impegno dell’Unione Africana. Lo riferiscono fonti della Farnesina, stigmatizzando l’assenza dei delegati dell’Ua a Londra, “un’opportunità mancata”, anche se in ogni caso non sembra che il Colonnello sia disposto ad accettare – al momento – questa soluzione.

16.25 – Ribelli, Usa hanno nominato ambasciatore a Bengasi

Anche gli Usa, come la Francia, avranno un ambasciatore a Bengasi. Secondo ha fatto sapere il Consiglio nazionale di transizione, citato da Al Jazeera, Washington ha già nominato un suo rappresentante diplomatico della città roccaforte dei ribelli e sede del Consiglio.

16.08 – Testimone Cnn: “A Misurata una carneficina”

Un testimone in collegamentotelefonico con la Cnn ha riferito che a Misurata “è in corso una carneficina” da parte delle forze di Gheddafi. Le forze fedeli al colonnello libico sarebbero responsabili “di un massacro”.

15.54 – Forze coalizione intensificano attacchi contro Gheddafi

A queste missioni, si aggiungono quelle di propaganda. Con messaggi in arabo e inglese, per sollecitare le forze di Gheddafi a disertare. Dei quasi 200 missili Tomahwak lanciati dall’inizio della guerra, solo sette non sono americani. Gli Stati Uniti hanno sganciato complessivamente 455 tra bombe o missili di precisione, contro le 147 delle forze della coalisione. E come precisa il new York Times, gli Usa hanno assunto un ruolo guida nella raccolta di informazioni di intelligence e nel coordinamento degli attacchi basati su tali informazioni.

15.37 – Ribelli, 8 morti per attacchi dei lealisti

Nuovi attacchi delle forze pro-Gheddafi sono stati sferrati oggi a Misurata e i rivoltosi hanno tentato di respingerle, dando vita ad una battaglia che sarebbe ancora in corso, secondo un portavoce dei ribelli, che riferisce inoltre di otto civili uccisi nella notte. “Le forze di Gheddafi hanno tentato questa mattina di entrare a Misurata attraverso l’ingresso occidentale alla città ma i giovani le hanno respinte”, ha detto il portavoce, Sami, in una conversazione telefonica da Misurata. “Loro (le truppe di Gheddafi) hanno tentato un’ora fa di entrare in città da oriente. I giovani stanno tentando di respingerli. La battaglia è ancora in corso e bombardamenti continuano… Otto civili sono rimasti uccisi ieri sera e diversi feriti”.

15.30 – Londra, Clinton: “Continueremo finché Gheddafi non rispetterà risoluzione Onu”

“L’azione militare della coalizione continuerà fino al rispetto della risoluzione 1973” delle Nazioni Unite. A riaffermarlo è stato il segretario di Stato americano Hillary Clinton, nel suo intervento in apertura della Conferenza di Londra, dove ha ricordato quanto è stato fatto negli ultimi giorni. “Abbiamo impedito un massacro potenziale, imposto una no-fly zone, fermato l’avanzata di un esercito – ha sottolineato il capo della diplomazia di Washington – Non è male per una settimana di lavoro e di intense consultazioni”. La Clinton ha poi sottolineato la necessità di “lavorare insieme”, al di là degli “sforzi militari”, su “tre fronti: l’assistenza umanitaria, le pressioni sul regime ed il sostegno alle aspirazioni del popolo per un cambiamento politico”.

15.20 – Ban Ki Moon: “Abbiamo prevenuto una catastrofe umanitaria”

“Abbiamo prevenuto una catastrofe umanitaria”, ha detto il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon alla conferenza di Londra incoraggiato dalla vasta partecipazione alla riunione. Ban ha detto che il suo inviato speciale tornerà in Libia per incontrare leader del governo e dell’opposizione. Il segretario generale delle Nazioni Unite ha poi fatto presente che continuano ad arrivare notizie “di violazioni dei diritti umani nel conflitto libico”. La transizione ad un sistema democratico, ha sottolineato, “richiederà tempo”. “La nostra priorità resta quella di salvare vite e porre fine alle ostilità”. Ban ha esortato ad “uno stretto coordinamento tra gruppi internazionali”. “La strategia per la Libia – ha poi detto – deve poggiare sul forte impegno da parte di noi tutti”.

15.15 – Londra, Cameron, la soluzione deve essere politica”

”Dobbiamo riaffermare gli impegni della risoluzione Onu sulla Libia e aiutare il popolo libico a preparare il loro futuro”. Con queste parole il primo ministro britannico David Cameron ha inaugurato la conferenza internazionale sulla Libia a Londra. Cameron ha detto che il regime di Tripoli continua a violare la risoluzione dell’Onu: “Misurata continua a subire attacchi assassini da Gheddafi”. Il premier britannico ha insistito sulla “soluzione politica” dell’intervento in Libia. I libici hanno bisogno di aiuti umanitari: cibo e medicine entrano nel paese ma “dobbiamo raddoppiare gli sforzi”, ha detto ancora Cameron. E quando finiranno gli scontri – ha concluso – dovremo riparare gli ospedali e “le moschee e i minareti distrutti da Gheddafi”. Infine il primo ministro britannico ha proposto la costituzione di un gruppo di Contatto “per continuare a tenere la pressione su Gheddafi”.

15.10 – Londra, comincia  riunione del Gruppo di Contatto sulla Libia

E’ appena iniziata a Londra la riunione del Gruppo di Contatto sulla Libia che vede riuniti nella capitale britannica i ministri degli esteri di 37 paesi oltre a quelli di quattro organizzazioni internazionali (assente l’Unione Africana, ci sono Ue, Lega Araba, Onu e Nato). A Lancaster House, la sede di rappresentanza del Foreign Office, i riflettori sono puntati sul dopo-Gheddafi e sulla messa a punto di una strategia condivisa per una soluzione politica che “crei le condizioni affinchè il popolo libico possa scegliere il proprio futuro, supportato dalla comunità internazionale”, sottolinea il Foreign Office ribadendo anche il ruolo fondamentale dell’assistenza umanitaria e riaffermando gli obiettivi della risoluzione 1973 dell’Onu per la protezione dei civili.

14.43 – Napolitano, Gheddafi non è legittimato a governare

“Speriamo che Gheddafi e il suoentourage capiscano che gli è ormai impossibile governare il paese. Gheddafi non ha più la legittimazione internazionale per questo noi speriamo fermamente che ci siano nuove forze in Libia per assicurare un nuovo governo, più aperto e più disponibile a soddisfare le aspirazioni di liberà e giustizia della gente libica”. Lo afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano intervistato da Class Cnbc e Class news.

14.43 – La Nato prenderà comando da giovedì

La Nato prenderà il comando delle operazioni in Libia a partire da giovedì mattina. Lo ha reso noto la portavoce dell’Alleanza Atlantica.

14.02 – Portavoce Tripoli a stampa Gb, Koussa non ha disertato

Un portavoce del governo libico hasmentito con il Daily Telegraph che il ministro degli esteri libico Mussa Koussa abbia abbandonato il colonnello Muammar Gheddafi.
Koussa è in “visita privata” in Tunisia e i tempi della trasferta, mentre la comunità intrenazionale è riunita a Londra sulla Libia, hanno generato illazioni e ipotesi di defezione, che il portavoce ha però categoricamente smentito. Il Telegraph tuttavia lascia aperte varie ipotesi: Koussa potrebbe essere a Tunisi per aprire un canale di negoziato per il regime o una via di uscita per la famiglia Gheddafi. “Oppure potrebbe aver deciso di dedicarsi alle cure termali in un resort tunisino”, ironizza il quotidiano nel suo blog sulla Libia. Koussa è del resto rimasto in contatto con l’Occidente parlando sia con il ministro degli Esteri William Hague che con il vice segretario di Stato americano Jeffrey Feltman. Il ministro degli Esteri libico non è sulla lista delle persone soggette a sanzioni Onu o al bando dei viaggi.

14.00 – Fonti mediche, 142 morti a Misurata dal 18 marzo

Le forze fedeli aGheddafi hanno ucciso almeno 142 persone e ne hanno ferite oltre 1.400 nel corso della loro offensiva contro gli insorti a Misurata, ad est di Tripoli. Lo hanno rivelato fonti mediche dell’ospedale cittadino.
“Dal 18 marzo scorso, abbiamo ricevuto in ospedale 142 morti”, ha indicato un medico, che ha chiesto l’anonimato. “Non riusciamo più a contare i feriti. Ma hanno superato la cifra di 1.400, di cui 90 gravi”, ha aggiunto.
La fonte ha rivelato che una nave turca è attesa in porto in giornata per prelevare una cinquantina di feriti.

13.56 – Farnesina, fuga Koussa in Italia da escludere

“E’ assolutamente da escludere” che il ministro degli Esteri libico, Moussa Koussa, stia cercando di raggiungere l’Italia. Così il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari, ha commentato la notizia diffusa in mattinata dal canale in inglese della tv satellitare al-Jazeera, secondo la quale Koussa avrebbe cercato da Tunisi una via di fuga verso l’Italia. “E’ un’informazione che non risulta – ha detto Massari ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL – Non è fondata ed è quindi da escludere”.

13.55 – Bbc, lettera Tripoli a Lodra per fine “barbara offensiva”

Il governo libico ha inviato una
lettera alle potenze internazionali che oggi si riuniscono a Londra in cui si sollecita la fine “della barbara offensiva”. Lo rende noto la BBC.

13.54 – Ribelli, Gheddafi va giudicato non esiliato

La conferenza di Londra sullaLibia dovrebbe decidere che Muammar Gheddafi venga giudicato per crimini contro l’umanità e non proporgli l’esilio, ha detto oggi alla France Presse un portavoce degli insorti a Bengasi.
Gheddafi “deve essere incriminato per cirmini contro il popolo libico”, ha detto Shamsiddin Abdulmula, un portavoce del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), organo rappresentativo degli antigovernativi. “Non è una cosa negoziabile”. La conferenza, in programma per il primo pomeriggio, dovrebbe tra l’altro decidere sul “dopo-Gheddafi”. Riunirà il ‘gruppo di contattò sulla Libia, di cui fanno parte una quarantina di Paesi.

13.40 – L’Ua assente a Londra, Lega araba manda vice di Moussa

Unione Africana assente dalla Conferenza di Londra sulla Libia. Stando alla lista dei partecipanti diffusa dal ministero degli Esteri britannico, nessun rappresentante dell’Ua parteciperà ai lavori che si apriranno alle 14 ora locale, le 15 in Italia. La Lega Araba, invece, è rappresentata non dal segretario generale, Amr Moussa, ma dal suo capo di gabinetto, Hesham Youssef. A Londra ci sono poi, oltre ai ministri degli Esteri o agli ambasciatori di una quarantina di Paesi, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune europea, Catherine Ashton, il segretario generale dell’Organizzazione della conferenza islamica, Ekmeleddin Ihsanoglu, e l’inviato dell’Onu in Libia, Mohamed al Khatib.

13.34 – Susan Rice: “Gli Usa non escludono di armare i ribelli”

Gli Stati Uniti di America non escludono la possibilità di armare i rivoltosi in Libia. Lo ha dichiarato in un intervista alla Abc Susan Rice, attuale ambasciatore Usa presso le Nazioni Unite. La notizia era già trapelata dalle pagine del Washington Post, secondo il quale il Presidente Obama considera in linea con la risoluzione 1973 un simile sostegno agli insorti. Gli Usa non sarebbero soli su questa linea di pensiero, anche la Francia si è detta disposta ad addestrare ed armare i ribelli.

13.30 – Brigate Gheddafi riprendono avanzata a Misurata

Le brigate fedeli a Muammar Gheddafi hanno riperso ad avanzare verso il centro di Misurata, in Tripolitania. Dopo uno stop alle ostilità iniziato ieri pomeriggio, le unità fedeli al regime hanno ripreso ad attaccare i ribelli che si trovano nel centro della città. In mattinata i siti dell’opposizione libica hanno annunciato che i raid aerei delle forze della coalizione hanno colpito le navi del regime al largo delle coste di Misurata, dalle quali partivano i bombardamenti contro le postazioni dei rivoltosi.

13.27 – Ribelli: “A Misurata temiamo massacro”

Le forze fedeli a Muammar Gheddafi avanzano oggi a colpi di obice dentro Misurata, di cui vari settori sono ancora sotto il controllo degli insorti. Lo ha detto all’Afp un portavoce dei ribelli, aggiungendo che si teme “un massacro”.

13.08 – Al Jazeera, ministro Esteri Koussa cerca di raggiungere Italia

Il ministro degli Esteri libico, Moussa Koussa, starebbe cercando un modo per arrivare in Italia. Secondo quanto ha rivelato l’inviata del canale in inglese di ‘al-Jazeera’ a Tunisi, Nazanine Moshiri, Koussa si è recato in visita privata in Tunisia la scorsa notte e avrebbe cercato il modo di raggiungere l’Italia. Poco prima erano circolate voci sulla volontà del ministro di espatriare, anche se fonti del ministero degli Esteri tunisino hanno assicurato alla tv qatariota che Koussa si trova ancora in Tunisia.

12.52 – Cnt si impegna a libere elezioni

In un comunicato diffuso ai marginidella Conferenza di Londra sulla Libia il Cnt (Comitato nazionale di transizione libico) si è impegnato a tenere libere elezioni nel dopo Muammar Gheddafi.

12.49 – Odyssey Dawn, navi libiche colpite in porto Misurata

Tre unità navali libiche sonostate attaccate ieri sera nel porto di Misurata da navi ed aerei della VI flotta Usa nell’ambito dell’operazione “Odyssey Dawn”.Le forze navali ed aree americane sono intervenute – informa un comunicato della VI Flotta – dopo che una nave da pattugliamento libica, la “Vittoria” e due unità più piccole avevano aperto il fuoco contro una nave mercantile.La “Vittoria”, una imbarcazione da 12 metri, è stata colpita con missili Maverick AGM-65F e “resa inoffensiva”.Colpite da missili anche le altre due unità libiche. Una di esse è stata distrutta, l’altra è stata abbandonata dall’ equipaggio. Il Comando dell’operazione “Odyssey Dawn” è a bordo dell’ ammiraglia americana “USS Mount Whitney”. Il Joint Force Command Nato di Napoli dovrebbe nei prossimi giorni assumere il comando totale delle operazioni in Libia.

12.45 – Bbc, fonte vicina Gheddafi, esilio solo se costretto

Fonti vicine a Muammar Gheddafihanno detto alla Bbc che il rais libico “difficilmente se ne andrà in esilio di sua volontà, a meno che non sia assolutamente costretto”.
La fonte ha detto alla Bbc: “Offrigli un rifugio è qualcosa che non gli interessa, a meno che non gli sia chiaro che non ha alternative”.

12.44 – Unione africana diserta conferenza

L’Unione Africana non sara’presente alla conferenza di Londra sulla Libia. Lo ha confermato all’ANSA un portavoce del Ministero degli Esteri britannico. Al momento non si conoscono le ragioni della defezione.

12.40 – Oltre 120 morti bilancio vittime forze ribelli a Misurata

E’ di almeno 124 morti e di 284 feriti tra le forze ribelli il bilancio della battaglia infuriata in questi ultimi nove giorni per il controllo di Misurata, la città libica sita a circa 200 chilometri a est della capitale Tripoli. Lo ha riferito il portavoce delle forze ribelli, Ahmad Jalifa, nel corso di una conferenza stampa a Bengasi. Tra i feriti, ha aggiunto il portavoce, ci sono 50 casi gravi che hanno bisogno di essere operati con urgenza. Jalifa ha detto anche che le forze ribelli si sono ritirate a Ben Yauad, 100 chilometri circa a est di Sirte, a causa dei bombardamenti di artiglieria provenienti dalle forze del leader libico Muammar Gheddafi. “Le truppe di Gheddafi – ha spiegato – si trovano nella valle rossa e da lì bombardano le forze ribelli che sono state costrette a retrocedere fino a Ben Yauad”

12.21 – Gb: “Gheddafi lasci, decida lui dove andare”

La Gran Bretagna punta ad una exit strategy di Muammar Gheddafi che lasci la guida del Paese e seppure non esclude che debba affrontare la Corte penale internazionale dell’Aja (Tpi), non esclude altre ipotesi che possano favorire una soluzione politica del conflitto. E’ quanto ha dichiarato alla Bbc il ministro degli Esteri William Hague, alla vigilia della Conferenza Internazionale sulla Libia che si apre tra qualche ora a Londra, sull’ipotesi di concedere immunità ed esilio al colonnello se si riuscira’ a porre fine ai combattimenti. “Noi vogliamo che se ne vada, che lasci il potere”, ha detto ai microfoni di radio Bbc 4, ma “non decidiamo noi dove potrebbe andare”. “Naturalmente, credo che dovrebbe affrontare la Corte penale internazionale, ma dove va, se va via, dipende da lui”, ha aggiunto.

12.21 – Brigate Gheddafi attaccano i ribelli a Bani Jawad

Le brigate fedeli a Mujammar Gheddafi hanno attaccato i ribelli a colpi di mortaio nella cittadina di Bani Jawad, nel golfo di Sirte. Lo riferisce l’inviato della tv araba ‘al-Jazeerà, che ha mostrato alcune immagini della battaglia in corso nella zona tra i rivoltosi e le brigate del regime. I ribelli sono fermi a 100 chilometri di distanza dalla roccaforte di Gheddafi e non riescono ad avanzare. Questa mattina sono stati costretti a ripiegare su Bani Jawad dopo essere arrivati ieri nella zona di Harrawa, a soli 60 chilometri da Sirte.

12.10 – Gb, sondaggio: 7 su 10 temono un nuovo Iraq

Sette britannici su dieci vogliono un disimpegno militare del Regno Unito dalla Libia perché temono “un altro Iraq”. Lo rivela un sondaggio di ComRes per l’Independent. I timori sono più forti tra i simpatizzanti laburisti (77 per cento) ma sono condivisi anche da 67 conservatori su 100 e da sette Lib Dem su 10. I britannici sono divisi anche sulla decisione del governo Cameron di impegnare le forze armate di Sua Maestà in Libia: a favore il 43 per cento, contrario il 47 per cento.

11.59 – Spagna, soluzione esilio Gheddafi ancora possibile

Una soluzione della crisi libicaattraverso l’esilio del dittatore Muammar Gheddafi è ancora “giuridicamente” possibile, secondo il ministro degli esteri spagnolo Trinidad Jimenez. In una intervista oggi a El Pais, il capo della diplomazia di Madrid, che questo pomeriggio partecipa al vertice di Londra sulla Libia, ha detto che “ancora non ci sono accuse formali, nè un mandato di cattura contro Gheddafi” della Corte dell’Aja. “Quindi giuridicamente in questo momento sarebbe possibile” un esilio del rais libico. Jimenez ha aggiunto che il rovesciamento di Gheddafi non è previsto “esplicitamente” dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu, “ma che si deduce quando afferma che la soluzione della crisi deve rispondere alle richieste legittime del popolo libico”. Secondo il ministro spagnolo, per la comunità internazionale “la priorità rimane ottenere un cessate il fuoco immediato”, verificabile dall’Onu. “Una volta raggiunto, si dovrà decidere che cosa succederà poi: la risoluzione Onu parla di facilitare un dialogo che conduca alle riforme politiche necessarie per una soluzione pacifica e sostenibile”.

10.11 – Frattini. “Trattato di amicizia riprenderà con nuovo governo”

Il trattato di amicizia fra Italia e Libia riprenderà effetto con la nuova Libia del dopo Gheddafi. E’ quanto ha detto oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini intervistato a Radio 24. “Noi confermeremo le posizioni dell’Italia”, ha detto il ministro, spiegando che il “trattato di amicizia lega i due popoli”. “Non è cancellato ma sospeso -ha aggiunto- quando la nuova Libia tornerà ad essere un interlocutore normale” noi “riprenderemo ad attuarlo”. “Questa è anche una conferma data pubblicamente dal signor Jibril, che è il responsabile del governo provvisorio di Bengasi, che io incontrerò stamattina a Londra”, ha spiegato il ministro, raggiunto al telefono mentre era in partenza per la capitale britannica dove oggi si riuniscono una quarantina fra paesi e organizzazioni internazioanli per discutere del futuro della Libia.

09.39 – Insorti respinti a Ben Jawad

I ribelli libici sonostati respinti verso Ben Jawad, a 150 km da Sirte: lo riferiscono gli stessi insorti, arrivati alle porte della città natale di Muammar Gheddafi e poi costretti a indietreggiare dall’intenso fuoco degli avversari.

09.16 – Gheddafi: “Stop alle barbarie, siete come Hitler”

“Bloccate la vostra barbara e ingiusta offensiva contro la Libia”, afferma il leader libico nel messaggio, pubblicato dall’agenzia ufficiale Jana. “Lasciate la Libia ai libici, state conducendo un’operazione di sterminio di un popolo in sicurezza e distruggendo un paese in sviluppo”, aggiunge il colonnello. Una quarantina di paesi sono attesi oggi a Londra per la prima riunione del gruppo di contatto sulla Libia, che avrà il compito di “pilotare sul piano politico l’operazione internazionale, il cui comando è affidato alla Nato, e di preparare il “dopo-Gheddafi”. Il vertice dovrebbe aprirsi alle 16 (ora italiana) e durare tre ore. Al termine è prevista una conferenza stampa.

08.09 – I ribelli: “Rispetteremo accordi Italia-Libia”

I ribelli libici rispetteranno gli accordi con le aziende e il governo italiani, dal petrolio alla lotta all’immigrazione clandestina. L’assicurazione è venuta dal leader del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) libico, Mustafà Abdel Jalil, intervenuto a Porta a Porta. “Parteciperemo allo sforzo per fermare l’immigrazione clandestina impedendo ai clandestini l’ingresso in Libia e combattendo le organizzazioni criminali che trafficano in questo settore”, ha affermato l’ex ministro della Giustizia durante la trasmissione di Raiuno. La Libia del dopo-Gheddafi, ha garantito Jalil, rispetterà “tutti i trattati firmati con Eni e le altre aziende”.

01.59 – Obama: “Non commetteremo gli stessi errori commessi in Iraq”

Nel suo intervento, il presidente Usa, ha ribadito che l’intervento della coalizione ha permesso di frenare “l’avanzata mortale” guidata da Muammar Gheddafi, ma si è impegnato a non commettere gli stessi errori che si sono verificati in Iraq, con il governo rovesciato militarmente.

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