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Omicidio Stefania Camboni a Fregene: ritrovati coltello, maglietta con sangue e telefono

I carabinieri li hanno recuperati in un terreno privato durante un sopralluogo. Gli elementi chiariranno ulteriormente il quadro accusatorio contro la nuora Giada Crescenzi
Omicidio Stefania Camboni a Fregene: ritrovati coltello, maglietta con sangue e telefono
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C’è una svolta nelle indagini sull’omicidio di Stefania Camboni, avvenuto a Fregene il 5 maggio scorso. Quaranta giorni dopo il delitto, i carabinieri della località alle porte di Roma, insieme al Nucleo operativo di Ostia, hanno ritrovato in un terreno privato il coltello mancante dal ceppo targato ‘Masterchef’ compatibile con le ferite inferte alla vittima, una maglietta intrisa di sangue e il telefono della vittima, ammazzata con 34 coltellate.

La scoperta è stata fatta in un nuovo sopralluogo nella zona tra via Santa Teresa di Gallura e via Agropoli, chiusa al traffico per l’intera giornata. Si tratta di un ritrovamento molto importante sotto il profilo investigativo per provare a cristallizzare la posizione della nuora di Camboni, Giada Crescenzi, detenuta da giorni seguenti al delitto con l’accusa di omicidio volontario. “Come difensore della famiglia Camboni e del figlio Francesco Violoni, confermo che non abbiamo mai avuto dubbi sul fatto che l’arma del delitto e gli oggetti compromettenti fossero stati abbandonati nella notte nei terreni circostanti da parte dell’indagata”, dice l’avvocato Massimiliano Gabrielli.

“Avevamo pubblicamente lanciato un appello affinché venissero estese le ricerche in quella direzione e abbiamo contribuito attivamente allo sviluppo delle indagini, condividendo con gli investigatori elementi tecnici e informazioni puntuali che hanno mantenuto alto il livello di attenzione. Ora, con la disponibilità di questi nuovi elementi di prova l’accertamento scientifico della verità è vicino”, aggiunge. Il 24 giugno saranno eseguiti gli accertamenti tecnici irripetibili sul Dna, sulle impronte rilevate dai Ris nella casa e sui reperti recuperati nelle scorse ore. Gabrielli rivolge un “plauso va alla determinazione della procura e al lavoro del nucleo operativo dei carabinieri, che in queste settimane non hanno mai smesso di cercare”.

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