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Omicidio Fregene – “Lite per la Nutella”, la discussione tra Stefania Camboni e Giada Crescenzi

Lo ha raccontato Giada Crescenzi alle sue avvocate, che hanno però minimizzato l'accaduto. Ancora da chiarire la scomparsa delle chiavi della macchina di Camboni, del suo telefonino e dell’arma del delitto
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Che nel villetta di via Agropoli, dove lo scorso maggio Stefania Camboni è stata uccisa con 34 coltellate, il clima non fosse sereno, è cosa nota. Ma solo dalle ultime indagini è emerso che una delle discussioni più recenti sarebbe nata per un semplice barattolo di Nutella. Un motivo tanto futile da testimoniare la grande tensione in casa Camboni. Secondo quanto riportato da La Repubblica, Giada Crescenzi, in carcere con l’accusa di omicidio aggravato dalla minorata difesa e con abuso di relazioni domestiche e di ospitalità, lo aveva acquistato insieme al compagno Francesco Violoni, figlio della vittima, ma Stefania lo avrebbe consumato completamente pochi giorni prima di essere uccisa. A raccontare del litigio è stata la stessa Crescenzi: lo ha detto due giorni fa alle sue avvocate, che hanno però minimizzato l’accaduto, ribadendo la loro tesi secondo cui i rapporti tra le due fossero in netto miglioramento nelle ultime settimane.

La convivenza nella villa si era rivelata fin da subito un grande problema. Lo conferma un post di Giada Crescenzi sul suo profilo Facebook, dove chiedeva informazioni per una casa. Nel messaggio pubblicato, la 30enne si era detta addirittura disposta a “dormire per terra“, pur di cambiare abitazione. Una situazione, secondo l’indagata, ai limiti della sopportazione. Resta al vaglio dei carabinieri la posizione di Francesco Violoni. Al momento del delitto, l’uomo si trovava all’aeroporto di Fiumicino dove lavora come vigilante. Tuttavia, chi indaga ipotizza che qualcuno possa aver aiutato la presunta assassina a ripulire la scena del crimine dal sangue.

Tra gli elementi da chiarire c’è anche la scomparsa delle chiavi della macchina di Camboni, abbandonata in una scarpata per simulare una rapina, del suo telefonino e dell’arma del delitto. Per oggi è previsto il sopralluogo del Reparto investigazioni scientifiche (Ris) dei carabinieri nella villetta di via Agropoli a Fregene. L’abitazione sarà oggetto di nuovi rilievi tecnico-scientifici: gli esperti seguiranno ogni operazione peritale, con la possibilità di eseguire documentazione fotografica e ulteriori accertamenti su autorizzazione e delega della procura. Sul posto anche la dottoressa Giulia Soldati, nominata ausiliaria del consulente, e il dottor Maurizio Saliva, direttore dell’unità operativa di medicina legale di Napoli, in qualità di perito di parte nominato da Iacopo Violoni, figlio della vittima.

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