Capaci, polemica sul silenzio anticipato: su Fb la fondazione Falcone cancella il commento di Salvatore Borsellino

Non si placano le polemiche per l’anticipo della fine della commemorazione per il 33esimo anniversario della strage di Capaci a Palermo. Il suono del silenzio da parte del trombettista e la lettura dei nomi delle vittime sono avvenuti alcuni minuti prima delle 17.58, ora in cui il 23 maggio del 1992, è esploso il tritolo lungo la A19. Tra le proteste dei partecipanti al corteo che sono arrivati ai piedi dell’albero Falcone a commemorazione terminata: “Avevano paura dei giovani di Palermo”, hanno urlato contestando l’accaduto.
La Fondazione Falcone dopo aver commentato l’accaduto sottolineando che “la memoria non é un cronometro ma impegno in ogni attimo della nostra vita”, è intervenuta con una nota per ammettere quella che ha definito una “papera“: “Ogni anno, puntualmente, c’è chi cerca di trasformare un momento di memoria collettiva in un pretesto per polemiche di parte ideologica, facendo politica con l’antimafia”, ha scritto la Fondazione ammettendo comunque l’errore. Tempi sbagliati dal presidente della stessa Fondazione, l’ex magistrato già presidente del Senato, Pietro Grasso. “È stato lui stesso ad assumersi la responsabilità di quanto accaduto. Ma il presidente non si deve scusare di nulla”, ribadisce la nota. Una replica che non soddisfa i promotori del corteo del 23 maggio: “Quanto accaduto non può essere liquidato come una semplice ‘papera’, come invece ha banalizzato la Fondazione Falcone con un comunicato a dir poco deplorevole e offensivo, che auspichiamo venga rettificato”.
Un altro passaggio della polemica si registra domenica pomeriggio quando Salvatore Borsellino, fratello di Paolo e fondatore del movimento delle Agende rosse, commenta la stessa nota sulla pagina Facebook della Fondazione. Borsellino critica infatti quanto scritto nel testo in riferimento allo stesso Grasso: “Un gigante nella storia della lotta a Cosa Nostra, componente storico del Pool antimafia“, si leggeva. “Spero non siano queste le informazioni che date al Museo del Presente”, commenta Borsellino ricordando che Grasso “non ha mai fatto parte del pool antimafia” ma “era giudice a latere nel maxiprocesso”. Un commento che però è stato poi cancellato dalla pagina della Fondazione, come denunciato dallo stesso fondatore delle Agende Rosse.
La replica della Fondazione arriva alcune ore dopo: “Da un’analisi dei nostri social media manager, il post in questione proveniva da un profilo con pochi follower, per questa ragione quel post è apparso non attendibile”, si legge su Repubblica Palermo. In realtà il profilo di Salvatore Borsellino non ha proprio pochi follower essendo 4.833 e considerando che il limite massimo di amici imposto da Facebook è di 5 mila. In serata lo stesso Borsellino – che alla vigilia dell’anniversario era stato protagonista di un botta e risposta con Maria Falcone – ha fatto sapere di essere stato bannato dalla pagina della Fondazione. Le tensioni dentro l’antimafia siciliana, pertanto, proseguono. Nota di cronaca: nonostante fosse un post “apparso non attendibile” ai social media manager della Fondazione, comunque il testo della nota è stato modificato alle 17:29 sostituendo “componente storico del Pool antimafia” con ” storico e coraggioso giudice a latere nel Maxiprocesso”.